Come uscire dalla crisi? Ecco la via ecologica



Articolo di Sergio Andreis
Fonte: Sbilanciamoci


A livello globale gli scenari sono stati preparati in vista della conferenza Rio+20 delle Nazioni unite, in programma dal 4 al 6 giugno 2012 in Brasile in occasione del ventesimo anniversario della conferenza sull'ambiente e lo sviluppo del 1992 e del decimo anniversario del vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile, tenutosi a Johannesburg nel 2002 1. Per l'occasione l'Unep, il programma per l'ambiente dell'Onu, ha pubblicato, nel febbraio scorso, lo studio Towards a Green Economy: Pathways to Sustainable Development and Poverty Eradication, che analizza i dieci settori chiave dell'economia mondiale – l'agricoltura, l'edilizia, l'energia, la pesca, le foreste, il manifatturiero, il turismo, i trasporti, la gestione delle acque e dei rifiuti – e dimostra come, con l'investimento del 2% del Pil mondiale, sia possibile far partire una transizione verde dell'economia che produrrebbe milioni di nuovi posti di lavoro, eliminando, allo stesso tempo, i danni ambientali e l'aumento del divario fra ricchi e poveri di una logica business-as-usual 2 .
 
Nella Ue già nel 2004, i Verdi al Parlamento europeo hanno commissionato al Wuppertal Institut uno studio per capire le prospettive e gli ostacoli verso uno scenario di economia verde continentale. Il risultato è stato A Green New Deal for Europe. Towards a green modernization in the face of crisis 3. Come ricordato da Matteo Lucchese, nel suo pezzo Dall'economia dei disastri al Green New Deal, pubblicato da sbilanciamoci.info 4 – da anni, ormai, per la serie a-nessuno-è-permesso-dire-che-non-sapeva, luogo di dibattito e di elaborazione di proposte – le principali indicazioni emerse, rilevanti ancora oggi e concretizzate in proposte legislative e politiche, sono state:
 
A. Nel 2004 sono state stimate circa 3,4 milioni di persone che lavorano direttamente o indirettamente nel settore ambientale, di cui 2,3 in quello della gestione dell’inquinamento e 1 milione della gestione delle risorse. Con proiezioni di quasi 8 milioni di posti di lavoro potenziali che possono essere creati in Europa nei prossimi 20 anni nell’energia solare ed eolica. Inoltre, nuovi stimoli all’occupazione verranno dalla costruzione di strutture energetiche efficienti – l'anno scorso persino Confindustria ha stimato in 1 milione 635 mila i nuovi posti di lavoro che si potrebbero creare, al 2020, nel settore dell'efficienza energetica in Italia 5 – dalla riqualificazione degli edifici, dall’adattamento a nuove forme di coltivazione, dall’espansione del riciclo dei rifiuti e dall’ammodernamento del comparto del trasporto pubblico.
 
B. L’esempio più promettente di rilancio ambientale è quello della Germania. Secondo il ministero dell’ambiente tedesco, fra il 2004 e il 2006, il 40% delle industrie legate al settore ambientale è cresciuto a tassi annui del 10%. Dal 2005 al 2007, la produzione totale nell’industria ecologica è cresciuta del 27% con aziende che hanno registrato un aumento medio del 15% nella forza lavoro fra il 2004 e il 2006. Nel 2006 quasi 1,8 milioni di tedeschi era impiegato nel settore ambientale pari al 4,5% dei lavoratori occupati. La Germania è anche uno dei maggiori esportatori mondiali di prodotti a tecnologia eco-sostenibile con una quota attuale intorno al 16% dell’intero commercio internazionale.
 
C. Il caso tedesco ci insegna che la chiave del rilancio verde passa per una chiara leadership politica, fatta di investimenti mirati e di chiari interventi legislativi volti allo sviluppo del settore. In questo senso più che di fondi, l’Europa avrebbe bisogno di capitale politico.
 
D. La crisi economica può rappresentare un punto di svolta per le politiche ambientali europee. Perché questo si realizzi, l’Europa deve farsi promotrice di una visione di sviluppo sostenibile che sia il più possibile funzionale alla crescita e al mantenimento di alti livelli occupazionali, tramutando in decisioni politiche e investimenti le opportunità senza precedenti per la riconversione ecologica dell'economia, tout court, offerte dai cambiamenti climatici.
 

 
Come sostiene PietroColucci, Presidente di Assoambiente, nel recente e documentatissimo libro-intervista di Silvia Zamboni Vento a favore,l’economia verde e’una possibile exit strategydalla crisi finanziaria ed economica: l'economia verde non permette soltanto il rispetto dell’ambiente, ma è un volano di crescita perché è l’unica ad assicurare sviluppo nel lungo periodo e quindi a creare mercato, garantendo ritorni economici: su questa base è possibile e doveroso ricostruire un'Europa desiderabile. Subito.
 
 
 
1 www.uncsd2012.org/rio20/
 
2www.unep.org/greeneconomy/
 
3www.greens-efa.org
 
4www.sbilanciamoci.info
 
5www.efficienzaenergetica.enea.it

www.peacelink.it