R: Re: [MIR-Riconciliazione] Re: Cautela sulla cautela



La nonviolenza - forza dell'unità popolare per la libertà e la 
giustizia - è, per l'appunto, una forza che agisce all'interno di un 
campo di forze varie.
La "purezza" nonviolenta al 100% non si registra 
nella Storia, neppure nella lotta che ha portato alla liberazione 
dell'India dal dominio coloniale inglese.
Compito degli amici della 
nonviolenza non è, mi sembra che su questo possiamo essere tutti 
abbastanza d'accordo, dare pagelle sulla "genuinità" o meno di questa o 
quella ribellione popolare, bensì quello di agire per elevare il tasso 
di nonviolenza ed abbassare il tasso di violenza nei processi storici.
Ritengo comunque sbagliato fare di tutti i sommovimenti popolari in 
corso un unico fascio, ci sono profonde differenze, che so, tra quello 
che succede in Libia e quello che succede in Egitto...



----Messaggio 
originale----
Da: locascio.francesco at gmail.com
Data: 22-feb-2011 7.07 
PM
A: "Enrico Peyretti"<e.pey at libero.it>
Cc: "CS 00 Serenoregis"
<comunicazione at serenoregis.org>, "zanolli elena"<elena.zeta at libero.it>, 
"Zafarana Zaira"<zaira_zafarana at yahoo.it>, "solmi renato"<rsolmi@tin.
it>, "Scarnera Marco"<marco.scarnera at tiscali.it>, "salio nanni"
<nanni at serenoregis.org>, "rossi paola"<paola.rossi1 at fastwebnet.it>, 
"Racca Eva"<alise at fastwebnet.it>, "mir-mn To"<mir-mn at serenoregis.org>, 
"Larocca Mariuccia"<mariuccia.laro at alice.it>, "Gargano 1 Enzo"
<enzo at serenoregis.org>, "Dogliotti Angela"<maradoglio at libero.it>, "CS 
01 Sereno Regis info"<info at serenoregis.org>, "cosentino silvia"
<sicosent at tiscali.it>, "Cingolani Giorgio"<cingo.g at inrete.it>, 
"ciavarella 1 giovanni"<giovanni.ciavarella at intesasanpaolo.com>, 
"Camino Elena"<elena.camino at unito.it>, "Cambiano Dario"<dariocam@inwind.
it>, "asiatici andrea"<and.graz at hotmail.it>, "arcidiacono loredana"
<Loredana.Arcidiacono at alpitourworld.it>, "alba - - alvise e maria 
chiara"<alvise_mchiara at alice.it>, "candelari 1 paolo"<paolocand@gmail.
com>, "lista Peacelink Pace"<pace at peacelink.it>, "lista pax christi gr 
discussione"<paxchristi at yahoogroups.com>, "lista Mir dibattito"<mir-
riconciliazione at yahoogroups.com>, "Lista Menapace"<lista123lm@gmail.
com>, "lista lilliput glt NV"<glt-nonviolenza at liste.retelilliput.org>, 
"lista BCP"<ml-beati at beati.org>, "lista angelo casati 01"
<sullasoglia at yahoogroups.com>, <list at transcend.pro>, "lista nonviolenti"
<nonviolenti at liste.retelilliput.org>
Ogg: Re: [MIR-Riconciliazione] Re: 
Cautela sulla cautela

*..............Meglio Sharp? Meglio il 
Pentagono? O meglio le dittature?*

Il giorno 22 febbraio 2011 17:09, 
Enrico Peyretti <e.pey at libero.it> ha
scritto:

>
>
>  *
> Mi scrive 
Giuliano Pontara, da Stoccolma:
> Quanto alle rivolte non-violente in 
Medio oriente: ritengo ( con Gandhi)
> che a livello  di massa non si 
possa plausbilmente sperare molto di più:
> ma quello che succede non è 
poco.
> Un abbraccio
> Giuliano
> *
> Ciao, Enrico
>
> ----- Original 
Message -----
> *From:* Enrico Peyretti <e.pey at libero.it>
> *To:* CS 00 
Serenoregis <comunicazione at serenoregis.org> ; zanolli elena<elena.
zeta at libero.it>; Zafarana
> Zaira <zaira_zafarana at yahoo.it> ; solmi 
renato <rsolmi at tin.it> ; Scarnera
> Marco <marco.scarnera at tiscali.it> ; 
salio nanni <nanni at serenoregis.org> ; rossi
> paola <paola.
rossi1 at fastwebnet.it> ; Racca Eva <alise at fastwebnet.it> ; mir-mn
> To 
<mir-mn at serenoregis.org> ; Larocca Mariuccia <mariuccia.laro at alice.it>; 
Gargano
> 1 Enzo <enzo at serenoregis.org> ; Dogliotti Angela 
<maradoglio at libero.it> ; CS
> 01 Sereno Regis info <info@serenoregis.
org> ; cosentino silvia<sicosent at tiscali.it>; Cingolani
> Giorgio 
<cingo.g at inrete.it> ; ciavarella 1 giovanni<giovanni.
ciavarella at intesasanpaolo.com>; Camino
> Elena <elena.camino at unito.it> 
; Cambiano Dario <dariocam at inwind.it> ; asiatici
> andrea <and.
graz at hotmail.it> ; arcidiacono loredana<Loredana.
Arcidiacono at alpitourworld.it>; alba
> - - alvise e maria chiara 
<alvise_mchiara at alice.it> ; A me 1 Libero<e.pey at libero.it>; candelari
> 
1 paolo <paolocand at gmail.com>
> *Cc:* lista Peacelink Pace 
<pace at peacelink.it> ; lista pax christi gr
> discussione 
<paxchristi at yahoogroups.com> ; lista Mir dibattito<mir-
riconciliazione at yahoogroups.com>; Lista
> Menapace <lista123lm@gmail.
com> ; lista lilliput glt NV<glt-nonviolenza at liste.retelilliput.org>; 
lista
> BCP <ml-beati at beati.org> ; lista angelo casati 
01<sullasoglia at yahoogroups.com>;
> list at transcend.pro ; lista 
nonviolenti<nonviolenti at liste.retelilliput.org>
> *Sent:* Tuesday, 
February 22, 2011 12:08 PM
> *Subject:* Cautela sul carattere 
genuinamente nonviolento delle
> rivoluzioni arabe
>
>
>
> Cautela sul 
carattere genuinamente nonviolento delle rivoluzioni arabe
> Sei anni 
fa, stimolato da osservazioni attente, pubblicavo questo articolo
> 
(allegato e in calce) che metteva in guardia dal valutare come 
"nonviolente"
> certe rivoluzioni "rosa".
>     Oggi, senza affatto 
sminuirne il valore, il coraggio, le prospettive,
> bisogna dire lo 
stesso delle rivoluzioni arabe.
>     Forse, si può dare atto 
giustamente, per lo più, che si tratta di
> rivoluzioni "non-violente", 
cioè "senza-uso-di-violenza": in altre parole si
> tratterebbe di 
"nonviolenza pragmatica", o "tattica", ma non di "nonviolenza
> di 
principio", o "strategica".
>     Quando le armi non si hanno, o non 
conviene usarle perché fanno un
> disastro maggiore, si usano mezzi 
"non-violenti", ma la genuina
> "nonviolenza" è la ben diversa scelta 
di non usare la violenza quando
> sarebbe possibile e potrebbe dare 
speranza di efficacia.  Le ragioni della
> genuina nonviolenza sono 
quelle della più alta qualità umana, non quelle
> della rapida 
efficacia.
>     Obama, l'11 febbraio, riguardo all'Egitto, ha mandato 
un messaggio (che
> io ho diffuso molto) bello e giusto, forse anche 
troppo entusiasta.
> L'idealismo ci deve orientare, ma i singoli passi 
e valutazioni devono
> essere saggi e prudenti.
>     Ora ci sono voci 
di influenze del "metodo Sharp" nelle vicende del
> Medio Oriente. 
Potrebbe essere che una politica di influenza mondiale, cambi
> 
strumenti di controllo: non più dittatori divenuti impresentabili, ma
> 
democrazie manipolate, influenzate.
>     Non giudichiamo, ma 
vigiliamo.
>     Enrico Peyretti, Torino
>
> ***
>
>  Mezzi e fini      
Nonviolenza violenta ?
>
> (pubblicato su *il foglio* n. 319, febbraio 
2005, www.ilfoglio.info)
>
>
>
> Tutto serve. Tanti anni fa, in Spagna, 
lessi su un muro «Los guerrilleros
> de Cristo Rey, somos la ley». Gesù 
guerrigliero, di estrema destra. A quando
> Gandhi alfiere dell’impero? 
Nella pubblicità, come Gesù, è già stato
> ripetutamente usato. Anche i 
suoi metodi possono servire a tutto, secondo
> l’articolo *Nell’ombra 
delle “rivoluzioni spontanee”*, di Régis Genté e
> Laurent Rouy, su *Le 
Monde Diplomatique* (gennaio 2005, p. 6). Nel ’99 in
> Jugoslavia, 
falliti i bombardamenti della Nato, si organizzano, e si
> finanziano 
bene, potenti manifestazioni popolari nonviolente e Milosevic (il
> 
quale se lo merita pure) cade. Serbia, Georgia, Ucraina: funziona! Il 
metodo
> è quello delle grandi rivoluzioni nonviolente dell’89 nell’
Europa orientale.
> Certo, non è solo manipolazione, c’è una vera 
insorgenza popolare contro
> autoritarismi e dittature. Ma il metodo 
serve a qualunque scopo.
>
>
>
> *Aggiustare le elezioni*
>
> Dove un 
potere deve un po' aggiustare le elezioni per legittimarsi - ma
> 
questo non è successo, almeno nel 2000, anche negli Usa, modello di
> 
democrazia da esportazione forzata? - si infiltrano – secondo gli 
autori
> dell’articolo - organizzazioni e fondazioni americane. Una, il 
National
> Democratic Institute, è presieduta da Madeleine Albright, 
quella che disse
> che le vittime della guerra del Golfo «valevano la 
pena». Un’altra, Freedom
> House, è diretta da James Woolsey, ex capo 
della Cia, già attivo in Serbia
> nel 2000. Vanno in aiuto a parti 
interne che «volevano far crollare il
> regime più che avere libere 
elezioni», come dice Gia Jorjolani, del Centro
> per gli studi sociali 
di Tbilisi, Georgia.
>
> I media e i movimenti studenteschi (Otpor, 
Resistenza, in Jugoslavia) vi
> hanno grande parte. Seminari di 
“formazione per formatori” sono tenuti anche
> a Washington (9 marzo 
2004), pare con la presenza di Gene Sharp, teorico
> della lotta 
nonviolenta e autore di un classico manuale in tre volumi, *Politica
> 
dell’azione nonviolenta* (edizioni Ega, Torino), molto usato anche dai
> nonviolenti italiani.
>
> Quelle rivoluzioni nonviolente in Serbia e 
Georgia, a detta degli stessi
> politici che hanno preso il potere, 
sono state sostenute da forze contrarie
> ai precedenti regimi. Nelle 
recenti elezioni contestate e ripetute, sotto
> pressione popolare, in 
Ucraina, hanno avuto parte evidente la Polonia e
> l’Unione Europea. 
Personaggi ivi emergenti fanno parte della nomenklatura
> arricchitasi 
con le privatizzazioni. Non sempre ci guadagna la democrazia:
> un anno 
dopo la “rivoluzione delle rose” in Georgia, una militante per i
> 
diritti umani, Tinatin Khidasheli, scrive «La rivoluzione delle rose è
> appassita» (*International Herald Tribune*, Parigi, 8 dicembre 2004).
>
> La politica estera americana, dunque, si servirebbe oggi non solo 
della
> guerra, ma anche di questi movimenti, non veramente spontanei, 
anche se
> attecchiscono grazie ai difetti, e a volte i crimini, dei 
regimi contestati.
> Pare che, oltre l’area ex-sovietica, punti ora ad 
applicare il metodo a
> Cuba, mentre nel Medio Oriente le possibilità 
sono scarse, anche per l’odio
> che gli Usa si sono guadagnati.
>
>
> 
Democrazia metodo e fine
>
> Che dire, da parte di chi crede nella 
nonviolenza come metodo giusto per
> fini giusti? Anzitutto, proprio 
questo: non solo i mezzi devono non essere
> violenti, ma anche i fini. 
La Germania nazista e l’antisemitismo fascista,
> cominciarono la 
persecuzione degli ebrei, diretta allo sterminio, col
> boicottaggio 
economico, che in sé è un tipico mezzo nonviolento contro le
> economie 
ingiuste. Usare mezzi giusti per fini ingiusti è tanto ingiusto
> 
quanto usare mezzi ingiusti per fini giusti. La nonviolenza gandhiana è 
una
> speranza per l’umanità spinta sull’orlo della distruzione totale 
dalla
> ideologia della violenza: manipolarla per fini di dominio, 
uguali a quelli
> che si cercano con la guerra e la violenza, è 
falsificare un valore umano.
> La nonviolenza non è solo una tecnica 
utile, ma la cultura del rispetto
> dell’umanità in ogni persona e 
popolo. Come insieme di tecniche può servire
> al dominio incruento e 
sottile, ma non meno ingiusto. Come cultura e
> spiritualità non può 
farsi strumentalizzare dall’ingiustizia del dominio.
> Perciò, la 
ricerca della nonviolenza non può essere semplice attivismo, ma
> 
educazione morale profonda. Su di ciò i nonviolenti devono vigilare e
> 
approfondire il loro lavoro. Si sono già viste anche da noi forze 
politiche
> sbandierare Gandhi e poi rendersi utili ai potenti e 
persino alla guerra.
>
> Certo, puntare al potere con la demagogia 
incruenta è qualcosa di meglio
> che con una guerra o un golpe 
sanguinario,  mezzi usati senza scrupoli da
> chi ora si serve della 
nonviolenza, ma mai da Gandhi, da Luther King, da
> Badshah Khan. Così, 
la democrazia, ovviamente, è meglio della dittatura. Ma
> essa è vera 
se e quando le persone si educano a decidere secondo giustizia,
> e non 
soltanto perché si contano le teste invece di tagliarle. Non c’è vera
> 
democrazia là dove le teste decidono liberamente di tagliarne altre, o 
di
> opprimerle, o tacitarle. La democrazia che elegge Hitler è falsa 
democrazia,
> forma senza sostanza. Non c’è vera democrazia dove il 
principio di
> maggioranza instaura una dittatura della maggioranza, 
come sta accadendo in
> Italia. La democrazia è un metodo, ma 
soprattutto un fine: farci tutti più
> rispettosi della comune umanità. 
Perciò la nonviolenza dei mezzi e dei fini
> è l’aggiunta e il 
completamento della democrazia.
>
> Enrico Peyretti (22 gennaio 2005)
>
>
>
> Sull’articolo di *Le Monde diplomatique* ho sentito il parere di
> Jean-Marie Muller, che mi risponde: «Io sarei forse meno reticente di 
te nel
> salutare l’azione nonviolenta degli ucraini. Ma hai ragione 
nel chiamare
> alla vigilanza per essere sicuri che i mezzi giusti 
della nonviolenza siano
> messi al servizio di un fine giusto» (e. p.)
>
>
>
>
>
>  
>