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Monsignor Bettazzi: "un cristiano non puo' essere massone"



MOSAICO DI PACE/L’intervento del vescovo
RITORNA LICIO GELLI? Rischio democrazia
Mons. Bettazzi riapre il dibattito: “Un buon
cristiano non può essere massone”

Il numero di dicembre di Mosaico di Pace ospita un
intervento del vescovo emerito di Ivrea, mons.
Luigi Bettazzi sui rischi di derive
antidemocratiche ad opera della massoneria
italiana.
Partendo da un’intervista a Licio Gelli apparsa su
“Repubblica”, mons. Bettazzi ritorna su un
problema “che da vent’anni Pax Christi e il suo
centro studi stanno richiamando, ossia i principi
del Piano per la rinascita democratica in Italia,
piano che fu sequestrato a Maria Grazia Gelli,
figlia di Licio, mentre stava uscendo dall’Italia.
Esso prevedeva il concentramento dei mezzi di
comunicazione e la separazione dei ruoli della
Magistratura”.
Di qui mons. Bettazzi prende ad analizzare la
genesi e la storia della Massoneria italiana e i
suoi rapporti con la Chiesa. “Ritengo ­ scrive
Bettazzi su Mosaico di Pace che fino a quando la
Massoneria non giunge a una maggiore trasparenza
sia sulle vere finalità e sull’impegno per una
effettiva uguaglianza tra tutti i cittadini e
tutti i popoli, al di là di interessi parziali,
sia sulle sue affinità al piano della cosiddetta
rinascita democratica, e non sconfessa allora
apertamente nei suoi principi gli aspetti della
sua storia passata in aperto contrasto con un’
autentica democrazia e con la realtà e la
struttura della Chiesa, risulti difficile per
questa non mettere in guardia i fedeli dall’
aderire alla Massoneria, che è governata dagli
alti gradi al di sopra delle intenzioni e dell’
operosità di chi vi è appena entrato”. E nel
chiudere Bettazzi afferma che “un vero massone
difficilmente potrà essere un buon cattolico e un
buon cattolico non dovrà cercare di essere un vero
massone”.


Scanzano Ionico: continua la liberazione del sud

In un articolo a firma di Nicola Occhiofino si
legge la resistenza dell’Italia a Scanzano Ionico,
contro la decisione di cerare lì un sito di scorie
nucleari, nel quadro della battaglia di tutto il
sud Italia contro veleni e poligoni di tiro. Si
ricorda l’appello di don Tonino Bello, vescovo di
Molfetta, quando nell’87 disse che la Puglia
doveva essere “un’arca di pace e non un arco di
guerra”. «Il futuro del sud ­ scrive Occhiofino ­
non passa attraverso veleni e armi ma risiede nel
lavoro e nella pace”.

Inoltre, nello stesso numero di Mosaico di pace,
sono pubblicati articoli di Umberto Allegretti,
Martino Mazzonis, Vincenzo Nozza, Angelo Baracca
Antonietta Potente, Renato Sacco e Fabio Corazzina
e il dossier dal titolo “La vittoria degli
sconfitti”. L’indice è consultabile presso il sito
internet: www.mosaicodipace.it
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