Piano Regolatore di Taranto: Blonda aveva stoppato il rigassificatore il 25 agosto 2006. E ora Bersani tenta un blitz?



Da www.tarantosera.com - Venerdì 9 Febbraio 2007

Si discute di Piano Regolatore Portuale a Taranto da molti anni. Sei anni
fa, esattamente nel luglio del 2002, il Comitato Portuale ha approvato le
linee guida per la redazione del Prp del porto di Taranto, che è stata
affidata, l'anno successivo, alla società Tangram, un raggruppamento di
imprese prevalentemente genovesi costituito da Sciro Spa, Marconsult srl e
Studio Bsa. Sono trascorsi alcuni anni, da allora, la Tangram ha elaborato
il Piano Regolatore Portuale e finalmente, l'anno scorso (maggio 2006) il
Comitato portuale ha deliberato l'adozione preliminare del piano che è
stato poi trasmesso al Comune di Taranto affinchè rilasciasse il parere
dell'amministrazione comunale, così come previsto dalla legge. A quel
punto, qualcosa è andato storto, per fortuna della città, perchè
all'amministrazione Di Bello - andata via per le note vicende - era
succeduta una gestione commissariale, quella del Commissario Straordinario
dr. Tommaso Blonda, che accortosi, evidentemente, che in quel piano c'era
qualcosa che non andava, l'ha stoppato. E con delibera del 25 agosto del
2006, ha in pratica detto di no, e cioè che il Comune non approvava il
Piano Regolatore Portuale perchè in esso era previsto un rigassificatore a
ridosso della città. E giustamente, il dr. Blonda, scrive  che senza una
verifica sulla sicurezza dell'impianto - riassumiamo in parole povere - il
Comune non avrebbe rilasciato nessun nulla osta. Salvando, di fatto, la
città, da una possibile bomba ecologica - come è stato definito il
rigassificatore, a poche centinaia di metri dal centro abitato.

Volendo essere ancora più precisi, nella sua delibera il Commissario ha
legato l'approvazione del Piano alle seguenti condizioni: prima, la
verifica della possibilità di delocalizzazione delle attività di
movimentazione del terminal Rinfuse (quello del carbone, appunto, altra
attività altamente inquinante, già al vaglio della magistratura tarantina)
dal secondo sporgente in un'altra zona portuale più lontana dalla città;
seconda condizione: l'individuazione dei criteri necessari alla
salvaguardia dell'ambiente sempre legati alle operazioni di scarico e
trasporto del carbone da e per il terminal Rinfuse; terza condizione,
appunto, quella che in sostanza è anche la più importante, legata alla
verifica della compatibilità ambientale e di sicurezza rispetto alla
possibilità di insediamento nell'area tra Punta Rondinella e il molo
polisettoriale, di centri di produzione e trasformazione di energia, tra i
quali un impianto di rigassificazione.

Ora, ed alla luce di tutto ciò, ci domandiamo e domandiamo ai diretti
interessati se è vero che, nonostante tutto e nonostante la delibera del
commissario straordinario, il Comitato portuale abbia in animo di
procedere comunque all'adozione ed alla approvazione del piano. Perchè se
così fosse - ricordiamo che ieri TarantoSera ha pubblicato un servizio che
anticipava la notizia di presunte "pressioni" da Roma perchè ciò
avvenisse, servizio, tra l'altro, ad oggi mai smentito - sarebbe un fatto
gravissimo che TarantoSera non rinuncerà a denunciare perchè, lo
ribadiamo, se così fosse, non si farebbe altro che tentare di far passare
dalla finestra ciò che è già uscito dalla porta.Inoltre, qualcuno dovrà
spiegare alla città perchè un Piano Regolatore Portuale fermo praticamente
da sei anni, dovrebbe essere adottato ed approvato in pochi giorni, quasi
come fosse un blitz. Con l'ulteriore considerazione che manca ormai poco -
probabilmente - alla nomina di un Presidente dell'Autorità Portuale che, a
nostro avviso, avrebbe il diritto di dire la sua sulla programmazione di
cui il porto intende dotarsi da oggi e per i prossimi anni.