Pordenone 16 luglio - Itaca e Folkest per la Salute mentale (1356)



A 30 anni dalla Legge 180
Itaca e Folkest per la Salute mentale
Pordenone 16 luglio ore 21.15 Taraf Da Metropulitana (Romania)


Pordenone

Sarà il gruppo romeno dei Taraf  Da Metropulitana a portare per il quarto anno anno consecutivo il festival internazionale di musica Folkest a Pordenone. L'appuntamento, previsto in piazza San Marco mercoledì 16 luglio alle 21.15 con ingresso libero, oltre a celebrare i 30 anni in musica di Folkest, sarà anche preziosa occasione per ricordare un altro importante anniversario: i 30 anni dalla promulgazione della Legge 180, varata il 13 maggio del 1978. La serata riproporrà così  il patto a tre fra Comune di Pordenone - assessorato alla cultura e assessorato alle politiche sociali, Cooperativa sociale Itaca e Edit Eventi Spilimbergo.
Da otto anni Itaca si è “intrufolata” nei percorsi di Folkest, con l’intento di inserire alcuni momenti di riflessione - rivolti a chi sta meno bene - in percorsi che sono di comunicazione, serenità, condivisione. "Otto anni passati assieme non sono pochi - afferma il presidente della Coop friulana, Leo Tomarchio -. Significano la condivisione di un percorso che porta, seppur per diverse strade, ad una comune meta finale. Quella della vicinanza, della fratellanza, dell'aiuto reciproco comunque dato al di là di ogni confine etnico, stigmatico, religioso, fisico o di qualsiasi altro genere. Ci piace sottolinearlo in modo particolare quest’anno, nel quale abbiamo da poco “festeggiato” i Trent’anni della Legge 180 (conosciuta anche come Legge Basaglia), relativa alla deistituzionalizzazione manicomiale, ma soprattutto alla garanzia della salute per tutti, e soprattutto per i soggetti più deboli, tra questi le persone con sofferenza mentale. I principi di base della Legge 180 partono dal rifiuto della negazione e dell’esclusione, per passare alla promozione dell’inclusione, del protagonismo, sia della singola persona che del gruppo".
La Cooperativa sociale Itaca nasce nel 1992 a Pordenone e, come si evidenzia nell'art. 3 dello Statuto, vuole “perseguire l'interesse generale della comunità alla promozione umana e alla integrazione sociale delle cittadine e dei cittadini attraverso la gestione di servizi socio-sanitari educativi orientati in via prioritaria, ma non esclusiva, alla risposta ai bisogni di persone in condizioni di svantaggio fisico, psichico e sociale, anziani e minori”. Questo implica un’attenzione ai bisogni reali delle persone, all'accoglienza, al rispetto dell'individualità, alla salvaguardia del diritto di cittadinanza, al potenziamento dell'autonomia e alla valorizzazione delle abilità. "Ma anche al rispetto della storia di ognuno  - aggiunge Tomarchio - ed all'aiuto affinché se ne possa riappropriare, per migliorare la qualità della vita, creare opportunità di inclusione e protagonismo in una rete sociale ed affettiva attiva e partecipe. E’ un’attenzione che si concretizza nel lavoro quotidiano di 1300 lavoratori, che si rivolgono a più di 6000 persone per lo più in condizioni di difficoltà, esclusione o svantaggio".
Itaca e Folkest percorrono insieme questa strada da otto anni: Concordia Sagittaria (2001 e 2002), Latisana (2003), Venzone (2004), Pordenone (2005), Maniago e Pordenone (2006), Pordenone e Portogruaro (2007). "Quasi il disegno di una piccola ragnatela il cui filo parla di diritti -prosegue ancora il presidente di Itaca -, ed in particolare di quelli delle persone con sofferenza mentale. La collaborazione con Folkest e Comune di Pordenone infatti si inserisce nella più ampia promozione di una cultura di accoglienza, rispetto e tutela di ogni diversità, compresa la sofferenza mentale. Se nei primi anni ci autodefinivamo “psichiatria”, oggi preferiamo parlare di salute mentale, per sottolineare il grande percorso che è stato fatto e, nello stesso tempo, per tenere ben presente l’obiettivo, comunque e sempre da sostenere anche a fronte di eventuali pericolose inversioni di tendenza".
Nell’ambito della salute mentale, i soci di Itaca impegnati nel Pordenonese collaborano con il locale Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda sanitaria n.6 Friuli Occidentale in cinque strutture residenziali riabilitative e nei laboratori dei Centri Diurni dei Centri di Salute Mentale. In ogni luogo si lavora per programmi individuali con le persone inserite, cercando di usufruire il più possibile dei contesti informali, esterni al circuito “sanitario” che il territorio offre. Vi sono, altresì, attività legate alla Cooperazione sociale di tipo B ed agli inserimenti lavorativi. E poi c'è “Casa Ricchieri” a Pordenone, una struttura di accoglienza residenziale interamente gestita da Itaca, dove una decina di persone con sofferenza mentale, svantaggio o disadattamento sociale trova ospitalità ed aiuto, formando, aiutati dagli operatori, un “gruppo famiglia” per rassicurarsi, riappropriarsi delle proprie capacità, reinserirsi nella dimensione sociale.

La serata del 16 luglio in piazza San Marco vedrà come ospiti i Taraf  Da Metropulitana (Romania), un trascinante ensemble di musicisti - voce, violino, fisarmonica, cymbalon, contrabbasso a tre corde – passati dai matrimoni in Romania ai palchi di tutta Italia. Propongono ritmi balcanici e orientaleggianti nelle stazioni e nei vagoni della metropolitana delle grandi città italiane. Ma chi sono e da dove vengono questi musicisti che si ascoltano in viaggio tra due fermate sotterranee? Quasi nessuno riesce a capirlo e a saperlo. Un mondo e delle storie che rimangono sconosciute anche se spesso la curiosità è tanta. Ma a volte qualcosa può emergere da questa metaforica oscurità: si comincia a parlare con un violinista, si scopre che collabora con altri ed ecco che dal cuore underground di Roma spunta fuori un Taraf dell’Oltenia rumena (diviso in vari vagoni per esigenze di spettacolo) ma unito quando c’è da scaldare un locale, un matrimonio o una piazza. Ecco allora Taraf Da Metropulitana, virtuosi di violino, fisarmonica, cymbalon, bassogardon e altri strumenti, arrivati da pochissimo in Italia con il loro ricco repertorio di melodie tradizionali del cuore dei Carpazi. Come spesso accade, anche questi sconosciuti risultano abili musicisti - hanno collaborato con i più grandi artisti dell’est europeo -, virtuosi catapultati dai matrimoni e dalle feste tradizionali dell’Oltenia direttamente nel ventre delle grandi città europee, e offrono un repertorio misto, alternando alle doine e sirbe tradizionali rumene, anche canzoni napoletane e tarantelle.
I Taraf Da Metropulitana sono: Adrian Bilteanu - violino; Marian Serban - cymbalon; Albert Mihai - fisarmonica; Petrika Namol - contrabbasso a tre corde.


Fabio Della Pietra
Ufficio Stampa
Cooperativa sociale Itaca
Pordenone
www.itaca.coopsoc.it
Prot. 1356
Allegato Rimosso