Siria: così arabi e Usa sostengono i ribelli



Così arabi e Usa
sostengono i ribelli

I sauditi versano uno stipendio mensile ai soldati che abbandonano Assad

MAURIZIO MOLINARI (La Stampa)
Fonte:
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/finestrasullamerica/grubrica.asp?ID_blog=43&ID_articolo=2542&ID_sezione=58

Arrivano da Arabia Saudita e Qatar i fondi per gli stipendi dei ribelli
dell’Esercito di liberazione siriano (Els): le rivelazioni fatte a Gedda
dai diplomatici di tre Paesi arabi coincidono con le indiscrezioni che
rimbalzano dal Congresso di Washington contribuendo a fare maggiore
chiarezza sulla coalizione di nazioni che sostiene la rivolta armata
contro il regime di Bashar Assad.

L’impegno finanziario della monarchia wahabita e dell’Emirato del Qatar,
stretti alleati di Washington, avviene sulla base di un accordo con l’Els
guidato dal colonnello Riad al-Asaad firmato il 2 aprile. Sono versamenti
mensili che si propongono di «incentivare le defezioni dalle forze di
Assad», il cui numero in effetti sta aumentando. Si tratta di soldati e
agenti che si uniscono ai rifugiati in Turchia e Giordania per poi
confluire in basi nel Sud della Turchia, da dove poi raggiungono le unità
combattenti in Siria. Proprio nella Turchia meridionale, secondo il «New
York Times», la Cia ha posizionato un ristretto numero di consiglieri con
il compito di decidere a quali gruppi di ribelli far arrivare le armi.
Sempre gli Stati Uniti, per ammissione del portavoce del Dipartimento di
Stato Victoria Nuland, garantiscono ai ribelli la fornitura di apparati di
comunicazione per evadere la sorveglianza elettronica dei servizi di
sicurezza siriani, che possono a loro volta disporre della sofisticata
tecnologia di sorveglianza iraniana.

Se la scelta di Istanbul come sede del comando di alAsaad conferma il
ruolo strategico della Turchia, il tassello che manca è relativo alle
forniture di armi. Ripetute indiscrezioni pubblicate dalla stampa del
Golfo suggeriscono che potrebbero essere i sauditi, assieme ad altri
Emirati, a pagare gli armamenti che poi transitano dai confini turchi
verso i ribelli mentre le notizie recenti sulla neutralizzazione di carri
armati siriani con armi anticarro di provenienza israeliana, sebbene non
confermate, suggeriscono che il governo di Gerusalemme potrebbe aver
deciso di modificare la linea del non-intervento.

Sui cieli della Siria operano invece i droni della Cia che, assieme ai
satelliti, tengono d’occhio in primo luogo i depositi di armi chimiche e
batteriologiche siriane nel timore che possano essere saccheggiate da
jihadisti, iraniani e Hezbollah.

(...)


-- ALTRE INFO --

Siria, le armi ai ribelli «fornite da Arabia Saudita e Qatar»
Le armi  entrerebbero attraverso la Turchia.  Secondo l'Indipendent, si
tratterebbe di carichi di kalashnikov, granate da lanciarazzi e armi
anticarro.
http://www.ilvostro.it/esteri/siria-accuse-di-armi-ai-ribelli-da-parte-degli-stati-del-golfo-la-russia-rifornirebbe-il-regime-di-damasco/27939/
http://www.today.it/mondo/siria-qatar-arabia-saudita-armi-ribelli.html

Corriere della Sera: "Il Qatar ha appoggiato le rivolte della Primavera
araba con la sua tv Al Jazeera, che ha fatto da cassa di risonanza alle
proteste (con l’eccezione, notano i critici, di quelle nel vicino
Bahrein), ha inviato i caccia in Libia per la no-fly zone della Nato e
finanziato e addestrato i ribelli affiancandoli con «consiglieri
militari»".
http://www.corriere.it/esteri/12_gennaio_14/quatar-emiro-parla-di-intervento-militare-in-siria-viviana-mazza_3ed0a6c8-3ee7-11e1-8b52-5f77182bc574.shtml




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