San Donà di Piave - Le badanti imparano a "Prendersi cura" degli anziani (1078)



Assistenza e cura a domicilio alle persone non autosufficienti: in 160 al corso di Itaca, la metà stranieri
Le badanti imparano a "Prendersi cura" degli anziani
Un partenariato tra Conferenza dei sindaci del Veneto Orientale, Servizi sociali e Itaca


San Donà di Piave

La diffusione sempre più capillare di badanti di origine straniera per l'assistenza a domicilio alle persone non autosufficienti è all’origine di un progetto pensato dalla Conferenza dei sindaci del Veneto Orientale. “PrendersiCura”, questo il nome del progetto, consta di otto percorsi formativi (della durata di 12 ore ciascuno) che si stanno svolgendo in accordo con i Comuni di San Donà di Piave e Portogruaro (che è anche ente capofila) in questi giorni in altrettante sedi della regione. Il presupposto dell’esperienza non è poi così scontato: affinché l’avventura abbia un risvolto positivo per i 160 corsisti previsti – non solo le badanti ma anche familiari, volontari e caregiver (ovvero, proprio letteralmente, datori di cure) più in generale – e, in una fase successiva, per gli utenti -, è necessario passare attraverso un percorso formativo che aiuti badanti e familiari coinvolti emotivamente nell’attività di assistenza e di cura.
L’ufficio formazione della Cooperativa sociale Itaca, in strettissima collaborazione con i Servizi sociali dei Comuni interessati, ha progettato ogni interventi coinvolgendo operatori di Itaca, assistenti domiciliari, addetti all’assistenza, Oss, psicologi. La proposta di prevedere in aula la presenza di mediatori linguistici e culturali è stata accolta con interesse ed entusiasmo dai corsisti, proprio per il ruolo di facilitazione nell’acquisizione dei contenuti trattati da parte degli oltre 80 partecipanti stranieri provenienti per lo più dall’Est Europa, Marocco, Nigeria, Brasile, Albania, in prevalenza donne. E donne sono anche le quattro mediatrici messe a disposizione dalla Cooperativa pordenonese, peraltro già impiegate in servizi educativi o assistenziali.
Indovinato, peraltro, il nome dell’iniziativa: “Prendersi cura” è l’atteggiamento di fondo proposto a chi desidera svolgere - e a chi si trova a fare - un lavoro assistenziale di base. Prendersi cura come “pre-occuparsi”, “aver cura di”, interessarsi in modo sollecito all’altro e al contesto in cui si svolge la relazione di aiuto. Venti i Comuni coinvolti nel progetto con i rispettivi Servizi sociali: San Michele al Tagliamento, Fossalta di Portogruaro, Teglio Veneto, Gruaro, San Stino di Livenza, Torre di Mosto, Caorle, Jesolo, Eraclea, Pramaggiore, Annone Veneto, Cinto Caomaggiore, Portogruaro, Concordia Sagittaria, San Donà di Piave, Noventa di Piave, Ceggia, Fossalta di Piave, Meolo e Musile.
Durante gli incontri alcuni formatori forniscono semplici accorgimenti da utilizzare per aiutare efficacemente i caregiver familiari e non, in caso l’anziano, come spesso accade, sia affetto da Alzheimer, per permettere di avere le informazioni basilari sulla malattia e sulle conseguenze che ha nel comportamento delle persone. Ma particolare attenzione si è voluta dare alle emozioni, che rivestono un ruolo fondamentale nelle relazioni.
Quanto ai contenuti affrontati, vengono trattati dal punto di vista dell’operatività tenendo presente cosa significhi, nel concreto, lavorare in ambito assistenziale a domicilio, quali i problemi che si incontrano, quali le difficoltà da affrontare. Diversi gli elementi caratterizzanti del progetto: un linguaggio il più possibile semplice con presentazioni ricche di immagini, la progressiva introduzione delle questioni connesse al lavoro, il fornire contemporaneamente concetti teorici e strumenti operativi, la continua integrazione fra i diversi aspetti (relazionali e tecnico-operativi) che connotano il lavoro a domicilio; infine, lo sviluppo parallelo, con pari attenzione e approfondimento, delle questioni di carattere trasversale e di carattere più specifico, riferite ai luoghi di cura nonché alle tipologie di utenti. E ancora gli aspetti culturali, relazionali e di comunicazione tra la badante, spesso straniera, e la famiglia italiana.
Il progetto, partito il 15 giugno si concluderà il 24 luglio, si indirizza verso quella che vuole essere una trasmissione di esperienze e buone pratiche, che possa essere d’aiuto nel lavoro di assistenza e cura a domicilio. Ma altresì vuole essere veicolo di messaggi quali il rispetto, il riconoscimento e il dialogo, requisiti indispensabili per un’accoglienza e un ascolto che permettano di entrare in contatto con il mondo dell'altro.


Fabio Della Pietra
Ufficio Stampa
Cooperativa sociale Itaca
Pordenone
www.itaca.coopsoc.it
Prot.1078