Riuso a Taranto delle aree demaniali militari. Lettera al Ministro della Difesa



Al Sig. Ministro della Difesa on. PARISI

p.c. Presidente del Consiglio dei Ministri on. PRODI
“ Vice Presidente del Consiglio dei Ministri on. RUTELLI
“ Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio on. LETTA
“ Coordinatore Tavolo Istituzionale per Taranto prof. BOCCIA
“ Presidente della Regione Puglia on. VENDOLA
“ Assessore per il Turismo e Industria Alberghiera on. OSTILLIO
“ Presidenza del Consiglio dei Ministri
Dipartimento per lo sviluppo e la Competitività del Turismo
“ Presidente della Provincia di Taranto Dott. FLORIDO
LORO SEDI



Oggetto: Protocollo d’intesa tra Comune di Taranto – Ministero Aree Urbane – Ministero della Difesa – Ministero Interventi Straordinari per il Mezzogiorno – Regione Puglia – Amministrazione Provinciale di Taranto per la delocalizzazione delle istallazioni militari navali sul Mar Piccolo e il recupero e la valorizzazione degli immobili dismessi – Recepimento Delibera Consiglio Comunale di Taranto del 3 Febbraio 1992.


Egregio Sig. Ministro,
come è noto Taranto attraversa un periodo di profonda crisi che non è solo di natura economica, dovuta al dissesto del Civico Ente da noi oggi amministrato, ma sociale e culturale.

La città vive ormai con sofferenza lo sviluppo condizionato ed imposto dall’esterno dalle due “potenze” presenti per motivi storici sul territorio: la Marina e l’Ilva.

E’ in atto una crisi d’identità culturale e di appartenenza alla comunità da parte della cittadinanza tale da rimettere in discussione il modello eterodiretto di crescita di questo territorio, a cui è doveroso per chi amministra la città rispondere con proposte innovative di sviluppo, pena la deriva verso forme degenerative di qualunquismo.

Per questo tra i punti centrali del nostro programma abbiamo posto il riuso della aree demaniali militari sul Mar Piccolo (ormai di fatto dismesse) per valorizzarle ai fini turistico-culturali.

Strutture della Difesa occupano aree nel 1° e 2° Seno del Mar Piccolo, (Arsenale e Stazione Torpediniere, ex idroscalo Bologna dell’Aeronautica Militare, Cimino, ecc.) per oltre 120 ettari di superficie, aree al centro della Città ormai non più in uso (baraccamenti Cattolica o ex Cral Arsenale) ed operative sul Mar Grande e a San Vito per oltre 50 ettari.

La Città è imprigionata fisicamente nel suo sviluppo urbano, racchiusa in una tenaglia delimitata dai due muraglioni militari dislocati per chilometri lungo le coste del Mar Piccolo e del Mar Grande, che rendono inaccessibile ai tarantini il mare più vicino.

La perfetta simbiosi, durata oltre 125 anni tra Città di Taranto e la Marina, rischia di incrinarsi se non si rispetteranno i patti sottoscritti nel protocollo d’intesa (riportato nell’oggetto) in previsione del trasferimento della Stazione Navale da Mar Grande (che ad ogni buon fine si allega).

In quell’occasione storica (1992, ben 15 anni fa) si sancisce formalmente:

“CONSIDERATO

• che un’esigenza particolarmente avvertita dalla città di Taranto è quella di poter fruire di un affaccio sul Mar Piccolo, attualmente quasi integralmente precluso da rilevanti infrastrutture logistiche ed operative di pertinenza del demanio militare marittimo; • che dette infrastrutture, pur se sorte per evidenti finalità di carattere strategico-militare, hanno ormai perduto gran parte della loro importanza a fronte della realizzazione, in corso di ultimazione, della nuova Stazione navale in Mar Grande; • che, nei predetti fini, appare di eccezionale interesse la dismissione degli edifici delle aree oggi occupate dalle istallazioni navali militari attraverso la loro sdemanializzazione e la cessione in uso al Comune di Taranto, per la realizzazione un riassetto funzionale di una vasta area urbana con rilevanti effetti positivi sulla razionalizzazione del sistema viario dell’intero centro storico, sulla possibilità di insediamenti produttivi di carattere turistico sul Mar Piccolo, sulla stessa riutilizzazione del notevole patrimonio immobiliare del demanio militare lasciato in uso alla collettività in funzione della creazione di un polo socio-culturale, di servizi e di verde pubblico. . . .

CONVENGONO

quanto segue:

1. costituiscono obiettivi primari per l’area di Taranto la delocalizzazione delle istallazioni militari navali sul Mar Piccolo ed il recupero e la valorizzazione degli immobili e degli spazi così dimessi, al fine di consentire un uso da parte della collettività aderente ai nuovi modelli di sviluppo della città stessa, riferiti alla sistemazione viaria, alla promozione di una nuova imprenditorialità a vocazione turistica, ad una accresciuta rete di servizi e di verde pubblico. . . .”

Il predetto protocollo d’intesa firmato dai Ministri della Difesa, delle Aree Urbane, degli Interventi Straordinari nel Mezzogiorno, dal Presidente della Regione Puglia, dal Presidente della Provincia di Taranto e dal Sindaco di Taranto, non ha mai avuto pratica attuazione per i ritardi dovuti al completamento della Stazione Navale a Mar Grande ultimata solo quattro anni fa.

Oggi i tempi sono maturi per la sua concreta realizzazione: “pacta servanda sunt”.

Dal disastro attuale la città può uscirne grazie anche all’aiuto del Ministero della Difesa e della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Taranto è la capitale italiana della Marina Militare, che ha tutto l’interesse, unitamente alla città, a promuovere sé stessa, la sua memoria storica, tramite i siti che ha saputo preservare nel territorio cittadino.

Un Ufficiale colto e lungimirante come l’Ammiraglio RICCI (ex Comandante in Capo del Dipartimento) nel corso del suo servizio a Taranto, ha profuso tutte le sue energie per valorizzare ai fini turistici il Castello Aragonese e il Museo storico-artigianale dell’Arsenale, ottenendo risultati eccezionali per la città.

Oggi sembra che l’orientamento dell’Alto Comando e della Marina per Taranto stia cambiando in senso negativo.

In occasione di un recente incontro richiesto dalla Regione Puglia il 4 u.s., con la presenza oltre del Comune di Taranto, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Agenzia del Demanio e di altri soggetti istituzionali tra cui lo Stato Maggiore della Marina, il Comandante attuale del Dipartimento, amm. FAGGIONI, non conoscendo il precitato protocollo d’intesa e i precedenti impegni assunti dal Ministro della Difesa ha mostrato resistenza su un’ipotesi di localizzazione della Nave V. Veneto nell’ex Stazione Navale del Mar Piccolo, anche con l’affidamento in couso dell’area tra il Comune di Taranto e la Marina Militare.

Gli argomenti utilizzati per conservare tutto ciò che la Marina ha oggi in uso (oltre 90 ettari e 3,5 Km. di costa a mar Piccolo e l’esteso territorio della Stazione navale a Mar Grande) sono davvero opinabili: la carenza di banchine di attracco per delle navi militari.

Senza voler entrare in discorsi operativi, di competenza della Forza Armata, è notorio a tutti che l’ex banchina Torpediniera è da tempo lasciata inutilizzata e che ci sono innumerevoli banchine all’interno dell’Arsenale sotto utilizzate.

Si fa presente che la richiesta di localizzazione per il Veneto a Mar Piccolo è ritenuta dall’Amministrazione Comunale importantissima e vitale, poiché questo progetto (caldeggiato insieme a tutta la città dal Vice Presidente del Consiglio on. RUTELLI) avrà successo solo se la nave avrà a contorno, nel “Water front” dell’area urbana del Borgo, un Polo Museale del mare che possa fungere da attrattore turistico per il rilancio dell’intera area di Taranto.

Tale localizzazione deve essere stabilita in tempi rapidi per avviare con la musealizzazione del Veneto un progetto complessivo di valorizzazione turistico-culturale, con attività di riqualificazione del Centro storico di Taranto.

Stante lo stato di dissesto delle casse comunali, è intenzione dell’Amministrazione Comunale di acquisire tutte le risorse regionali, nazionali e comunitarie per il rilancio del nostro territorio, utilizzando “in primis” il Piano Strategico dell’Area Vasta Tarantina (fondi 2007 – 2013) anche per il riuso e la valorizzazione turistico-culturale delle aree demaniali militari da dismettere.

Per l’ex Stazione Torpediniera sul Mar Piccolo, nel rispetto della sua storia e della Storia di Taranto legata indissolubilmente alla Marina Militare, si pensa di trasformarla in un Polo Museale del mare, richiedendo alla Marina Militare, oltre al “Vittorio Veneto”, un sommergibile dismesso della classe Sauro, il “Di Cossato”, e l’ex Magazzino Viveri di Maricommi da utilizzare come Museo dell’Arsenale, Museo Nazionale della Marina, Acquario e struttura ricettiva. Tale idea progettuale è stata già consegnata per le vie brevi a Maridipart Taranto e alla Regione Puglia dall’Assessore CERVELLERA.

Così come previsto da uno studio redatto da ISCOM GROUP, si pensa di sviluppare un Accordo di Programma tra diversi soggetti, nella scia e nel rispetto del Protocollo d’Intesa sottoscritto solennemente tra la Città di Taranto, la Provincia, la Regione Puglia e il Governo nel 1992.

In tale direzione l’Agenzia del Demanio può promuovere, oltre che parteciparvi insieme al Ministero della Difesa, al Comune di Taranto e dalla Regione Puglia, una Società di Trasformazione Urbana.

Per quanto sopra si ritiene indispensabile ed urgente un incontro con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministro per la Difesa, con il coinvolgimento del tavolo Istituzionale per la Città di Taranto, al fine sia di salvaguardare il progetto di musealizzazione del “Vittorio Veneto”, sia per avviare il rispetto dei patti convenuti nel più volte citato Protocollo d’Intesa, a partire dalla restituzione di aree demaniali vitali per la città.

In attesa di un vostro gentile riscontro si inviano i più cordiali saluti.

Taranto, lì 10/10/2007

ASSESSORE all’URBANISTICA-EDILITA’
RAPPORTI con la MARINA MILITARE Il SINDACO di TARANTO
Dott. Alfredo CERVELLERA Dottor Ippazio STEFÀNO