I problemi dell'inceneritore di Taranto



Il 19 gennaio PeaceLink ha scritto al Commissario prefettizio di Taranto,
Tommaso Blonda, sollevando forti perplessità circa la paventata
riattivazione dell'inceneritore, già al centro di una controversia
giudiziaria.

La questione della possibile emissione di nanoparticelle era posta con
evidenza nella lettera a Blonda (si veda
http://lists.peacelink.it/taranto/msg01350.html).

Ma c'è anche dell'altro.

La città dimentica facilmente, i politici di professione non ne parliamo
neppure. E allora ecco Internet: la memoria di rete serve a non
dimenticare.

Dobbiamo infatti ricordare che il 16 maggio 2006 furono messi i sigilli
all'inceneritore di Taranto dalla Guardia di Finanza per emissioni di
acido cloridrico, acido fluoridrico e ossido di carbonio oltre i limiti di
legge.

Tali emissioni sono regolate dal Decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 372
che attua la direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione
integrate dell'inquinamento.

Tornato in funzione dopo lavori di manutenzione, l'inceneritore era stato
al centro dell'inchiesta che ha portato alla condanna per abuso d'ufficio
dell'ex sindaco Rossanna Di Bello.

Il sostituto procuratore della Repubblica Mariano Buccoliero, sulla base
di accertamenti compiuti dai finanzieri, ha ritenuto che
l'impianto(gestito da un gruppo di imprese capeggiato dalla
“Termomeccanica ecologica”) inquina l'atmosfera.

Nell'inchiesta figurano due indagati, nei cui confronti si ipotizzano il
reato di “getto pericoloso di cose” e la violazione di norme a tutela
dell'ambiente. Gli indagati sono il responsabile di gestione della
“Termomeccanica”, e il responsabile della conduzione dell'impianto.

L'inceneritore di Taranto era tornato in funzione solo da poche ore dopo
circa quattro mesi di fermo per lavori di adeguamento. L'inchiesta che ha
portato al sequestro preventivo dell'inceneritore costituisce un troncone
di quella principale che il 25 febbraio scorso era sfociata nella
condanna, decisa dal gup Pio Guarna con rito abbreviato, ad un anno e
quattro mesi di reclusione (pena sospesa) del sindaco di Taranto, Rossana
Di Bello. Quest'ultima era stata ritenuta colpevole di abuso d'ufficio e
falso in relazione alla delibera, risalente al giugno 2000, con cui si
affidava alla “Termomeccanica” la gestione dell'inceneritore; gli ex
componenti della giunta municipale erano stati invece assolti.

Poche ore dopo la sentenza il sindaco aveva rassegnato le dimissioni ed
ora il Comune di Taranto è retto dal commissario straordinario, Tommaso
Blonda.

Il sequestro del maggio scorso è stato deciso sulla base di un
monitoraggio eseguito dalla Guardia di Finanza sulle emissioni in
atmosfera dell'impianto dall'agosto del 2001 all'ottobre del 2005. Dalle
successive analisi di laboratorio sarebbe emerso il superamento dei limiti
consentiti dalla legge, in particolare per le emissioni di acido
cloridrico, acido fluoridrico e ossido di carbonio.

Queste informazioni sono state tratte dalla seguente fonte:
http://www.lanuovaecologia.it/rifiuti/politiche/5838.php


---
Alessandro Marescotti
http://www.peacelink.it
Sostieni la telematica per la pace, versa un contributo sul c.c.p.
13403746 intestato ad Associazione PeaceLink, C.P. 2009, 74100 Taranto
(TA)