Ecosistema urbano 2006: comunicato Legambiente Taranto



E' stato presentato il rapporto annuale Ecositema Urbano 2006 a cura di Legambiente e Sole 24 ore.
Vi mandiamo in allegato il comunicato stampa che abbiamo mandato agli organi di stampa sui dati della nostra città.

Diffondetelo se potete.

Saluti,

Maria Maranò



                                                                       Taranto,  21 novembre 2005 

                                                                       Agli organi d’informazione

PRESENTATO OGGI ECOSISTEMA URBANO 2006
L’INDAGINE SULLE CITTA’ ITALIANE DI LEGAMBIENTE E SOLE 24 ORE
TARANTO TRA LE ULTIME NELLA CLASSIFICA NAZIONALE: 89° POSTO
ULTIMA IN QUELLA REGIONALE

Sono stati resi noti, oggi, i dati di Ecosistema Urbano, il monitoraggio annuale più completo sulla qualità ambientale dei 103 comuni capoluoghi di provincia, effettuato da Legambiente e dal quotidiano Sole 24 Ore, in collaborazione con l’Istituto di ricerche Ambiente Italia.
Fosse un campionato saremmo nelle serie ultime, quelle dedicate ai dilettanti.
Purtroppo non è un gioco, anzi: in gioco c’è la qualità della vita, a volte la stessa vita, dei cittadini.
I dati del rapporto, infatti, riguardano la possibilità di vivere quotidianamente in modo più soddisfacente, in ambienti più confortevoli e più salubri.
Invece, anche quest’anno,  Taranto la città in cui viviamo, condivide le ultime posizioni della classifica, siamo all’89° posto, in compagnia di altre città capoluogo del sud del Paese.  Occupiamo l’ultima posizione nella classifica dei cinque capoluoghi  pugliesi

La classifica viene stilata ponderando la media di ben 26 gruppi di indicatori dello stato di salute delle città: traffico e trasporti, inquinamento, servizio pubblico e sua qualità, capacità di riciclare i rifiuti prodotti, sprechi delle reti elettriche ed idriche, percentuale di verde per abitante, completezza dei dati nel monitoraggio dell’aria, sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, ecc. I dati presi a riferimento sono quelli dichiarati dagli enti comunali e sulla base di altre fonti statistiche; si riferiscono all’anno 2004.
Il rapporto completo è possibile consultarlo sul sito: www.legambiente.com

Cominciamo con il verde urbano, per onorare la Festa dell’Albero appena conclusa, che ha visto nelle giornate di ieri e di oggi, il coinvolgimento di numerose scuole, cittadini, università, associazioni, e qualche istituzione, per piantumare circa 300 piante. Nella classifica nazionale risultiamo  quart’ultimi per presenza di verde urbano per abitante. Mentre i cittadini di Parma hanno circa 80 mq di verde fruibile a testa ed i nostri vicini brindisini ne hanno 2,27 mq, noi ne abbiamo 0,70 mq.  E’ evidente che gli sforzi volontari fatti in occasione della Festa dell’albero per aumentare il verde urbano non possono bastare. In presenza di una disponibilità di verde  irrisoria c’è bisogno di una seria politica di aumento e manutenzione del verde urbano. Si provi a bussare alla porta della  struttura comunale che dovrebbe occuparsi del verde urbano per capire, dalle risposte che offrono, le condizioni in cui versa e le speranze che possiamo riporre stante così le cose.

Sui rifiuti. Siamo nelle  ultime posizioni per la raccolta differenziata, dichiariamo solo il 6,9% dei rifiuti totali (tre volte sotto la media nazionale).  Rispetto all’anno passato registriamo un (misero) aumento dello 0,3% a fronte però di un aumento del 2,7% della produzione procapite di rifiuti. L’obiettivo del 35% che si sarebbe dovuto raggiungere già nel 2003 è molto lontano. Paga il nostro ambiente ma anche noi  cittadini, che siamo  costretti a pagare molto di più per lo smaltimento dei rifiuti. 

Sull’inquinamento. Per quello acustico, non ci sono dati disponibili e ancora non è stato adottato il Piano di zonizzazione acustica del comune.
Per il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico siamo dotati di sufficienti centraline.
Infatti, l’unico parametro in cui conquistiamo un voto pieno (100%) è relativo al sistema di monitoraggio dell’aria: abbiamo ben 13 centraline, attrezzate per rilevare tutti i parametri previsti dalla legge. 
Invece non ci lascia tranquilli ciò che rilevano. Per esempio, pur non trovandoci negli ultimissimi posti della classifica, i superamenti dei limiti giornalieri del PM10 (le particelle sospese inalabili, tanto pericolose perché transitano facilmente per le vie respiratorie, diventando vettori anche per altri inquinanti) sono numerosi, in alcune zone si arriva ad 1 giorno su tre.
Non mancano però   difetti di funzionamento al sistema di monitoraggio. Dai dati forniti dallo stesso Comune, fino ad agosto 2004,  la centraline di Via Orsini (conviene sottolineare che ci troviamo nel quart. Tamburi) era  “strumento obsoleto irreparabile”. Stessa condizione per la centralina di Piazza Garibaldi, mentre le centraline di Paolo VI e di Villa Peripato sono rimaste inattive causa “interruzione prolungata alimentazione elettrica”, quella di S.Vito “causa furto strumenti”.
Ma ora, nel 2005, i cittadini tarantini possono essere sicuri della correttezza e qualità dei dati? Noi abbiamo qualche dubbio sull’attendibilità di alcuni dati, forse se ci fosse un’informazione corretta e trasparente sarebbero  facilmente fugati. I dati  degli Idrocarburi Policiclici  Aromatici (IPA) rilevati dalla centralina del quart. di Paolo VI  ci dicono che da marzo a settembre 2005  i limiti sono stati superati quasi tutti i giorni; ad ottobre 2005 si registra un crollo dei parametri. Ci chiediamo: è stato fatto qualche intervento che ha permesso questo abbattimento degli IPA? Oppure c’è un problema di attendibilità dei dati? Visto che i dati sono pubblici sarebbe opportuno che anche la spiegazione fosse pubblica.

Mobilità e traffico. Il contributo del traffico all’inquinamento atmosferico  è inferiore a Taranto rispetto alla maggioranza delle altre città; risultiamo, infatti, agli ultimi posti per numero di auto per abitante, anche se, probabilmente, ciò è dovuto meno alla coscienza ambientale e più alla povertà.
Il dato della presenza di auto nella nostra città, comunque, dovrebbe spingere maggiormente chi è responsabile delle politiche per la viabilità a incentivare e riqualificare il trasporto urbano.
Nonostante il basso indice di automobili per abitante, Taranto ha un numero non elevato di passeggeri di mezzi pubblici (solo 71 viaggi per abitante all’anno): come dire che abbiamo meno auto private, ma non utilizziamo molto i mezzi pubblici.
Non siamo quindi immuni dai problemi legati al traffico e alla viabilità: piste ciclabili a singhiozzo e largamente insufficienti, nessuna zona a traffico limitato, una sola isola pedonale limitata ad un’unica strada cittadina.

Depurazione delle acque e perdite di rete: non sono pervenuti né i dati della depurazione e dell’inquinamento,  né i dati dei consumi idrici né delle perdite della rete. Chi segue la  cronaca cittadina, però,  è ben consapevole del balletto di sequestri e dissequestri dei depuratori da parte della magistratura, degli allarmi lanciati dai cittadini di Lido Bruno, delle proroghe rilasciate agli autospurgo.

Conquistiamo un non  invidiabile 81° posto per abusivismo, superando di gran lunga la media nazionale.
Pari a zero è il punteggio assegnato per la mancanza di politiche comunali che mirino al risparmio energetico ed all’uso delle energie rinnovabili, quantomeno per gli edifici pubblici.
Il comportamento virtuoso relativo al consumo di energia per abitante pare ascrivibile più alla mancanza di servizi adeguati per tutta la popolazione che ad un uso oculato di tali risorse.

Ecosistema Urbano 2006, nel raffronto con le altre città, non solo non fa registrare un miglioramento della qualità ambientale della nostra città ma addirittura retrocede di sei posti.
Sembra che l’Amministrazione tarantina non sia  in grado né di promuovere un’azione che vada verso la risoluzione e la gestione dei problemi ambientali né la promozione di politiche attive che stimolerebbero un’economia più compatibile. E’ questione di risorse economiche? Siamo orientati a credere che sia più un problema di volontà politica: paradossalmente le politiche ambientali, quelle capaci di prevenire e di  orientare,  forse non si attuano  perché muovono pochi soldi e pochi appalti.


                                                                                Ufficio Stampa