Tu chiamale se vuoi emozioni



Quando oggi vedo l'assenza di pieta', il vuoto di emozioni verso la popolazione disperata di Sirte sotto assedio, penso alla Renaul rossa di Aldo Moro. O ai corpi straziati di Piazza Fontana e Piazza della Loggia.

Da anni non ci si indigna piu' del terrorismo degli anni Settanta, non lo si rievoca neppure, non e' un luogo della memoria perche', in fondo in fondo, ci stiamo abituando a giustificare il nostro terrorismo infinito. La guerra infinita ha tacitato le emozioni. Ci siamo assuefatti a uccidere.

Comodamente e senza rischiare la galera, abbiamo in continuazione fabbricato giustificazioni ideologiche alla violenza e alle bombe. Cosa sono le Br e Ordine Nuovo messi a confronto? Hanno per caso bombardato le citta' con missili da una tonnellata?

Adesso possiamo parlare finalmente di violenza liberatrice e di guerra giusta senza piu' paura di sbagliare. Ne abbiamo facolta', un tabu' si e' rotto. Senza vergogna uccidiamo a fin di bene. La Tv non riprende una sola delle nostre bombe, delle nostre vittime. Il conflitto e' invisibile, pulito, rassicurante, etico. Nessuno sollevi dubbi, rimorsi, sensi di colpa su una sola bomba sganciata.

E soprattutto: chi di oppone alla violenza a fin di bene e' amico del male. 
La guerra  si chiama pace.

Non sui crani refrattari ma sulle coscienze mollicce di carriera e convenienza ha colpito il potere.

Il colpo di Stato e' quasi compiuto ma non ha mirato a conquistare il Palazzo, ha voluto espugnare le coscienze. E ha narcotizzato anche la sinistra che plaude le guerre giuste o si volta indifferente dall'altra parte, come ai tempi dell'Urss.

E' ritornata la violenza liberatrice. Le nostre bombe portano la giustizia e la liberta'.

Indignatevi, compagni, indignatevi.
Ma non per la guerra.

Alessandro Marescotti
www.peacelink.it