TERRORISMO FINANZIARIO



 

Applicando la definizione corrente di terrorismo, le attività di quel manipolo di ben conosciuti Istituti, operatori e lobbies finanziarie ricadono perfettamente in questa categoria, che quindi da ora vanno classificate come "terrorismo finanziario". Cosa altro è la destabilizzazione finanziaria, economica, sociale e politica degli Stati nazionali provocata da operazioni tese a riportare ai capitali sotto il loro controllo saggi di profitto determinati a scapito di altri capitali e patrimoni, dell’economia, della produzione, dell’ambiente ed infine a seguire le conseguenze vengono rovesciate contro il 90% della popolazione lavorativa e non, determinandone morte e riduzione del livello di vita medio?

Risulta poi evidente che si sta perpetrando, oltre al reato di "rapina a mano armata", un altro reato globale, quello di "circonvenzione di incapaci" visto che la reazione da parte della popolazione risulta essere praticamente assente, fatte salve limitate e sporadiche reazioni, assolutamente isolate e prive di solidarietà attiva. Il reato è compiuto dai governi e dalle elites politiche dei singoli stati o per connivenza (99%) o per incapacità (1%). Rimane da capire come mai le Forze militari e di polizia, che hanno ricevuto espresso mandato di contrastare e reprimere ogni forma di terrorismo, non intervengano solertemente contro questo "terrorismo finanziario". Esse, senza indugio, dovrebbero agire sciogliendo le società, confiscando i beni ed i patrimoni, sospendendo ogni transazione nelle borse mondiali, arrestando e rinchiudendo nella base di Guantanamo tutte persone fisiche di ogni ordine e grado che contribuiscono a questa attività terroristica, ivi compresi i politici conniventi od incapaci. La base di Guantanamo potrebbe risultare insufficiente, ma enormi miniere di carbone e zolfo sparse per il pianeta potrebbero facilmente accogliere i soggetti "ad aeternam espiationem".