Usa, le torture in Iraq. Nuovo scandalo, emergono gli esperti in "guerra sporca"



Una nuova Abu Ghraib: il Guardian svela nuove torture in Iraq, il ruolo di
Petraeus e di due colonnelli esperti in “guerra sporca”
giovedì, marzo 7th, 2013

Fonte
http://www.brogi.info/2013/03/una-nuova-abu-ghraib-il-guardian-svela-nuove-torture-in-iraq-il-ruolo-di-petrraeus-e-di-due-colonnelli-espertri-in-guerra-sporca.html


VIOLENZA SUI DETENUTI

Iraq, torture in carceri. Sospetti su Petraeus
Inchiesta del «Guardian» sui centri detentivi iracheni
Due ex colonnelli Usa gestivano le forze speciali locali

MILANO – «Allah, Allah», ma non erano grida di estasi religiosa, bensì
urla di terrore e di panico: così il reporter Peter Maas inizia il suo
crudo resoconto di quanto avveniva nei centri di detenzione irachena sotto
responsabilità americana. L’inchiesta del Guardian e della Bbc araba
rischia ora di far esplodere una bomba: il Pentagono chiamò in Iraq due
colonnelli in pensione a sedare la rivolta sunnita e questi ultimi
gestirono le unità con metodi molto discutibili, come dimostra l’esistenza
di veri e propri centri di tortura per ottenere informazioni dai
prigionieri.
I DUE COLONNELLI INSEPARABILI - Veterano delle guerre sporche. Così il
Guardian definisce il colonnello James Steele, cinquantottenne ex membro
delle forze speciali in America Centrale (El Salvador e Nicaragua),
chiamato dall’ex Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld a gestire il corpo
paramilitare del Pentagono nel tentativo di placare l’insurrezione sunnita
insieme alla forze collaborazioniste irachene. Oltre a Steele c’era poi
anche il Colonnello James H. Coffman, che riportava direttamente al
Generale David Petraeus, ex direttore della Cia costretto alle dimissioni
dopo il noto scandalo sessuale, inviato in Iraq nel giugno del 2004 per
organizzare e addestrare le nuove forze di sicurezza irachene e ora
definito dalla stampa estera come «collegato allo scandalo delle torture»,
in quanto responsabile del monitoraggio dei centri di detenzione. I fatti
emersi si rivelano decisamente scomodi per la reputazione a stelle e
strisce e la responsabilità dei funzionari statunitensi nella vicenda è
chiara, gravissima e crea un triste precedente per l’America. L’opinione
pubblica irachena chiese di interrompere lo show televisivo «Terrorismo
nelle mani della giustizia» quando iniziarono a emergere le prime
inquietanti testimonianze. Da lì gradatamente iniziò a venire a galla uno
scandalo che coinvolge le truppe irachene e americane.
CENTRI DI TORTURA – Emerge dunque l’esistenza di veri e propri centri di
tortura, dove i colonnelli e i loro adepti delle unità di commando
sapevano far parlare i nemici con metodi molto convincenti. Come al solito
lo scandalo esplode in maniera dirompente e poco dopo si scopre che tutti
(o comunque troppi) sapevano tutto. Compreso probabilmente Petraeus, del
quale Coffman si definiva «gli occhi e le orecchie sul terreno iracheno».
«Lavoravano mano nella mano – così parla dei due militari il Generale
Muntadher al-Samari, che ha collaborato a sua volta con Steele e Coffman
per un anno, alla nascita della forza paramilitare -. Li vedevo nei centri
di tortura, sempre rigorosamente insieme, e loro erano al corrente di ogni
minima cosa succedesse al loro interno e di tutte le torture, le più
terribili». Certo non vi è alcuna prova che gli stessi Steele e Coffman
torturassero i prigionieri, ma è risaputo che erano spesso presenti e che
i metodi erano crudeli: i detenuti venivano appesi a testa in giù per ore,
venivano utilizzate scosse elettriche o ancora venivano loro strappate le
unghie. Ogni metodo di tortura è stato usato, sotto lo sguardo complice
dei due veterani e di molti altri occhi e orecchie complici. L’inchiesta è
stata innescata dalla diffusione su Wikileaks di alcuni documenti Usa che
rivelavano le testimonianze di molti soldati americani imbattutisi in
detenuti torturati e abusati. E ora si scopre anche che i metodi di
tortura nei centri detentivi erano assolutamente routine, come specifica
ancora Samari, parlando di un ragazzino appena quattordicenne «legato alla
colonna di una libreria, a testa in giù, con il corpo livido a causa delle
frustate».
LA RESPONSABILITA’ DELLA GUERRA CIVILE - Violazioni dei diritti umani
gravissime. Questa dunque l’accusa a carico delle forze speciali. E il
Pentagono sapeva o quantomeno poteva immaginare. Né Coffman né Steele
hanno commentato l’inchiesta del Guardian e in passato James Steele aveva
pubblicamente condannato ogni abuso o tortura, definendoli metodi
incivili. Un portavoce di Petraeus ha riferito invece che l’ex generale
«era al corrente dei sospetti a carico delle forze speciali irachene, ma
ha sempre condiviso con i vertici ogni informazione». Le accuse a questo
punto non riguardano solo le pesantissime violazioni ai diritti umani, ma
anche un’indiretta responsabilità nei confronti della sanguinosa guerra
civile, certamente alimentata da questa strategia del terrore. Tremila
sono stati i morti registrati ogni mese e quei morti pesano evidentemente
sulla coscienza di molti. O così dovrebbe essere.
Emanuela Di Pasqua
Corriere.it
7 marzo 2013 | 8:57

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