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(Fwd) La dichiarazione di Scanzano




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Date sent:      	Mon, 16 Feb 2004 16:51:40 +0100
From:           	scanziamolescorie@tiscali.it
Subject:        	La dichiarazione di Scanzano
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La dichiarazione di Scanzano

Noi Movimenti del Sud, riuniti a Scanzano, abbiamo preso la parola 
per
narrare le nostre gioie e i nostri desideri, le nostre storie di
sofferenza e lotte e ci siamo riconosciuti minacciati dagli stessi
incubi che vorrebbero negarci il diritto a decidere democraticamente
della vita e del futuro nostro e dei nostri territori. Questi incubi
si chiamano servitù nucleari, energetiche e militari,
cementificazioni, opere devastanti, impianti inquinanti, sottrazione
di beni comuni (come l'acqua, la biodiversità, le culture, la 
salute),
precarizzazione e negazione del lavoro, ricatto delle criminalità
organizzate. 

Tutti questi incubi sono prodotti dal sonno della ragione che si
chiama globalizzazione neoliberista. Scanzano, straordinario esempio
di riappropriazione popolare del proprio destino, ha vinto la sua
lotta e noi siamo qui perchè tutti insieme vogliamo vincere le nostre
battaglie per la vita. Narrando ed ascoltando abbiamo scritto questa
nostra dichiarazione che sottoscriviamo e che chiamiamo tutti a
sottoscivere e che porteremo in Carovana della Pace nei luoghi del
conflitto.

Nessuno può decidere contro la volontà dei territori democraticamente
espressa. Riteniamo utile e opportuno costruire e consolidare una 
rete
solidale tra le esperienze di lotta a partire dai conflitti esistenti
sui territori Meridiani.

Diciamo no al nucleare, sia civile che militare.
I nostri beni ambientali, le nostre culture , la nostra storia, le
nostre relazioni umane, sono la nostra risorsa più preziosa che non
deve essere sottratta e compromessa. L'acqua è un bene comune che non
può essere privatizzato, che va garantito come diritto di tutte e
tutti. L'energia che vogliamo e quella che viene dal sole e dalle
fonti rinnovabili: bene comune, da risparmiare, utile per una diversa
economia e una diversa società e non quella che inquina e serve solo
ai profitti di chi non ha alcun rapporto con il nostro territorio.

La nostra terra non può servire a produrre solo merci che ingrassano
multinazionali e grandi catene commerciali, ma garanzia di tutela del
territorio, di coesione sociale e di reddito per il lavoro. Non ci
servono grandi opere che devastino il territorio come il ponte sullo
stretto o l'ennesimo traforo del Grasso Sasso, ma risanamento dei
nostri territori, treni e servizi veramente utili. Non vogliamo
bruciare o seppellire i rifiuti inquinando la nostra aria e la nostra
terra, ma riciclare tutto ciò che si produce. Non vogliamo i CPT
(Centri di Permanenza Temporanea), le carceri per migranti, sui 
nostri
territori. Vogliamo un sistema della comunicazione democratico,
indipendente, costruito dal basso, in un Sud in cui i media sono
totalmente funzionali ai poteri forti locali. Vogliamo lavoro
gratificante e pulito e non sporco e precario; perchè solo il lavoro
gratificante costruisce una buona società. Lavoro gratificante è
quello che promuove i territori, le risorse ambientali e culturali,
poggia sui diritti e non, ad esempio, il modello di fabbrica 
integrata
della Fiat SATA di Melfi. Vogliamo il reddito di cittadinanza quale
pratica concreta di redistribuzione della ricchezza. Salute, scuola,
cultura, servizi, lavoro, diritti sono per noi la vera misura della
civiltà e non gli aridi numeri dell'economia. La sovranità alimentare
è diritto a lavorare e mangiare della nostra terra, non inquinata e
non modificata geneticamente e brevettata. A noi serve il pubblico
perchè per noi il privato è sinonimo di "privazione"; ma serve un
pubblico che sia per noi e non sopra di noi. La nostra terra è terra
di pace che ripudia la guerra e non vuole vecchie e nuove servitù
militari per la guerra permanente. Sempre più il nostro Sud è 
sinonimo
di ingiustizie, prevaricazioni che sono di tutti perchè imposte a
tutti da questo mondo ingiusto. Tutti siamo Sud. Noi vogliamo essere
Sud senza guardare a nessun "Nord" che sia potere o modello da
imitare. Abbiamo imparato, nelle mille vertenze ambientali e di 
lavoro
aperte al Sud, a capovolgere l'idea di un destino che ci vuole 
moderna
colonia per le razzie dei mercati globali. Le nostre lotte sono
intrise di radicalità, di pratica di vita, di bisogno di futuro: 
anche
perchè hanno smentito l'immagine di una passività meridionale che è
una raffinata invenzione delle classi dominanti. Il Sud vitale delle
tante Scanzano è stato il processo di riappropriazione della politica
come discussione pubblica sui propri diritti e sui propri desideri,
prassi di contestazione pratica dei poteri, rifondazione del senso
medesimo dell'essere comunità, accumulo e socializzazione di saperi,
allargamento permanente della mobilitazione, protesta nonviolenta e
disobbedienza civile e sociale come nuovo alfabeto di una politica 
non
separata. I tentativi di criminalizzare queste lotte sono da noi
respinti con fermezza e non riusciranno a frenare il Movimento a
partire dal tentativo di voler riscrivere la verità su Genova e
Cosenza. Se mille lotte e vertenze si mettono in rete, si fanno
narrazione comune e nuova cultura, soggetto di una socialità
alternativa e sperimentazione concreta di un'inedità democrazia
partecipata a partire dai municipi, allora comincerà una storia mai
scritta, di liberazione e giustizia, per tutti e per tutte. "Comitato
Scanziamo le Scorie - Roma"

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