Genesi e scomparsa della violenza






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Genesi e scomparsa della violenza
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Spesso i veri, originali e più pregni responsabili della violenza non sono coloro che la compiono direttamente quanto quelli che, pur aborrendola, non fanno nulla, per lungo tempo, per impedirla, per creare le condizioni giuste affinché essa non trovi mai spazio per realizzarsi. In somma non è sbagliato rimproverare, finché c'è tempo, più che i cattivi, che più in avanti faran cose da non farsi, i buoni, ché non stanno facendo ciò che dovrebbero.

A che pro continuare ad impiegare il nostro tempo a puntare riflettori accusatori su Berlusconi, di cui ormai sappiamo tutto, quando noi, che ardentemente aneliamo il progresso, siamo ancora ben lungi non solo dal fare la cosa giusta ma perfino dall'aver individuato l'origine del problema sociale? Permettetemi di raccogliere qui i cinque passi storici attraverso i quali si realizzò un periodo di grande, sempre inutile, violenza. Sperando serva acché non si ripeta.


1) Strumento privilegiato del fascismo, per realizzare il suo regime, fu la Funzione Pubblica, che fu da esso accresciuta e plasmata burocraticamente e gerarchicamente giusto a questo scopo.

2) La Funzione Pubblica si è poi indebitamente mantenuta pressochè intatta nell'originario scopo e stile dell'epoca precedente anche quando successivamente subentrarono Democrazia e Repubblica.

3) I politici si approfittarono infatti di quella struttura autoritaria bella che pronta per mantenere un loro ingiusto ordine coercitivamente, piuttosto che impegnarsi a concepire e stabilire quello dovuto.

4) Politici e statali a braccetto hanno così per decenni fatto da blocco allo sviluppo di quel Paese democratico basato sulla partecipazione e responsabilizzazione di ognuno auspicato dalla Costituzione.

5) Tanto che quattro decenni fa il malcontento fu tale da spingere purtroppo molti giovani ad imbracciare le armi per ribellarsi ad una Res Publica posseduta dagli statali, a ciò che tutto era tranne che una Democrazia.


La violenza ha sempre la stessa origine.

Essa nasce ovunque allignano falsità, omissioni ed ingiustizie. La violenza è un semplice fenomeno fisico, meccanico: quando lo squilibrio cresce troppo, frana, travolgendo chi vi sta intorno. Si badi: il problema non sta quasi mai nelle persone quanto nel tipo di organizzazione in cui esse vengono inserite. Facendo parte di una Funzione Pubblica autoritaria e dispotica, gli statali non sono più cittadini alla pari con gli altri ma esseri d'ordine superiore che impongono la scorretta volontà del regime. I fondamentali ruoli e poteri della Funzione Pubblica rimangono ingiustamente accaparrati, monopolizzati, proprietarizzati da una minoranza. La popolazione non può più nulla per cambiare le cose.

Inevitabilmente alcuni finiscono per impugnare le armi.


Non dimentichiamo poi che una organizzazione chiusa come quella della presente P.A. creando uno Stato nettamente separato dal Cittadino fa sì che molti lo considerino un nemico, perché effettivamente spesso come tale si comporta. Le persone sono quindi condotte a cercare forme di potere alternativo a quello centrale, statale, che le angaria in vari modi. Tanti si rifugiano nell'associazionismo, il quale, accettando questo stato di cose, rimane però praticamente inutile. Tanto che molti provano ad essere più furbi, spingendosi a cercare forme estreme di potere alternativo, come la criminalità organizzata, unica possibilità di facile inserimento.


Che si voglia evitare ribellioni od atti criminali, la costruzione e buona manuntenzione di una società aperta, giusta ed onesta, la cui Funzione Pubblica per prima permetta una continua osmosi sociale, in cui sia permessa la libera circolazione di persone ed idee, è l'unico antidoto alla violenza. Di questo non si possono far carico solo i nostri capi, solo i governi. Il cittadino, la persona, l'essere umano, NOI, qui, abbiamo il dovere di avanzare anche da soli, ognuno come meglio sa e può. Non tutta la violenza è evitabile. Ci sono situazioni in cui non è possibile far nulla. Tuttavia tutta quella sulla quale possiamo intervenire con largo anticipo non deve sfuggire ai nostri occhi.

Portiamo a termine il processo di democratizzazione del Paese, di liberazione dalla tirannia, facciamo cadere dopo il suo apice anche la decrepita struttura autoritaria che si è indebitamente conservata fino ai nostri giorni, e nessuno avrà più nulla di cui lamentarsi.


Danilo D'Antonio

Monti della Laga
Italia Centrale

tel. 339 5014947


25 Aprile: la Liberazione continua!

http://www.agoravox.it/Il-nuovo-tempo-dell-antifascismo.html