Vittorio Arrigoni è stato rapito a Gaza



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Un video mostra Vittorio bendato e ferito

Vittorio Arrigoni è stato rapito a Gaza

Partecipiamo con forza alla mobilitazione per la liberazione di Vittorio
Arrigoni che tanto ha fatto per il popolo Palestinese e soprattutto per
il popolo di Gaza assediato dalla violenza israeliana. Chiediamo a tutti
i partiti, organizzazioni e associazioni come ai soggetti singoli che si
riconoscono nei valori comuni e nella difesa dei diritti fondamentali di
ognuno di organizzare al più presto una manifestazione nazionale e
chiedere con determinazione la liberazione di Vittorio.
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Vittorio Arrigoni, una delle voci più limpide e cristalline che in tutti
questi anni hanno contribuito a farci conoscere Gaza e la Palestina, è
stato rapito stamane da un gruppo islamico salafita, dalla Brigata
Mohammed Bin Moslama. Nel video il gruppo minaccia di ucciderlo se entro
30 ore - a partire dalle ore 11 locali di stamane (le 10 in Italia) - se
il governo di Hamas non libererà detenuti salafiti.

Un funzionario della Farnesina ha affermato che l'unità di crisi sta
verificando l'attendibilità del video caricato su YouTube. La notizia è
arrivata al ministero degli Esteri italiano tramite fonti
giornalistiche. Pertanto, non ci sono altre notizie ufficiali. Da una
recente dichiarazione: "Non risultano rivendicazioni nei confronti
dell'Italia da parte dei supposti sequestratori - sottolinea la
Farnesina - abbiamo già effettuato gli opportuni passi per ogni
intervento a tutela". Il Ministro Frattini sta seguendo l'evolversi
della situazione. Considerata la particolare delicatezza della vicenda
il ministero manterrà uno stretto riserbo.

L'ultimo articolo pubblicato da Vittorio su Geurrilla Radio [il suo blog
e il suo megafono] è datato 13 aprile 2011 e racconta di quattro
lavoratori sono morti nella notte per via del crollo di uno dei tunnel
scavati dai palestinesi sotto il confine di Rafah.

Esattamente due giorni fa Gennaro Carotenuto scriveva: "Per un sito,
evidentemente criminale, che va immediatamente denunciato ed oscurato,
che si intitola http://stoptheism.com, Vittorio Arrigoni è indicato come
il bersaglio numero uno da uccidere. Avete capito bene, da uccidere. Di
lui e di altri cooperanti, Jenny Linnel (bersaglio numero due) Ewa
Jasiewicz, bersaglio numero 3, e una lista di altre persone, sono
pubblicate foto e dettagli e segni particolari per poterli identificare
e viene fornito perfino un numero di telefono negli Stati Uniti per
poter segnalare all?esercito israeliano l?eventuale avvistamento e come
poterli eliminare."

L'Associzione PeaceLink spera di risvegliarsi in un'incubo, cosciente
che la situazione e - invece - terribilmente seria. Fa appello a tutte
le forze politiche affinché esercitino la loro massima pressione ed
influenza su questi gruppi che definire terroristi suona quasi come
un'eufemismo.

Vittorio Arrigoni è non solo un cooperante, come lo liquidano molti
giornali online nel momento in cui scriviamo. Vittorio è un giornalista,
il giornalita che più di tutti ci informa su cosa avviene ogni giorno
nella Striscia di Gaza, in quei 360 km² di superficie popolata da circa
1.400.000 abitanti: praticamente un esperimento scientifico per
determinare quanto tempo cosi tante persone possono resistere in uno
spazio così ristretto.

- -- 
Giacomo Alessandroni
Associazione PeaceLink http://www.peaceLink.it
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