Il rigassificatore farà un passo avanti il 2 maggio con il piano regolatore portuale



La Gazzetta del Mezzogiorno - 20.04.2006

Taranto - Piano regolatore portuale, il 2 maggio c'è il sì del comitato. I suggerimenti degli architetti all'Authority: concorsi di progettazione e intervento del capitale privato

Piano regolatore portuale, nella seduta del 2 maggio il comitato portuale presieduto dal commissario Luigi Lobuono effettuerà la pre-adozione dello strumento urbanistico. Dopodichè, il Prp sarà inviato al Comune per l'intesa tra Palazzo di Città e l'Authority, quindi tornerà in comitato per la definitiva approvazione. Un mese circa è il tempo calcolato per compiere questo passaggio. A quel punto il Piano regolatore sarà inviato al Consiglio superiore dei Lavori pubblici e ai ministeri delle Infrastrutture e dell'Ambiente che dovranno pronunciarsi per poi tornare in Puglia dove il placet finale spetta alla Regione. Il Piano regolatore è lo strumento che ridisegna le aree del porto in vista delle future prospettive e degli interessi economici e imprenditoriali espressi nei confronti dello scalo, vedi i progetti per un nuovo terminal container da parte degli americani della Westland o del rigassificatore proposto dagli spagnoli di Gas Natural.

Intanto, il Piano regolatore del porto è stato oggetto di valutazione da parte dell'Ordine degli architetti cui è stato illustrato dall'ingegner Domenico Daraio, dirigente tecnico dell'Authority, e dall'architetto Sergio Scarcia, coprogettista dello stesso Piano regolatore. Per gli architetti tarantini, «il Piano sembra assumere nelle sue caratteristiche generali una linea prevalentemente orientata a prefigurare i prioritari interventi che dovranno essere realizzati nel breve-medio periodo in ambito portuale. Con ciò non discostandosi da un funzionale Piano di opere. Manca - dice l'Ordine degli architetti - un respiro urbanistico che ponga in stretta ed organica correlazione l'ambito portuale con la città ed il suo territorio. Prevedere uno sviluppo complementare di porto e città come di due realtà che si compenetrano, avrebbe potuto delineare un'ipotesi di arricchimento reciproco. In tal senso si doveva capire cosa é il porto per la città e cosa é la città per il porto per ottenere uno strumento dinamico». Ad avviso degli architetti, il Piano proposto «pur richiamandosi reiteratamente a giusti concetti di flessibilità, tende ad esasperare una impostazione 'liberistica', non definendo attraverso un sistema di regole chiare e certe, ambiti dell'area portuale particolarmente sensibili e/o vulnerabili. In particolare, l'area dell'antico porto mercantile (rada compresa tra i moli S.Eligio e S.Cataldo), non risulta adeguatamente sottoposta a prescrizioni di tipo ambientale ed urbanistico tali da poter consentire un ottimale water-front.
Taranto - Peraltro, non appare sufficientemente descritto il rapporto di quest'area, straordinariamente importante, interna all'ambito portuale, con la limitrofa area di Porta Napoli per la quale sono già state preindicate alcune opzioni nell'ambito dello studio di fattibilità per una Società di trasformazione urbana (Stu)». E ancora, dicono gli architetti, «relativamente alle aree retroportuali, il Piano si limita a recepire la 'perimetrazione del Distripark' senza spingersi, come avrebbe potuto, a suggerire ipotesi che renderebbero ottimale e sinergico il porto con il sistema urbano ed extraurbano. Vista la flessibilità del Piano proposto, sarebbe auspicabile - affermano gli architetti - dare maggiore sviluppo alla retroportualità che fa del porto di Taranto un porto d'interesse transnazionale provvedendo, nel contempo, alle opportune infrastrutture di logistica interessando anche le aree dei comuni contermini». In conclusione, fra le proposte che gli architetti avanzano all'Autorità portuale c'è quella di «indicare chiaramente negli elaborati di Piano gli ambiti per i quali si debba procedere a specifici concorsi di progettazione da porre a base di interventi in aree di rilevanza ambientale ed urbanistica» e di «prevedere le modalità ed i criteri per assicurare reali opportunità per progetti di finanza con consistente apporto di capitale privato».