R: [pace] La sete di Ismaele. Siria, diario monastico islamo-cristiano



grazie Laura Tussi per la segnalazione del libro "la sede di Ismaele"
grazie a tutti-e  le iscritte-i a peacelink per la - sofferta ma vera- 
comunicazione nella diversità

un sincero augurio
per ritrovare serenita', buone energie, pensieri e azioni fraterne di donne e 
uomini in cammino verso la comprensione, il cambiamento e la condivisione.
dalla dimensione locale a quella globale

Buon Natale

annalisa roveroni
>----Messaggio originale----
>Da: tussi.laura at tiscali.it
>Data: 23/12/2011 13.40
>A: <pace at peacelink.it>
>Ogg: [pace] La sete di Ismaele. Siria, diario monastico islamo-cristiano
>
>La sete di Ismaele.
>Siria, diario monastico islamo-cristiano
>
>Libro di Paolo Dall’Oglio
>Prefazione di Paolo Rumiz
>Recensione di Laura Tussi
>Editore Gabrielli
>
>http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.
>org/cultura/Recensioni_1324387810.htm
>
>http://www.confronti.net/SERVIZI/la-sete-di-ismaele-siria-diario-
>monastico-islamo-cristiano
>
>http://serenoregis.org/2011/12/la-sete-di-ismaele-laura-tussi/
>
>Come in un intenso sommario descrittivo, in un diario narrativo, 
>Padre Paolo Dall'Oglio consegna nell'opera “La sete di Ismaele” le 
>personali riflessioni sull'attualità e sull'esperienza direttamente 
>vissuta dalla comunità del monastero di Mar Musa in Siria. “La sete di 
>Ismaele”, il figlio primogenito di Abramo, concepito con Agar, la serva 
>di Sara, è proprio la necessità degli esclusi della terra, di quanti 
>gridano e piangono per essere riconosciuti. Padre Paolo Dall'Oglio ha 
>fondato nel 1991 in Siria a Deir Mar Musa un monastero restaurato con 
>la tenacia e la perseveranza di uomo giusto e di persona sorretta dalla 
>propria vocazione. Nel monastero vive una comunità monastica autonoma, 
>maschile e femminile, dedita all'accoglienza e al dialogo tra 
>religioni: è una realtà attiva nell'ambito del panorama mediorientale, 
>che cerca di dimostrare e praticare una possibilità di convivenza e 
>interazione tra cristiani e musulmani. L'autore con l'opera “La sete di 
>Ismaele” vuole proporre una soluzione pacifica e nonviolenta ai 
>problemi posti dalle sommosse popolari scoppiate in Siria, indicando il 
>percorso di una transizione politica verso un'architettura policentrica 
>e istituzionale democratica, fondata sul consenso, sulla condivisione 
>delle differenti sensibilità religiose e delle diverse componenti 
>sociali che coesistono in Siria. Nonostante le reazioni del regime di 
>Assad, Padre Dall'Oglio non ha ottemperato alle ordinanze di espulsione 
>e ha continuato a risiedere in Siria, praticando il personale percorso 
>di impegno sociale, nella pratica spirituale, a favore del dialogo 
>interreligioso e della pace. Il libro racchiude, nel messaggio 
>implicito, l'invito a riconoscere la diversità religiosa, accogliendo 
>il grido degli esclusi, la “sete” degli ultimi, per aprire a orizzonti 
>sconfinati di pace e speranza. La comunità monastica di Deir Mar Musa è 
>formata da monache e da monaci che vivono vita comune nell'ospitalità 
>offerta a tutti, formando un'ampia comunione esistenziale in chiesa, a 
>tavola, nel lavoro. La relazione tra donna e uomo permette di 
>apprendere e imparare la grammatica e la sintassi primigenie di ogni 
>dialogo autentico in una propositiva e innovativa collaborazione e 
>convivenza tra differenti generi e religioni, che costituisce 
>l'annuncio consolante di una rinnovata umanità, costruita sull'umiltà, 
>il realismo, la conoscenza di sè, l’ascesi affettiva, l'apertura 
>all'obbedienza, nella direzione spirituale e non nella sottomissione 
>sessista, come in una grande famiglia, dove proprio la castità 
>consacrata consente di superare le barriere caratteriali, gli steccati 
>familiari, favorendo invece l'apertura universale, la vocazione plurima 
>al dialogo e ad ibridi aneliti di pace nelle interazioni tra diversità, 
>nella speranza di poter riconciliare le identità tradizionali con la 
>ribellione islamica alla globalizzazione capitalista proterva e 
>spersonalizzante, ricordando che i giudei, cristiani e musulmani, figli 
>di Abramo, cercano l'unione personale con il divino, approdando ad un 
>grande unificante silenzio d'amore e di pace nella trasparenza, nella 
>comunione, nella libertà di culto, di opinione e di espressione. La 
>vita cultuale votata all'incontro, all'accoglienza e al dialogo tra 
>diversità è sottesa tra ciò che costituisce il corpo della pratica 
>cristiana e musulmana e la particolarità delle inculturazioni che 
>riattualizzano il significato e il portato valoriale dell’ universale 
>evangelico e del messaggio coranico. Tra il suono di antiche litanie 
>che provengono da un arcipelago di grotte eremitiche, nel monastero si 
>avverte la bellezza della preghiera cristiana formulata in lingua 
>araba, dove poter cercare l'illuminazione spirituale, nelle periferie, 
>negli avamposti, nelle trincee di mondi considerati a rischio e nel 
>profondo di regioni lontane e nazioni marchiate come guerrafondaie e 
>bellicose dalla geopolitica banalizzante dell'Occidente: così, 
>allontanandosi dal baricentro, dal punto di riferimento del culto 
>Romano, si avverte la presenza di un messaggio cristiano limpido e 
>cristallino, sempre più vicino alla fonte originaria dell'Oriente e 
>sempre meno disturbato da tentazioni di egemonia e di potere, oltre i 
>conflitti tra civiltà, per aprirsi ad osmosi dialogiche e visioni 
>maieutiche cultuali, in prospettive plurali di pace, oltre i 
>bizantinismi fideistici occidentali. Quali cenobiti più conviviali 
>degli antichi anacoreti delle valli siriane, in sentieri che si 
>inerpicano a collegare le grotte e le celle degli eremiti e dei monaci, 
>i fratelli e le sorelle del monastero si incontrano e si separano come 
>in una metafora di un sentimento umano verso le ascesi più coraggiose 
>dell'amore divino e del prossimo in prospettive messianiche di pace.
>Laura Tussi
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