A Piero Calamandrei per il 25 aprile





Svegliati Piero


Sono trascorsi 60 anni da quel 25 aprile 1945, gioiosa giornata della Liberazione nazionale dal nazifascismo. Seguirono i giorni della ricostruzione fisica e morale del Paese. Ci rimboccammo le maniche, noi che credevamo in un mondo migliore; mentre altri si industriavano ad escogitare meccanismi di sfruttamento e di restaurazione. Scivolava sempre più nel tempo la resa dei conti. La Repubblica divenne realtà così come la Costituzione, ma né l’una, né l’altra rispondevano ai sogni di coloro che avevano resistito al fascismo e al nazifascismo: non rendevano efficace il valore della Libertà (dal bisogno, dalla paura, di parola, di religione) e del rispetto della dignità della persona umana. Non apparteneva ai loro sogni di combattenti per la Libertà la concessione dell’amnistia ai fascisti. Ora i nipoti di quel regime sono ritornati al Governo e (con il Berlusconi III) continueranno a girare il mondo rappresentando questo Stato, cioè tutti noi (e, mi sembra, che siamo in pochi a vergognarci). Si è dimenticato che “Nessuno che si rispetti rinuncia alla sua coerenza morale” (come scrisse, nel 1944, Benedetto Croce a Carlo Sforza). Ora, questi nipoti del nazifascismo, pretendono il monumento e stanno scegliendo, loro, la pietra per costruirlo. Svegliati Piero, vieni a ricordarci che lo avranno il monumento ma con che pietra si costruirà a deciderlo tocca a noi. Svegliati Piero, vieni a disciplinare questa grande confusione che arriva a omologare i morti: quelli morti per la Libertà e quelli morti per conservare la dittatura e il nazifascismo. Siamo nell’oblio; ricordarci, Piero, l’impegno di ritrovarci morti e vivi ai nostri posti serrati intorno al monumento che si chiama ORA E SEMPRE RESISTENZA. Ti aspettiamo.

Vito

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