Daniela Fagni in risposta



Sono Daniela Fagni e soffro da più di 10 anni di un grave disturbo 
mentale.
Dalla fine del 2005, data della mia ultima crisi acuta ho 
iniziato, grazie ai servizi offerti e rinnovati sul mio territorio, a 
pensare con più attenzione sulla questione malattia mentale cronica con 
poche possibilità di guarigione.
Cari Signori della Rai o chiunque voi 
siate sappiate che dopo un percorso di riabilitazione psico/bio/sociale 
sono riuscita a riprendere il controllo della mia malattia che ora non 
chiamo più malattia, ma semplice disturbo da tenere sotto controllo.
La 
malattia mentale per me non esiste, ma esiste un disagio sociale in 
seguito alla perdita di valori importanti come il possedere una casa o 
un lavoro, che sono anch'essi valori.
I valori importanti sono anche 
quelli etici e morali, ma se la società del consumismo, del non 
rispetto delle differenze,  del pensare solo a noi stessi ecc. prendono 
il sopravvento, grazie anche a una televisione insensibile ai disagi 
interiori di persone ormai imbottite da neurolettici, sfiduciate e 
senza speranza, allora è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche 
!
La mia sofferenza mi ha resa aggressiva rispetto a quello che si 
potrebbe fare e invece nessuno fa.
La malattia mentale prima che 
diventi il male del secolo, come già è stata chiamata, va debellata 
sostituendo la sfiducia nella politica e in una vita dignitosa con la 
fiducia invece di riuscire a vivere in un mondo "umano" e di riuscire 
a  divulgare un messaggio alternativo, diverso e finalmente 
costruttivo.
La TV può tutto quindi suggerisco programmi più sensibili 
alla cultura che potrebbe essere acqua per chi non beve da troppo tempo 
e programmi che spieghino non il nuovo psicofarmaco che salva da chissà 
quale depressione, ma programmi che spieghino che grazie ad un Ascolto 
attento da parte di psicologhi e psichiatri la malattia mentale può 
piano piano essere riconosciuta dall'utente e quindi padroneggiata e 
vissuta come un semplice limite, come un qualsiasi altro disturbo.
A me 
questo è successo e sono pronta a testimoniarlo al mondo intero perchè 
i miei amici "malati", ritenuti spesso anche pericolosi, sempre grazie 
a l'insensibilità di troppi giornalisti, li voglio vedere ritornare a 
sorridere con fiducia in un mondo pronto ad accoglierli e a reinserirli 
nella società cosiddetta "sana".

Daniela Fagni