RE: [pace] Esigiamo dal Presidente il 2 giugno civile, non militare



Oggi, sul quotidiano locale, l'Alto Adige, si poteva leggere che il primo giorno della sfilata degli alpini, questi sfileranno con la "bandiera di guerra". Proporrei di chiedere che questa bandiara non sia sventolata in quel giorno e in nessun altro; che ne direste di chiederlo al sindaco?
Paolo Bertagnolli


Date: Mon, 23 Apr 2012 08:29:12 +0200
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Subject: [pace] Esigiamo dal Presidente il 2 giugno civile, non militare

2 GIUGNO, RIPUDIAMO LA GUERRA
Lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

* Il convegno indetto da Pax Christi, "La pace, realismo di un'utopia", Pietralba (Bolzano), 21-22 Aprile 2012, sulle linea di Balducci e Turoldo, propone di scrivere molte lettere personali e da parte di ogni associazione al Presidente Napolitano per esigere il 2 giugno civile *
 

La pace è l'unico valore veramente rivoluzionario, diceva Turoldo, perché costringe a ripensare tutte le categorie del vecchio mondo che è stato costruito sulle macerie delle guerre.
E Balducci, rivolgendosi ai cristiani, ricordava che una chiesa veramente evangelica deve essere come un'obiezione di coscienza piantata da Dio nella carne viva del mondo.
Essere costruttori di pace oggi significa obiettare al sistema di guerra e alle spese militari che la guerra rendono possibile.
Noi vogliamo essere cittadini obbedienti alla Costituzione italiana, scritta subito dopo il flagello del secondo conflitto mondiale, e proprio per questo tesa al ripudio della guerra stessa. Lo dice l'articolo 11. E' la stessa Costituzione che ci indica come la nostra Repubblica sia fondata sulla forza del lavoro. Lo dice l'articolo 1.
In mezzo, tra l'articolo 1 e l'articolo 11, ci sono 10 articoli fondamentali della nostra carta costituzionale, su altrettanti valori fondanti: la giustizia, la libertà, la salute, l'educazione, ecc. Questo significa che i lavoratori devono costruire le condizioni per la dignità della vita di tutti coloro che vivono nel nostro paese, e che la guerra (e la sua preparazione con la fabbricazione di armi terribili) è l'unico vero disvalore da espellere per sempre dal contesto sociale e civile.
Per tutto questo noi non comprendiamo perché la Festa della Repubblica, che ricorre il 2 giugno, venga celebrata con le parate militari, la sfilata della armi, la mostra degli ordigni bellici. E' una contraddizione divenuta ormai insopportabile. Questo è il ripudio della Costituzione,non
della guerra. E' il rovesciamento della verità.
Il 2 giugno ad avere il diritto di sfilare sono le forze del lavoro, i sindacati, le categorie delle arti e dei mestieri, gli studenti, gli educatori, gli immigrati, i bambini con le madri e i padri, le ragazze e i ragazzi del servizio civile. Queste sono le forze vive della Repubblica; i militari hanno già la loro festa, il 4 novembre, che ricorda “l'inutile strage” della prima guerra mondiale, come disse il papa Benedetto XV.
A lei, Presidente della Repubblica, chiediamo di abolire la parata militare del 2 giugno, anche per rispettare la necessità di risparmio economico (l'anno scorso costò quasi 10 milioni di euro): inviti i giovani disoccupati e i pensionati come rappresentanti del popolo italiano in
sofferenza. E' un vero e proprio scandalo che mentre si impongono pesanti sacrifici a tutti, il Parlamento ed il Governo abbiano confermato l'enorme spesa di oltre 10 miliardi di euro per l'acquisto dei cacciabombardieri
F35.
Ci impegniamo ad interpellare le autorità civili delle nostre città, sindaci, prefetti, consiglieri comunali, deputati, affinché sostengano questa nostra proposta, scrivendo anche lettere ai giornali e diffondendole nei luoghi di lavoro. Il 2 giugno con le nostre associazioni
vogliamo celebrare l'Italia che “ripudia la guerra”: dove possibile organizzeremo delle sfilate dove i cittadini disarmati innalzeranno i cartelli con l'articolo 11 della Costituzione.
*
Da Pietralba è stata inviata questa prima lettera.
Anche tu scrivi al Presidente della Repubblica per chiedere di restituire al 2 Giugno la forza dirompente e smilitarizzata della nostra Repubblica, fondata sul lavoro e sul ripudio della guerra.
Riscrivila personalmente, con il tuo gruppo e comunità, spediscila al Presidente della Repubblica (Palazzo del Quirinale, 00186 Roma; affrancare normalmente) e alle autorità civili della tua città, sindaco, prefetto, consiglieri, deputati, affinchè sostengano questa nostra proposta nelle sedi istituzionali. Diffondi la tua/vostra lettera
ai media locali e per raccoglierle e pubblicarle tutte, inviala ad azionenonviolenta at sis.it
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