WWF Abruzzo. Sequestrato il depuratore di Montesilvano: ancora avvisi di garanzia ad amministratori pubblici….



Il WWF interviene sul sequestro del depuratore di Montesilvano, uno dei più grandi della Regione con una capacità nominale di 108000 abitanti equivalenti.

Quest’estate il WWF aveva denunciato all’opinione pubblica la situazione dei depuratori nella regione con la divulgazione di un approfondito dossier in cui spiccava proprio il depuratore di Montesilvano per l’altissima percentuale di non conformità ai limiti degli scarichi rispetto al numero di controlli. Nel solo 2007 su 22 controlli dell’ARTA ben 17 erano risultati non regolari. Questa situazione aveva avuto una vasta eco nazionale, con l’inchiesta di due pagine su La Stampa di Torino e i servizi di Sabato e Domenica di RaiUno e di TERRA di Canale 5, quest’ultimo solo la settimana scorsa.

Dichiara Dante Caserta, presidente del WWF Abruzzo “Lungo le vallate del Tavo e del Fino, che poi formano il Saline, non è il solo depuratore che crea situazioni di criticità. Essendo però il più grande, appare evidente come un funzionamento non adeguato possa provocare grandi ripercussioni a valle. Considerati i dati dell’ARTA eravamo rimasti interdetti dalle dichiarazioni tranquillizzanti dell’ACA di quest’estate circa l’inquinamento del mare di Montesilvano. Forse una maggiore cautela, visti i precedenti, sarebbe stata consigliabile. Comunque la situazione del depuratore di Montesilvano è solo la punta dell’iceberg di una depurazione del tutto inefficiente in gran parte della regione. Purtroppo gli amministratori negli ultimi anni hanno pensato più di nascondere lo stato di inefficienza in cui versa la depurazione che provvedere a far depurare bene i reflui, attraverso il “condono” delle multe stabilito nel 2001 e l’aumento dei
 limiti tabellari con la legge “fogna” del 2007. Un atteggiamento lassista in cui è prevalso l’interesse di chi non fa bene il proprio dovere rispetto ai diritti dell’ambiente e dei cittadini. La nuova amministrazione regionale dovrà intervenire a fondo sul settore del Servizio Idrico Integrato, partendo da un’analisi oggettiva dei dati e delle performance dei vari attori in campo negli ultimi anni.

Intanto ci si chiede: “su quali basi oggettive i sindaci della provincia di Pescara hanno rinnovato il mandato all’ACA di Bruno Catena (ormai detentore di vari  avvisi di garanzia), visto che l’ACA in questi anni non è riuscita neanche a garantire una normale distribuzione dell’acqua nei capoluoghi di Pescara e Chieti?”




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