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DOSSIER: CONTRO I BREVETTI SUL SOFTWARE



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CONTRO I BREVETTI SOFTWARE

Carlo Gubitosa - Associazione PeaceLink
<c.gubitosa@peacelink.it>

21 febbraio 1997: l'editor di Internet Patent News Service, Gregory
Aharonian, assegna a William H. Gates III il titolo di "Peggior brevetto
software dell'anno", un titolo che vuole denunciare la facilita' con cui
vengono rilasciati brevetti negli USA, soprattutto nel settore
dell'informatica, dove i piccoli sviluppatori di software sono costretti a
lavorare camminando su un campo minato fatto da centinaia di migliaia di
brevetti, il piu' delle volte relativi ad algoritmi di base e a tecniche
che ormai sono patrimonio comune di tutti i programmatori. La reinvenzione
indipendente e' la norma nell'ambito della programmazione, e di conseguenza
e' molto alta la probabilita' di dover sostenere delle spese giudiziarie
semplicemente per aver reinventato un algoritmo gia' brevettato, spese che
possono sostenere solo grandi aziende dotate di uffici legali
specializzati. Nulla protegge i programmatori indipendenti dall'uso
accidentale di una tecnica brevettata, e quindi dall'essere citati in
giudizio per questo motivo. Contro il sistema dei brevetti si e' levata la
voce di Richard Stallman, con un articolo intitolato "Contro i
brevetti software" (Communications of the ACM, gennaio 92, vol 35. Nø1), in
cui si afferma che "I brevetti software minacciano di devastare l'industria
informatica americana". Il brevetto con cui Bill Gates ha "vinto" il titolo
assegnato da Gregory Aharonian e' il numero 5.552.982, che corrisponde a un
"metodo e sistema per l'elaborazione di campi in un programma di
elaborazione dei documenti", praticamente una tecnica per associare il
testo di una lettera ad un numero qualsiasi di indirizzi a cui spedire la
stessa missiva. Un sistema, insomma, gia' incluso in un numero vastissimo
di programmi per l'elaborazione dei testi attualmente in commercio.

L'EUROPA SI ADEGUA

Anche nel vecchio continente lo scenario relativo ai brevetti software
sembra destinato ad una evoluzione (o meglio ad una involuzione) che
riproporrebbe in chiave europea gli stessi problemi e le stesse limitazioni
che negli Stati Uniti hanno praticamente immobilizzato i programmatori
indipendenti a tutto vantaggio dei grandi potentati informatici.
Un'operazione del genere, tradotta dall'informatica alla letteratura,
sarebbe equivalente alla concessione di brevetti su alcune frasi di uso
corrente. Scrivere "Ciao, come stai?" in un libro o in una rivista
diventerebbe un'operazione accessibile solo a grandi gruppi editoriali che
possono permettersi di assumere una staff legale per controllare che quella
semplice frase non sia gia' stata brevettata da qualcun altro, ed
eventualmente pagare profumatamente il diritto di utilizzo della frase.

Che questo sistema di brevetti sia un toccasana per i giganti del software
e' confermato da una nota interna di un memorandum del parlamento europeo
(http://europa.eu.int/comm/dg15/en/intprop/indprop/8682it.pdf, Sezione
3.2). In questo documento si afferma che il sistema dei brevetti negli
Stati Uniti "ha avuto un impatto molto positivo sull'industria dei
programmi, tanto da permettere a Microsoft di detenere attualmente circa
400 brevetti americani relativi a programmi".

Nel memorandum, purtroppo, non si fa menzione di tutti gli ostacoli legali,
burocratici ed economici che sono diretta conseguenza di quei 400 brevetti
detenuti da Microsoft, e che limitano di fatto la libera iniziativa dei
programmatori indipendenti.

A questo si aggiunge la pubblicazione di un "libro verde sul brevetto
comunitario e sul sistema dei brevetti in Europa", presentato dalla
Commissione Europea con l'ironico titolo "Promuovere l’innovazione tramite
il brevetto", titolo che potra' suscitare entusiasmo tra i non addetti ai
lavori, ma che ha scatenato solamente paura ed apprensione tra gli
sviluppatori di software.

In questo libro verde si legge che "I programmi per elaboratore elettronico
oggi sono protetti, nella Comunità europea, dal diritto d’autore in quanto
opere letterarie (Direttiva 91/250/CEE del Consiglio, del 14 maggio 1991,
relativa alla tutela giuridica dei programmi per elaboratore, GU n. L 122
del 17.5.91, pg. 42.) , mentre è esclusa la loro protezione 'in quanto
tali' tramite brevetti. (...) Data l’importanza sempre maggiore che
assumono i software, negli ultimi anni l’Ufficio europeo dei brevetti e gli
uffici dei brevetti di alcuni Stati membri hanno concesso migliaia di
brevetti che proteggono i software, composti di idee e di principi di base
che costituiscono 'soluzioni tecniche a problemi tecnici'. Questi brevetti
non sono stati rilasciati per i software in quanto tali, ma per invenzioni
connesse ai software e consistenti in un materiale ed in un software che è
loro specifico. (...) Per alcuni l’attuale equilibrio tra diritto d’autore
(per i programmi in quanto tali) e brevetti (per le invenzioni connesse al
software) non va modificato e ci si deve limitare a garantire che non vi
siano divergenze nell’attuazione delle disposizioni in materia nei vari
Stati membri. Altri, invece, ritengono che sia venuto il momento di
modificare il sistema e in particolare di prevedere l’abrogazione
dell’articolo 52, paragrafo 2 della Convenzione sul brevetto europeo, in
modo da consentire la brevettabilità dei programmi per elaboratore in
quanto tali. Per i sostenitori di questa soluzione si tratterebbe di
mantenere la condizione che l’invenzione presenti un carattere “tecnico”;
però, quando l’invenzione possiede questo requisito, un programma
registrato su un supporto e che metta in atto l’invenzione una volta
caricato e avviato, diventerebbe brevettabile."

PROPOSTA DI LEGGE

Sull'onda di questo "libro verde" il Parlamento europeo sta discutendo da 
diversi mesi l'adozione di una proposta di legge che consentirebbe di 
brevettare algoritmi e tecniche software analogamente a quanto avviene
negli USA. Se questa proposta dovesse essere approvata, i danni sarebbero 
molteplici:

- verra' danneggiata la libera iniziativa dei programmatori indipendenti,
ostacolando la nascita di piccole aziende produttrici di programmi, dal
momento che i programmatori troveranno piu' redditizio e pratico lavorare
alle dipendenze di una grossa Software House piuttosto che accollarsi le
spese burocratiche e legali per la gestione delle questioni relative ai
brevetti.

- il costo dei programmi realizzati in Italia aumentera', dal momento che
con la vendita dovranno essere ammortizzati i costi relativi alla
registrazione dei brevetti e ai controlli brevettuali sul software
realizzato.

- moltissimi cittadini della comunita' europea verranno esposti a nuovi e
inutili rischi legali per la possibilita' di reinvenzione indipendente, che
renderebbe ogni attivita' di programmazione un percorso in un campo minato,
in cui ad ogni passo si rischia di "saltare" su un brevetto gia' concesso
ad altre persone o aziende.

- L'intera Europa sarebbe danneggiata dagli interessi delle grandi
compagnie informatiche statunitensi, che attualmente detengono la quasi
totalita' dei brevetti relativi ai codici informatici che vengono usati
come "mattoni base" nell'attivita' di programmazione. La detenzione di
questi brevetti darebbe un grandissimo vantaggio all'industria informatica
americana, che attraverso il cavallo di troia del software potrebbe
definitivamente affermarsi su quella europea.

Il Parlamento Europeo sta per approvare una normativa che pretende di
alimentare l'innovazione e lo sviluppo delle tecnologie informatiche, ma
che in realta' rischia di incatenare tutta la libera produzione di software
del nostro continente.

Per reagire a questa minaccia ormai imminente, numerosi siti web hanno
pubblicato documenti esaustivi e dettagliati relativamente alla questione
del software, assieme a lettere, appelli e petizioni per cercare in ogni
modo di fermare questa minaccia.

Carlo Gubitosa - Associazione PeaceLink
<c.gubitosa@peacelink.it>
http://www.peacelink.it

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RIFERIMENTI

Francia: http://www.freepatents.org
Italia: http://no-patents.prosa.it
Germania: http://swpat.ffii.org






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