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analisi dell'articolo 11 della Costituzione Italiana



Analisi e commento di un articolo della Costituzione

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Analisi dell'articolo 11 della Costituzione

di Daniele Marescotti, I Liceo Scientifico Aristosseno - Taranto


Articolo 11 della Costituzione: "L'Italia ripudia la guerra come strumento
di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione alle
controversie internazionali".

Ho scelto questo articolo in quanto mi sembra molto importante il fatto di
dover usare le armi solo per difesa e non per attacco. Infatti sarebbe il
sogno di tutti gli uomini poter limitare al massimo l'uso delle armi.
Questi strumenti di distruzione servono, infatti, a causare dolore e morte.
Abbiamo infatti imparato a nostre spese quanto fare la guerra sia negativo.
Per non parlare delle brutte figure che abbiamo fatto "volendoci
conquistare un posto al sole". Almeno è acqua passata. Verrebbe spontaneo
dire che oggi che c'è la Costituzione l'Italia riga dritto. Non è così.
Nella guerra del Kossovo, per esempio, abbiamo attaccato la Jugoslavia
violando l'articolo 11. Così da "bravi patrioti" abbiamo bombardato quella
nazione. Verrebbe sempre spontaneamente di dire che abbiamo agito per fini
di pace in quanto i serbi perseguitavano i kosovari. 

Nella seconda parte dell'articolo 11 si legge che l'Italia "consente, in
condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità
necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le
Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a
tale scopo".

Il nostro "eroico atto" era sbagliato infatti per porre un confine di pace
tra due popoli esiste un organismo chiamato ONU (Organizzazione delle
Nazioni Unite). Infine non si può certo riappacificare restituendo "pan per
focaccia".
C'è chi tuttavia sostiene che abbiamo fatto bene: secondo Ettore Gallo, ex
presidente della Corte Costituzionale, l'intervento in Kosovo non è stata
una "guerra" ma un "intervento militare umanitario". Per cui l'Italia non
avrebbe violato l'articolo 11 della Costituzione perché non avrebbe
partecipato ad una guerra offensiva ma ad un intervento militare
umanitario. Di opposto parere è il prof. Antonio Papisca, docente di
relazioni internazionali all'università di Padova: "Siamo nell'illegalità
dal punto di vista del diritto internazionale generale che ha fondamento
nella Carta delle Nazioni Unite".
Qualcuno potrebbe affermare che l'Italia, in quanto parte della Nato, deve
aderire alle sue regole. Ma ecco cosa afferma l'articolo 1 dello statuto
della Nato (entrato in vigore nel 1949) : "Le parti (nazioni della Nato
n.d.r.) si impegnano, com'è stabilito nello statuto dell'ONU, a comporre
con mezzi pacifici qualsiasi controversia internazionale". Inoltre secondo
l'articolo 5 dello statuto "le parti convengono che un attacco armato
contro una o più di esse in Europa o nell'America Settentrionale sarà
considerato quale attacco diretto contro tutte le parti".
Nella seconda parte dell'articolo 11 della Costituzione si parla di una
limitazione della sovranità nazionale a favore delle "organizzazioni
internazionali" finalizzate a assicurare "la pace e la giustizia fra le
nazioni".
A che cosa si riferisce concretamente? Questa parte dell'articolo si
riferisce concretamente alle organizzazioni internazionali (l'ONU) e non a
organizzazioni militari come la Nato che servono come alleanza in caso di
guerra. Inoltre la Nato si era costituita un anno dopo l'entrata in vigore
della costituzione e quindi quest'ultima si riferiva, all'atto della sua
approvazione, all'ONU formatasi il 24 ottobre del 1945. Ad esempio una
forma di limitazione della propria sovranità nazionale è l'applicazione di
un embargo economico deciso dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Anche se
l'Italia non fosse d'accordo con l'embargo dovrebbe applicarlo lo stesso in
quanto facente parte dell'ONU e rinunciando quindi ad una parte della
propria sovranità.       

Posso quindi concludere dicendo che questo articolo 11 non è sempre
rispettato perché si fraintendono alcune parole in esso contenute. Ma se
alla fine gli "errori" vengono corretti tutto si chiarisce. 
Per nostra fortuna la Costituzione è rigida altrimenti alcune persone la
potrebbero cambiare come è successo con lo Statuto Albertino causando così
la regressione dell'uomo.

Daniele Marescotti