Rigassificatori: la linea del governo Prodi è di privilegiare i territori che non fanno barricate



Riunione della cabina di regia e proteste
Gas, il governo non blocca Brindisi
(Piero Ricci)

Presto la decisione su Taranto. "Se la Puglia dice no, pagherà"

Brindisi, per ora, c´è. Il rigassificatore della British Gas è fra i tre, autorizzati e in costruzione, che il governo Prodi dà già per acquisiti, pronti a dare entro il 2010 parte di quei 30 miliardi di metri cubi di gas necessari per rispondere al fabbisogno che cresce e affrancarsi dalle forniture russe e algerine. L´impianto di Taranto, invece, proposto dalla spagnola Gas Natural, entra nella lista dei sette progetti i cui iter amministrativi vanno chiusi in tre mesi e dalla quale bisognerà selezionare i due impianti da costruire entro il 2015. Sono queste le determinazioni della cabina di regina sui rigassificatori che si è insediata ieri a Palazzo Chigi, presente il premier Romano Prodi con il sottosegretario Enrico Letta e i ministri dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani, dell´Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio e delle Infrastrutture Antonio Di Pietro. Formalmente, la cabina di regia non s´è occupata di Brindisi perché, sul piano tecnico, sull´impianto della British Gas, non ci sono ostacoli. È chiaro che si mette in conto la sollevazione popolare, i veti di Comune e Provincia di Brindisi, quello pesante della Regione Puglia, disposta ad accettare un rigassificatore ma non nel porto messapico. Ma il silenzio della cabina di regia sul caso-Brindisi ha qualcosa di assordante: il governo asseconderà la volontà degli enti locali ma non li seguirà in un contenzioso con gli inglesi coi quali, invece, bisognerà concordare una soluzione. Nell´eventuale muro contro muro, insomma, Roma non metterà un euro di risarcimento né, quindi, proverà a revocare o annullare autorizzazioni già date. La linea del governo Prodi è di privilegiare i territori che non fanno barricate. E se questa è la filosofia, fuori gioco sarebbe anche Taranto, dove Provincia e Regione, invece, non fanno barricate, ma non manca la protesta popolare. Cassare il capoluogo jonico non pregiudicherebbe l´investimento degli spagnoli in Italia che un rigassificatore sono pronti a realizzarlo anche a Trieste, uno dei sette sui quali bisognerà chiudere l´iter amministrativo entro la fine dell´anno. Le alternative alla Puglia non mancano e su questo fa leva il governo alle prese con l´emergenza energetica. La regione fuori dalla mappa dei rigassificatori farebbe felici quanti, tra brindisini e tarantini, ieri hanno partecipato al sit-in davanti a Palazzo Chigi, nella vana attesa di interloquire con qualcuno dei componenti della cabina di regia. Una delegazione del comitato per il no di Brindisi, ha incontrato al ministero dello Sviluppo economico, il sottosegretario Alfonso Gianni (Rifondazione comunista). «Il governo condivide il nostro no all´impianto ma punta sulla valutazione d´impatto ambientale mentre per noi è importante l´annullamento», osserva mentre sta ritornando da Roma, Doretto Marinazzo, rappresentante brindisino di Legambiente, l´associazione che pure sui rigassificatori non erge barricate anzi li auspica e sollecita, tranne che in un caso: Brindisi. I rappresentanti del comitato tarantino hanno, invece, incontrato la segreteria tecnica del ministro dell´Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, ottenendo la riammissione delle osservazioni presentate in ritardo dagli ambientalisti nell´ambito della procedura di Via.

La Repubblica - Bari
(31 August 2006)