Diossina, lettera aperta del segretario regionale della Uil al Direttore dell'Arpa Puglia



Lettera aperta del Segretario Generale della Uil di Puglia e di Bari, Aldo Pugliese, al presidente dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato



Caro professore,



abbiamo letto e apprezzato le risposte che ha fornito alle associazioni ambientaliste di Taranto rispetto ai rilievi sui controlli che l’Arpa ha effettuato dall’11 al 16 giugno all’interno dell’Ilva.

Come lei sa, non abbiamo nessun dubbio sulla Sua dirittura morale e sulla Sua onestà professionale ed intellettuale; del resto, nelle sedi opportune abbiamo sempre evidenziato tutto questo.

Abbiamo anche accolto e fatte nostre le rilevazioni che Lei puntualmente ha fornito per conto dell’Arpa. Abbiamo a mente la documentazione prodotta e la conserviamo tutt’ora; quella stessa documentazione della quale, purtroppo, non tutti hanno fatto tesoro, a partire dalla giunta regionale della Puglia.

E’ pur vero che questi controlli che avete effettuato sulla diossina sono il risultato del protocollo d’intesa Regione-Ilva, ma è bene ricordare che in quel protocollo erano previste altre cose: ad esempio la copertura dei parchi di minerali dal 1° marzo scorso. Un intervento che l’Ilva non ha effettuato e che la Regione ha ignorato.

I controlli svolti nell’impianto di agglomerazione, sono il frutto di uno sforzo imponente del personale dell’Arpa (purtroppo quasi tetti precari) a cui va riconosciuto il grande lavoro svolto, a cominciare da quello dei suoi collaboratori, del dott. Roberto Giua (a proposito: sarebbe interessante rispolverare e chiedere conto sull’indagine che anni addietro svolse sulle cokerie) e del coordinatore ing. Di Natale.

Il tutto nonostante l’Arpa abbia un organico decisamente al di sotto del necessario: circa 200 unità rispetto ai 1220 dell’Arpa Veneto. Sarebbe il caso che la Regione finalmente intervenisse.

Va detto comunque che i campionamenti per la diossina sono stati rilevati dal camino dell’impianto di agglomerazione; e va detto anche che a fianco all’Arpa ha operato l’Istituto Nazionale di Chimica Ambientale voluto dall’Ilva. E’ come se in una partita di calcio una squadra si portasse dietro il proprio arbitro.

Quando parliamo di diossina, bisogna ricordare che quella analizzata è soltanto una parte di quella realmente prodotta all’interno dell’Ilva. Motivo per cui se vogliamo avere un quadro complessivo delle emissioni di diossina, si dovrebbero fare i controlli su quasi tutti gli impianti: cokeria, acciaierie, altiforni, e per finire sulle discariche. Come sa, professor Assennato, la diossina è prodotta da tutti quei prodotti derivati dal petrolio: sostanze chimiche come plastica, pneumatici, cavi elettrici ecc.

Parliamo anche di rottami ferrosi, che vengono convogliati nei convertitori dell’acciaieria, dei trasformatori elettrici, che contengono apirolio, di cui gradiremmo sapere come avviene lo smaltimento.

Inoltre, a noi risulta che i tantissimi incendi verificatisi nell’Ilva hanno prodotto diossina e vorremmo sapere se le bonifiche sono state fatte in quegli impianti. La stessa diossina è poi presente anche nelle centraline aerodinamiche degli impianti di laminazione e dei tubifici. Impianti e attività che producono il pcdd e il fluorobenzofaraonico.

Con tutto questo non intendiamo certo imputare a Lei nessuna responsabilità. Le riconfermiamo anzi la stima che da sempre nutriamo nei suoi confronti, ma non possiamo fare a meno di ricordare che in quella Intesa del 23 ottobre scorso era previsto che la verifica della diossina andava fatta solo sull’impianto di agglomerazione. E tutto il resto?

La ringraziamo pertanto per l’attenzione che vorrà prestare alle nostre osservazioni e siamo convinti altresì che le condividerà in pieno. Anzi, ci auguriamo che vi sia un seguito che possa portare chiarezza e tranquillità nella popolazione di quella che secondo un recente studio è la città più inquinata d’Italia.

Cordiali saluti


Il Segretario generale

(Aldo Pugliese)