Convegno sull'acqua: spostato al 3 aprile



FORUM PUGLIESE DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA
segreteriacomitatopugliese at gmail.com

INVITA
LA S. V.        
A
TARANTO
SALONE DEGLI STEMMI
PALAZZO DELLA PROVINCIA
VIA ANFITEATRO
GIOVEDI’  3  APRILE  2008
ORE 17.00


AD UN INCONTRO SUL TEMA

“ACQUA BENE COMUNE”


Alla cortese attenzione della  S.  V. 

Il “Forum Pugliese dei Movimenti per l’Acqua”  organizza un incontro  a
Taranto per evidenziare il “problema acqua” che liberalizzazioni
indifferenziate stanno per trasformare in merce. 
La battaglia sarà dura perché il nuovo “oro blu” sta diventando
appetitoso sostituto di altri ori  più o meno neri.
Propongo le riflessioni che seguono perché ciascuno si faccia una
propria convinzione e partecipi e sottoscriva la propria adesione. 
Aggiungerei che la già operante riduzione dei diritti civili nel nostro
paese porterebbe, attraverso l’acqua/merce, anche ad un conseguente
ridimensionamento della democrazia.

Ubaldo Molinari
ubaldomolinari at libero.it

INVIARE LE ADESIONI A:
segreteriacomitatopugliese at gmail.com     
forumacquapuglia at lists.riseup.net
sono gratuite e non comportano altro che l’adesione scritta. Vi
aspettiamo




                                                           
La natura del bene acqua

L’acqua è un bene pubblico in quanto risponde ai caratteri di
non-escludibilità e non rivalità. Infatti, il suo utilizzo da parte di
un soggetto o di un gruppo non ne impedisce la fruizione da parte degli
altri (ovvero, il consumo da parte di un individuo non ha effetti
sull’ammontare disponibile di quel bene per gli altri individui) e in
quanto non è possibile escludere (teoricamente) alcun individuo dall’uso
della stessa. All’acqua, inoltre, è attribuito il carattere di bene
comune nella misura in cui ad ogni individuo è riconosciuto un comune
diritto di accesso. Poiché tali principi sono riconoscibili anche a
scala mondiale, ne deriva che l’acqua è un bene pubblico comune globale.
Più nello specifico, i beni pubblici globali sono caratterizzati da
transcalarità della loro azione (il ciclo dell’acqua è alla base
dell’equilibrio ecologico del sistema terra e le conseguenze di una sua
alterazione, anche nel caso in cui sia prodotta a livello locale, si
riflettono a scale diverse). Infatti, essi sono definiti come quei beni
i cui “benefici o costi coinvolgono più o meno tutta l’umanità; i cui
effetti esprimono una forte componente intergenerazionale; la cui
fornitura richiede una forte componente cooperativa dagli
stati” (Bizzarri, Baranes, 2006). L’acqua è anche un bene sociale in
virtù sia del suo ruolo sociale e culturale che dell’esistenza di
esternalità positive legate al suo utilizzo. Infatti, l’utilizzo di
acqua potabile pulita e di buona qualità incide sul miglioramento
generalizzato delle condizioni igienico-sanitarie, miglior cura della
persona, maggiore qualità nutrizionale degli alimenti. 
In ambito istituzionale, il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni
Unite (ONU, 2003), nell’osservazione generale n° 15 sull’applicazione
del Patto Internazionale sui diritti economici, sociali e culturali,
specifica che “l’acqua è una risorsa naturale limitata e un bene
pubblico fondamentale per la vita e la salute. Il diritto umano
all’acqua è indispensabile per vivere dignitosamente ed è la condizione
di altri diritti umani”. Nel testo si evidenzia come per diritto umano
all’acqua debba intendersi: “Il diritto di tutti a disporre di acqua
sufficiente, salubre, accettabile e accessibile per uso personale e
domestico”.
Tale affermazione giunge in seguito ad una riflessione che ha investito
intellettuali e politici e un percorso “istituzionale” piuttosto
travagliato che, nato negli anni ’80, identificava inizialmente l’acqua
come un bene economico e considerava l’accesso ad essa come un bisogno
vitale da soddisfare piuttosto che come un diritto umano da garantire.
La differenza fra bisogno e diritto, lungi dall’essere meramente
terminologica, è sostanziale. Parlare, infatti, di accesso all’acqua
come di diritto umano significa affermare che è “responsabilità della
collettività assicurare le condizioni necessarie e indispensabili per
garantire un tale diritto a tutti” (Petrella, 2001). Al contrario,
intendere l’acqua come bisogno non comporta alcuna responsabilità
collettiva e, pertanto, spetta a ciascuno individuo darsi i mezzi per
soddisfare il bisogno in base alle proprie capacità.
La partecipazione alla gestione, l’attenzione alle esternalità sociali
positive e alla tutela ambientale mal si coniugano con un modello
gestionale privato, orientato al profitto e per di più in una situazione
di monopolio naturale.


Nella nostra Provincia ci sono paesi in cui il 50 % della popolazione
non ha rete idrica potabile e paga l’acqua sporca di pozzo tre/quattro
volte più cara dell’acqua di acquedotto.
Ecco alcune motivazioni per sostenere con urgente passione la legge di
iniziativa popolare già sottoscritta da numerosi enti locali ed
associazioni.  

Dati della Puglia sulla campagna per la Legge di Iniziativa Popolare
sulla Ripubblicizzazione del Servizio Idrico 
Associazioni aderenti al Forum Pugliese: più di 180 fra realtà ed
organizzazioni (www.acquabenecomune.org) 
Firme raccolte: dati ufficiosi circa 30.000
Comuni e Province che hanno aderito con delibera:
1.      Comune di Bitonto (BA);
2.      Comune di Carlantino (FG);
3.      Comune di Casalvecchio di Puglia (FG);
4.      Comune di Casamassima (Ba);
5.      Comune di Ceglie Messapica (BR);
6.      Comune di Cellino San Marco (BR); 
7.      Comune di Cisternino (BR);
8.      Comune di Corigliano d’Otranto (LE);
9.      Comune di Foggia;
10.     Comune di Lizzanello (LE);
11.     Comune di Locorotondo (BA);
12.     Comune di Melpignano (LE);
13.     Comune di Mesagne (BR);
14.     Comune di Ostuni (BR);
15.     Comune di Poggio Imperiale (FG);
16.     Comune di Rignano Garganico (FG);
17.     Comune di Salice (LE);
18.     Comune di San Paolo di Civitate (FG);
19.     Comune di San Pietro Vernotico (BR);
20.     Comune di Specchia (LE);
21.     Comune di Statte   (TA)
22.     Comune di Torremaggiore (FG);
23.     Comune di Villa Castelli (BR);
24.     Provincia di Bari.