funerale militare



Io non potrò, ma chi può vigili sui funerali, domani, dei due soldati morti in Afghanistan. La Russa di uno ne ha già fatto un eroe, perché ha segnalato agli altri il pericolo di cui è poi rimasto vittima. Gesto generoso ed encomiabile, sicuramente, e anche doveroso per lui. Quante altre volte, in situazioni di disastri, di crolli, di incidenti, avviene lo stesso e nessuno inneggia all'eroe. Tutto serve per giustificare la guerra. E' già cominciata la retorica strappalacrime che non è vero rispetto per quegli infelici, ma utilizzo politico-militare del dolore umano. Il dolore delle persone è l'unica cosa vera da rispettare in vicende come questa. Chiedo però in particolare di vigilare sulla cerimonia, che sarà probabilmente religiosa cattolica secondo l'uso nazional-cattolico (incrementato dalla "religione civile" ruiniana-fisichelliana-leghista): vigilate almeno che non ci sia la profanazione armata dell'eucaristia, che non avvengano volgarità come il grido "Folgore!" in chiesa (che ci fu nell'ultimo funerale militare), che il celebrante sappia e pensi a ciò che sta facendo, che parli di vangelo e non di patria mangia-figli, e che celebri una messa cristiana, non militare. Preghiamo il Padre della vita e della pace per i due morti e le loro famiglie, e preghiamo anche per luce alle coscienze di chi li ha mandati in quel pozzo di sangue (soprattutto di civili afghani) senza fondo.
Enrico Peyretti