Guerra in Libia , perché la Nato spinge al massacro



PeaceLink ha preso diverse volte posizione contro la guerra in Libia,
illegale sotto tutti i punti di vista.

Ma oltre alla guerra c'è la propaganga di guerra, a cui stiamo dedicando
spazio da tempo sia sul sito www.peacelink.it sia su Facebook
(il link è qui http://www.peacelink.it/mediawatch/a/33933.html).

Ma perché questa "accelerazione" della guerra in Libia e soprattutto della
sua propaganda? Perché il regime viene presentato come vicino al crollo?
Come mai città che sembramo espugnate dai "ribelli" (ad esempio Brega) le
scopriamo qualche giorno dopo non espugnate?

La risposta è che a crollare sono le borse occidentali, non Gheddafi. E i
soldi per la guerra stanno finendo.

Ecco perché "occorre far presto".

Anche a costo di un massacro.

Il messaggio di questa propaganda di guerra è verso il contribuente
europeo: aspetta ancora un po', paghiamo questa guerra che tanto domani il
rais cade, è solo questione di ore.

Il messaggio è anche verso i "ribelli": fate presto che i soldi per
armarvi stanno finendo.

L'inviato dell'Onu quando va in Libia viene regolarmente ignorato sia
dalla Nato sia dai ribelli, che si permettono persono di rimproverarlo
perché tratta anche con Gheddafi.

E così un'azione militare per fermare l'assedio di Gheddafi si è
rovesciata nel suo contrario. "Se Gheddafi non cede sarà un massacro",
dicono i "ribelli".

La guerra è sempre stata uno scandalo. Questa guerra è una scandalosa
processione di scuse e di bugie.


Alessandro Marescotti
http://www.peacelink.it
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(TA)