[Pace] “L’incursione ucraina nel Kursk è un evento propagandistico controproducente”



L’offensiva nel Kursk: l’arte militare e le analisi poco analitiche - Difesa Online
Emilio Tirone

Al momento gli obiettivi dell’avanzata ucraina ancora non sono chiari, e a questo punto sembra che non lo siano neanche per gli stessi attaccanti. L’impressione è che l’offensiva sia stata indirizzata semplicemente dove più deboli erano le difese russe. Gli unici vantabili sono quelli nel campo propagandistico, per il valore simbolico connesso con la violazione del territorio nemico e per aver dimostrato agli alleati occidentali che il relativo paletto psicologico, determinato dalla minaccia russa di utilizzare il proprio arsenale nucleare tattico, tutto sommato può essere superato.

In realtà, ed è possibile, e un’analisi seria deve considerare anche questa possibilità, che lo scopo di quest’offensiva, poteva essere proprio quello cinicamente pragmatico di provocare una reazione spropositata da parte di Mosca, per indurre, o giustificare, una reazione e finanche un coinvolgimento diretto occidentale. Se così fosse il tentativo è andato frustrato dalla composta reazione russa, che in tal caso va letta non come un sintomo di debolezza ma di avveduto calcolo, rimandando alla collaudata dottrina, a cui più volte con successo si è ricorso nel corso della storia, ogni qual volta un esercito invasore si è inoltrato in territorio russo, di assorbire la penetrazione in profondità dell’offensiva nemica, fino a renderla operativamente, tatticamente e logisticamente, controproducente, opponendogli la deprimente e inabilitante vastità dei propri territori privi di obiettivi strategici e persino di appigli tattici.

Quella della cessione di aree di appartenenza nazionale è psicologicamente difficile da comprendere per gli analisti occidentali, in quanto per la maggior parte dell’Europa la cessione di soli 50 Km potrebbe significare l’abbandono di infrastrutture preziose, di centri abitati di valore storico morale rilevante e l’esposizione al nemico di centinaia di migliaia di civili.

Fallimentari sono anche gli altri obiettivi indicati, dall’aver voluto distogliere forze di Mosca dal Donbass, all’avere un potere contrattuale al tavolo di negoziato, entrambi stracciati dal progredire dell’avanzata russa volta al pieno controllo di Donetsk e Lugansk.

Lo scopo dichiarato, infine, di voler creare una zona cuscinetto, per la limitatezza dello stesso, non ha alcun senso pratico.

In definitiva, tutto sembra indicare che l’operazione ucraina nel Kursk, nel tralasciare alcuni principi di base dell’arte militare, sia finita per diventare un evento controproducente, aprendo un ulteriore fronte dove bruciare preziose risorse, utili altrove, per fronteggiare un nemico molto più dotato sotto ogni aspetto militare, mentre persino l’entusiasmo morale, inizialmente conseguito fra le truppe e nel fronte interno ucraini, si sta rapidamente volatilizzando a causa delle perdite subite e sotto i prevedibili massicci bombardamenti russi iniziati il 26 agosto.

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