bagnasco e le elezioni



10 03 24 Bagnasco e le elezioni

 

Davvero penoso, prima che irritante, il passo avanti e passo indietro, in 24 ore, di Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, a pochi giorni dalle elezioni regionali.

Prima, avanza i soliti “valori non negoziabili”, come se la chiesa fosse lì per negoziare e scambiare valori coi poteri del mondo (certe eminenze non fanno altro), invece che annunciare e vivere l’evangelo dell’amore che ci perdona, ci salva dal male e ci ispira un cammino nella giustizia.

Tra quelle condizioni ultimative, insieme ad altre indicazioni sensate di onestà civile, spiccava il criterio di non votare per chi non si oppone all’aborto (come se le regioni potessero disfare quella legge statale che sicuramente riduce il male). Ne risultava per tutti una pacchiana opposizione a Bonino e Bresso, e un vile appoggio a quel cinico sfruttatore di chiese ed elogiatore untuoso di papi, che è Berlusconi. Ci tocca assistere ad osceni scambi di leccate.

Può un ecclesiastico responsabile essere così ingenuo, sprovveduto, o così servile come vescovo, e così stolto come cittadino?

Forse non lo può del tutto, visto che 24 ore dopo, si affretta a ricollocare la difesa della vita dall’aborto entro un quadro più completo ed equilibrato delle tante offese e minacce alla vita umana, alla sua dignità e ai diritti concreti quotidiani del lavoro e delle famiglie. Ma il primo servizio sarà utilizzato, tanto più che è l’ennesima prostrazione ecclesiastica al berlusconismo, questo aborto di civiltà. Non rimane – ma è tutto – che sperare nelle coscienze: c’è una “luce che illumina ogni uomo”, più alta e più intima delle gerarchie e delle propagande. 

Salvo errori, resta fuori dall’orizzonte della nostra politica, tutta impastoiata nel battibecco e nel pattume casalingo, uno sguardo al mondo, alle relazioni di dominio e di guerra, che non si vedono diminuire e neppure angosciano i cittadini come sarebbe giusto.

Enrico Peyretti

 

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