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Ma quale democrazia partitocratica ?

Forse tin sfugge che il Monte Paschi è a egemonia Rothschild, che la massoneria è nelle oligarchie di tutti i partiti italiani, che la PAR CONDICIO non esiste, che solo in Italia servono 300.000 firme per presentarsi alle elezioni (mentre la Costituzione, inapplicata anche in ogni sua parte socialmente significativa, recita "il voto è libero e segreto" ), che per mantenere l'oligarchia e le clientele i partiti vanno all'assalto del denaro pubbluico ad ogni livello istituzionale e sanitario...., che la giustizia è un compromesso di potere tra magistrati e avvocati..., che siampo militarmente e politicam,ente occupati dagli stati Uniti (ormai fusi nel blocco della finanza sionista).

Prova a venir fuori dal teatrino e vedere le cose nella loro reale portata.

Io sono partito dalla mancanza di democrazia interna e trasparenza finanziaria del PdCI, per poi vedere la sinistra e lan guerra, la sinistra e Israele, la sinistra e i problemi veri della gente (ti dice nulla che trenta anni fa un impiegato ed un operaio mantenevano una intera famiglia, ed ora (dopo trent'anni di "prograsso sociale" non riescono nemmeno a mantenere se stessi?

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Da: alfonsonavarra at virgilio.it
Data: 23/08/2010 17.35
A: <pace at peacelink.it>
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Vengo da una terra e da una esperienza politica che mi ha insegnato a distinguere tra un potere mafioso assassino ed un potere padronale "normale", per quanto duro ed antisindacale.

Se hai disponibilità e tempo, prova a leggere quanto scrivo sotto, in corpo più piccolo, sulla differenza tra una "demokratura" ad egemonia mafiosa ed una democrazia partitocratica. Non per convincerti, ma per spiegarti meglio come la penso.

Mi accorgo altresì che il mio "analfabetismo informatico" mi ha fatto spedire una mail riservata - al momento - su una lista pubblica.

Pazienza, non si tratta tutto sommato di un grave delitto...

La maggioranza parlamentare di Silvio B. con il voto su Caliendo è venuta meno. L'espulsione di Fini dal PDL potrebbe significare l'epilogo della tragica (e comica) vicenda berlusconiana, lo stop alla "resistibile ascesa" verso la Presidenza della Repubblica e lo status di legibus solutus. Ma la narrazione del "Caimano" potrebbe ancora riservarci delle sorprese, in varie direzioni. Tutto dipende da come si gestisce questa delicatissima fase di passaggio perchè possa finalmente calare il sipario sulla degenerazione telecratica e mafiosa del regime partitocratico.

Il mio parere lo ho già espresso chiaramente: se si andasse a votare in queste condizioni mediatiche e con la legge elettorale "porcata", considerata per di più l'incosistenza dell'attuale opposizione di Sua Maestà, è molto probabile che il premier vinca ancora per preparare la propria scalata al Quirinale.

O vinca una versione ancor più becera del "berlusconismo", caratterizzata da un peso maggiore della componente leghista.

Male che gli vada , almeno al Senato, Berlusconi avrebbe comunque la possibilità di esercitare un pesante ricatto sulla vita politica italiana in funzione della soluzione dei suoi problemi con la giustizia.

Constato perciò con soddisfazione che si amplia la schiera di coloro che sostengono che, prima di ricorrere alle urne, l'irruzione della società civile deve stimolare la politica, nei settori meno sporchi ed almeno non eversivi, a sgombrare il campo va dai macigni del sistema elettorale e del monopolio televisivo per restituire il diritto di voto sostanziale al popolo.

L'elemento più miope, in questo scenario, è quella che mi appare la poco lungimirante ambizione dell'IDV a mettere nel carniere qualche punto percentuale rosicchiato al PD.

Antonio Di Pietro "spara" a manetta le sue filippiche antiberlusconiane e miete consensi perchè si presenta come l'oppositore più intransigente ma sospetto che faccia, a quanto è mi dato vedere, dell'antiberlusconismo opportunistico e di maniera: dimostra di non aver affatto capito la natura profonda e la pericolosità reale dell'"anomalia" berlusconiana.

Ogni tanto lancia il sasso delle "elezioni anticipate subito" ed ogni tanto, subito dopo, nasconde la mano.

Sul "Fatto Quotidiano" del 20-08-10 la giornalista Chiara Paolin gli chiede: "E se Fini rompe con Berlusconi poi che succede?".

Questa la sua risposta: "Un governo tecnico mi andrebbe benissimo, ma a una condizione precisa: il Presidente della Repubblica deve garantire durata e scopo dell'esecutivo. Durata massima 90 giorni, unico punto di programma il cambiamento del porcellum. Hai voglia in tre mesi se non ce la fai a mandar fuori una legge di due articoli".

L'ex pm di Mani pulite vuole, con la sua fretta degna di miglior causa, forse rovinarci il Natale facendoci trascorrere le Sante Feste sotto il bombardamento della campagna elettorale?

Non possiamo farlo durare qualche mese in più, questo benedetto governo, per poter votare almeno la Primavera dell'anno prossimo?

A sollecitare e vezzeggiare le peggiori "tentazioni" profonde di Di Pietro, pretendendo di interpretarle, ho l'impressione che ci pensino certi dipietristi, più realisti del re.

Leggo, per esempio, sul settimanale "Gli Altri" (n. 35 - 3 agosto 2010) queste "menomate" e strampalate - a mio modesto avviso - considerazioni di tal Maurizio Zipponi, deputato dipietrista.

Gli sembra innanzitutto chiarissimo che "stiamo vivendo in un sistema democratico nel quale sono le elezioni a decidere chi governa".

Accertata questa "indiscutibile verità (?)" si accinge a respingere la risposta del PD alla crisi politica che si è aperta basata sul "governo tecnico o istituzionale".

"Si basa su questa analisi: siamo in una situazione politica vicina al colpo di Stato, all'instaurazione di un regime totalitario, occorre una soluzione di emergenza che metta insieme tutte le forze democratiche per evitare il golpe e ristabilire le regole della democrazia".

Zipponi accenna poi ad una alternativa secondo lui più lineare. "Parte dal presupposto che il fascismo non è alle porte. E quindi immagina che per battere Berlusconi occorre adoperare gli strumenti tradizionali della democrazia. Lo strumento principale è il voto popolare. Berlusconi lo si può battere solo col voto e costruendo una alternativa credibile alla sua politica. Io sono per questa seconda soluzione. Non credo che stiamo vivendo la vigilia del fascismo"...

Zipponi, veramente, mi complimento con Lei per la sua sagacia e perspicacia analitica. E quando, contro la "dittatura berlusconiana", Di Pietro sbraita e si sbraccia in Tv (nei pochi spazi che gli sono concessi, in genere sulle emittenti locali) e nei comizi, a volto paonazzo, con le vene che gli stanno per scoppiare sul collo, mi faccia il favore di ricordare al suo capo questa sua rassicurante e saggia precisazione: "Da 65 anni l'Italia vive in un regime democratico. Lo era anche quello guidato dalla DC... Nel regime democratico italiano esiste il voto e il voto è sufficiente per battere il potente di turno, nel nostro caso Berlusconi".

Glie lo ricordi, a Di Pietro, quando, ad esempio dichiara a Chiara Paolin, nell'intervista citata sul Fatto Quotidiano (20-08-10): "Viviamo in un Paese che ha conservato integro il suo stampo fascista e piduista".

E' vero, esiste il voto ed io me ne ricorderò molto bene per usarlo contro coloro che lo hanno sempre chiesto gridando al lupo Berlusconi per poi scoprire oggi, a convenienza di poltrone nel Palazzo, che si tratta in realtà di un botolo spelacchiato.

Il berlusconismo non è fascismo, di sicuro. Ma con una democrazia decente, per quanto malata, ha poco a che vedere. Tende più alla "demokratura" di stampo putiniano che non al liberalismo occidentale. In Russia il 50% del PIL è divorato dalla corruzione burocratica e dalla "borghesia mafiosa" (in genere ex agenti del KGB), qui da noi stiamo creando le condizioni per metterci a gara con quel modello. Diciamo che il berlusconismo è un regime in formazione, anche se di strada ne ha fatta parecchia. E' un complesso ormai abbastanza delineato di leggi e di prassi abusive, di squilibri istituzionali, di attacchi al dettato ed allo spirito costituzionale. E' un panorama uniforme dell'informazione televisiva trascesa in manipolazione pacchiana ed, a volte, in sgangherato e volgare squadrismo mediatico, al traino dei giornali di famiglia (il "metodo Boffo"). E' un retroterra di interessi oscuri ("verminosi") di circoli criminali interni ed internazionali.

Il potere padronale di Marchionne non è una bella cosa, senza dubbio, ma il potere mafioso di Tano Badalamenti è molto peggio: chiedetelo, metaforicamente, a Peppino Impastato (non a caso buonanima) ma non chiedetelo agli abitanti di Cinisi che sopravvivono nell'omertà, nell'umiliazione assoluta, senza dignità.

Zipponi scrive: "Se sapremo costruire una alleanza seria, darle un programma, dotarla di un leader riconosciuto da tutti, possiamo battere Berlusconi".

Magari da qui a novembre o dicembre?

Zipponi, ci facci il piacere, si levi di torno e, a proposito di serietà, lasci le persone serie a lavorare e ad organizzare la resistenza...


----Messaggio originale----
Da: ferroferrarese at libero.it
Data: 23-ago-2010 1.42 PM
A: <alfonsonavarra at virgilio.it>, <ecologia at peacelink.it>
Ogg: [pace] R: riservato - No B-Day 2

Riservato e da non divulgare

Bisogna dare una mano al PD e ai suoi fedeli alleati negli appalti, nelle banche e nei cancrovalorizzatori, dobbiamo fare cadere Berlusconi che è molto cattivo, più della Casaleggio, di Profumo, di DeBenedetti e di Paccini Battaglia.

Berlusconi ha solo tolto i fondi dormienti alle banche e ridotto a 70 anni l'età per i professori universitari, mentre sulle intercettazioni purtroppo ha fatto quello che aveva proposto Mastella, sull'acqua quello che aveva proposto la Lanzillotta e sui precari quello che aveva fatto Ferrero.

E' purtroppo vero che il centro destra ha un ministro degli esteri quasi peggiore di D'Alema e un ministro dei lavorion pubblici forse più clientelare di Di Pietro, ma se torniamo al Governo le coop potranno rafforzare i loro accordi con la Compagnia delle opere e costruire una nuova base militare americana, nuovi cancrovalorizzatori e prendersi una fetta più grande delle nuova centrali atomiche...Parisi val bene un No B-Day

MA NON VI SIETE ACCORTI CHE SONO TUTTI UGUALI, CHI VE LO FA FARE DI DIVIDERE ANCORA GLI ITALIANI IN TIFOSI DI QUESTO O QUEL CAVALLINO ROTHSCHILD ?

SE AMATE IL VOSTRO PAESE E SE VOLETE FARE QUALCOSA STATE FUORI DA QUESTO IMMONDO TEATRINO DELLA POLITICA E PONETEVI IL PROBLEMA DI CACCIARE LE MARIONETTE E FARE GOVERNARE I CITTADINI .

----Messaggio originale----
Da: alfonsonavarra at virgilio.it
Data: 23/08/2010 15.05
A:
Ogg: riservato - No B-Day 2

Riservato e da non divulgare

Un appello che - forse -  sta partendo dalla Rete dei gruppi locali del "Popolo Viola"...
Il mio semi-analfatismo informatico mi preclude - al momento - l'ingresso su FaceBook (verso cui comunque nutro una grossa diffidenza)...   Alfonso Navarra


Bellissimo Alfonso ... cavoli come scrivi !

Ora devo capire come pubblicizzarlo ... lo inoltrerò preventivamente ai componenti di Milano via e-mail.

Poi vorrei lanciare gli "Eventi" (si chiamano così) su FaceBook dove i miei contatti ("amici") possono inserire commenti e poi (grazie agli altri loro contatti) dilagarlo in giro per la Rete.

Naturalmente devo inserire anche il tuo nome come componente (e fai in modo di entrare in FaceBook così puoi essere attivo anche nei "commenti" per rispondere a coloro che tempesteranno le "pagine").

Ora ci ragiono e ti faccio sapere. Grazie.

Fede

APPELLO : UN NO B-DAY NEL VENTO DELLA STORIA

Silvio Berlusconi, cacciando Gianfranco Fini e i finiani dal PDL, ha, di fatto, perso la maggioranza alla Camera e rischia di perderla anche al Senato: non è mai stato tanto debole come oggi. E perciò tanto più pericoloso per la democrazia del nostro Paese.

La sua forza eversiva, incoraggiata dal patto di ferro con Umberto Bossi e la Lega Nord, non è comunque da sottovalutare e dobbiamo vigilare attentamente sui colpi di coda che rischiano di assassinare la Costituzione nata dalla Resistenza.

La forza vera della "resistibile ascesa" del Cavaliere per l'assunzione allo status di legibus solutus è la pervicace inconsistenza dell'opposizione politica, ed è esercizio accademico, ai fini pratici, al di là delle diverse, legittime opinioni in merito, distinguere vari gradi nella responsabilità per l'inadeguatezza tra le sue diverse componenti.

Per dare la spallata che faccia esplodere le contraddizioni in cui si dibatte il tentativo berlusconiano di regime è necessario che la società civile intervenga scendendo in piazza quanto prima, ma in modo meditato ed efficace, per affermarsi come protagonista consapevole, non come massa di manovra strumentalizzabile.

La nostra proposta, di Rete dei gruppi del Popolo Viola, è di organizzare il "NO B-Day 2", non in modo affrettato, emotivo, senza piattaforma, in ottobre, bensì, con evidenti risvolti simbolici, il 5 dicembre 2010, ad un anno esatto dal primo "NO B-Day" .

Occorre tempestività per cogliere il Kairos della Storia. A nostro avviso, un appuntamento ad ottobre potrebbe essere, a seconda delle circostanze, insieme prematuro, ma anche, paradossalmente, ritardato.

Troppo tardi, perchè a settembre scopriremo se si vota a Natale, come vuole Bossi, l'unico sicuro che sarà ampiamente premiato dal ricorso alle urne. Berlusconi infatti verificherà entro settembre se, sul "documento programmatico", ma in realtà sullo "scudo giudiziario per i suoi processi", incasserà una fiducia piena e convinta (magari coinvolgendo l'UDC di Casini).

Se si va a votare è lapalissiano che il governo Berlusconi è caduto (per decisione dello stesso premier), che l'opposizione non si è messa d'accordo sul "governo tecnico", e che una manifestazione per mandare a casa Silvio B. perde di ogni significato, mentre il "referendum sul regime" si svolgerà con la campagna elettorale giunta al suo climax.

A settembre si decide anche se la scadenza di un eventuale voto anticipato è posticipata almeno alla Primavera del 2011. In tal caso, per noi, ottobre diventa una data troppo ravvicinata, che non ci dà il tempo di discutere e riflettere bene con quale voce e con quale messaggio chiaro e inequivocabile la società civile potrà parlare per tirare la coperta dalla sua parte: la parte di una rigenerazione della democrazia dei cittadini usurpata dalla "casta politica" (di cui il berlusconismo è epressione estrema ed ulteriormente degenerata).

Dobbiamo prepararla bene, questa mobilitazione, perchè stavolta non servirebbe una manifestazione di pura protesta, per quanto entusiasta e massiccia, ma bisogna saper offrire agli italiani, adattandola alla concretezza della sfida presente, l'alternativa della bandiera che dice: "REALIZZAZIONE DELLA COSTITUZIONE".

Nella pratica dobbiamo sottolineare, ci sembra, tre punti che esigiamo siano recepiti dalla politica istituzionale, quella che intende conservare un minimo di dignità e di aderenza alle regole del gioco formalmente vigenti:

1- la restituzione al popolo del diritto di voto sottratto dal "porcellum" con una legge elettorale che reintroduca proporzionale e preferenze;

2- varare una normativa antitrust che impedisca ogni monopolio televisivo (e risolva ogni conflitto di interessi);

3- revocare ed impedire controriforme giudiziarie per garantire impunità ad personam e ostacolare l'attività della magistratura contro mafiosi e criminali (in special modo "colletti bianchi").

Non è compito dei movimenti dei cittadini entrare nel merito di proposte "politichesi" su vari possibili assetti di governi "tecnici di transizione al voto".

Quello che è certo è che vogliamo votare, vogliamo chiudere questa pagina nera della Storia repubblicana, ma non con giochi elettorali truccati in partenza ed in condizioni di minima decenza democratica: perchè insieme a Berlusconi abbiamo da seppellire politicamente il "berlusconimo" e siamo altresì convinti che i due obiettivi possono essere raggiunti solo se perseguiti ad un tempo e nello stesso modo.

Il "Meeting del Popolo Viola", che proponiamo di tenere per il ..., dovrebbe discutere, con metodo realmente partecipativo e con la profondità che solo l'interfaccia del dialogo diretto può garantire, le proposte sopra abbozzate e soprattutto - se siamo d'accordo per l'appuntamento del 5 dicembre - precisarne il significato alternativo, la piattaforma, e le modalità organizzative.

Almeno come base più ragionata, soppesata, argomentata da sottoporre poi alla verifica del dibattito telematico.

Il momento è critico, delicatissimo, decisivo: giochiamo bene le nostre carte e forse la bilancia, anche grazie al nostro impegno, stavolta penderà dal lato giusto, per dare respiro e speranza a tutte le "battaglie" civili che la partecipazione dei cittadini ha messo in campo, per una nuova stagione di libertà inverata, di legalità assicurata, di giustizia sociale ed ambientale istradata.