Re: [pace] [Fwd: [ferrovierinlotta] solo contro Ahmadinejad e i suoi compagni di merende?]



Non sarei così pessimista sulle notizie che non si danno su quanto accade in Israele: oggi i sottotitoli del tg de La7 riportavano una notizia su Israele che di solito non passa sui tg e che interessa vivamente le questioni della pace e della guerra. Israele: un mago tenterà il record di stare per 3 giorni dentro un cubo d'acqua.
lg


----- Original Message ----- From: "tiziano cardosi" <tcardosi at indire.it>
To: <pace at peacelink.it>
Sent: Wednesday, December 30, 2009 2:24 PM
Subject: [pace] [Fwd: [ferrovierinlotta] solo contro Ahmadinejad e i suoi compagni di merende?]


C'era chi giustamente chiedeva del silenzio sull'Iran.
Allego, per chi interessato, un messaggio scritto in ambiente anarchico (quello lontano dalla nonviolenza) che mi pare cerchi di leggere i fatti con una prospettiva più ampia di come solitamente viene fatto. A proposito del silenzio credo che molto si debba al fatto che il movimento contro la guerra è stato straziato e dilaniato dall'esperienza governativa che ha visto la sinistra impegnata in acrobatismi schizofrenici che ci hanno paralizzato (votare in parlamento tutto il peggio e dire che era il meglio). Ma anche tra i resti che tentano di dire qualcosa la situazione è triste: ricevo messaggi di area comunista che ancora difendono il regime iraniano perché è contro gli USA (es. il sito dell'Ernesto), che parlano di rivolta organizzata da CIA e Mossad (che non mancheranno di mestare nel torbido, ci mancherebbe), ma che non vedono che c'è un popolo che cerca una speranza scendendo in piazza. Dall'altra parte mi trovo con gli esponenti della "sinistra per Israele" che si infiocchettano di verde e annuiscono ai paventati bombardamenti dell'Iran. Tutto questo mentre un nutrito gruppo di attivisti cerca di fare una semplice manifestazione a Gaza e si trova l'ostruzionismo dei paesi arabi, non solo di Israele, e l'indifferenza vergognosa di tutti i paesi occidentali. Con questo quadro mi sento davvero sperduto, mi sento solo, senza riferimenti vicini cui appoggiarmi per organizzare una lotta nonviolenta. La nostra posizione mi pare quella di essere schiacciati da ragioni geopolitiche (scegliere Israele o Iran) cui non sappiamo proporre soluzioni alternative. E questo credo sia il nostro più grande peccato. non aver nulla da proporre per uscire dalla barbarie di questo capitalismo globalizzato.
Scusate la prolissità.
TC

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Sarà difficile che lo scontro resti solo un conflitto tra progressisti e integralisti. L'interessante di questa epoca autunnale del capitalismo infatti è che gli scontri possono travalicare i confini in cui sarebbe più opportuno rimanessero per questa o quella fazione: questo tanto è più vero, secondo me, proprio nei paesi a capitale emergente o rampante cosiddetto, in quanto in questi paesi dalla Cina, all' Iran, all'India , le contraddizioni sono ancora più accentuate e radicali. L'Iran, come già ho detto, è un paese prevalentemente di giovani: ebbene questi giovani stanno sostenendo un scontro di lunga durata con un regime sanguinario, rischiano il carcere, la morte per le sevizie in galera, dove le donne sono violentate e uccise, la morte nelle rivolte in piazza: più alto è il prezzo che si paga per ottenere qualcosa è più si pretenderà di ottenere di più: è la palestra della vita da una parte e l'ottusità del potere dall'altro. Difficilmente, penso, questi giovani , queste donne, questi uomini, si accontenteranno solo di un regime islamico meno integralista. Proprio per le contraddizioni insanabili che sono il segno di questi tempi.
La situazione reale, materiale dell'Iran è questa:
Il paese è sotto il tallone di ferro di Ali Khameni e i pretoriani pasdaran, Ahmadinejad, non ha il potere completo all'interno, è evidente, come sono evidenti i conflitti nel clero dominante.
All'esterno però le carte sono tutte in mano ad
Ahmadinejad , e quello che lui fa all'esterno è la guerra: l'Iran supporta i ribelli sciiti dello Yemen, appoggia Hamas a Gaza, Hezbollah in Libano, finanzia il riarmo della Siria,appoggia gli sciiti nel sud dell'Iraq, per l'Iran passano le armi per Afghanistan e Pakistan. Tutte cose che costano, magari danno guadagni a chi sta al potere ma le spese le pagano le popolazioni, in Iran e non solo in Iran, dagli USA fino in Italia, in India,in Cina....su questo mettiamoci i costi del nucleare o a fini "civili" o bellici i costi li pagano le masse iraniane come quelle italiane se riparte il nucleare anche da noi. Naturalmente l'embargo, aggirato più o meno col consenso non tanto nascosto degli stessi embargaroli (gli affari sono affari!) non ha fatto che peggiorare la condizione di sopravvivenza delle masse, tutto questo ha creato una situazione sociale esplosiva in alcuni settori: i giovani che vogliono evolvere, le classi medie che vorrebbero contare politicamente e SOPRATUTTO sulla popolazione più povera. I pasdaran controllano circa l'80% della attività economiche: un esempio gli operai dei cantieri navali sono senza stipendio da mesi, lo scorso settembre ci sono state delle proteste, il regime è intervenuto a suo stile: una decina di morti e centinaia di arresti. Nelle città più grandi il tasso di povertà è in continuo aumento, solo nelle zone rurali si sta meglio, che si può contare sui beni essenziali, ed è li che resiste - fino a quando? - lo zoccolo duro del regime. Al di là degli slogan pro questo e quello e il richiamo all'islam il dato GLOBALE comune al sistema capitale nel suo complesso e nelle sue contraddizioni intercapitaliste, è che i giovani Iraniani come i giovani di tutto il mondo non vedono un futuro possibile nel sistema in cui sopravvivono o trascinano la non esistenza, e questo il dato esplosivo globale di questa epoca che mette in crisi tutti i piani del potere capitalista: l'incognita x per eccellenza. Le controparti occidentali prenderanno "provvedimenti" secondo il prevalere di una o altra fazione: bombarderanno le centrali nucleari iraniane, improbabile per me, oppure appoggeranno l'ala progressista, ma il dato di fatto fondamentale è che
QUALSIASI PROVVEDIMENTO NON VEDE L'ANNULLAMENTO DEL FATTORE X.
C'è un fattore importante che tanti isti non vedono ancorati ancora da una visione sorpassata: che c'è una generazione mondiale che, al di là degli slogan locali legati al contingente che subiscono e con cui si confrontano con notevole coraggio, in effetti non si riconoscono più in questo e quello, in questo o quello Stato. SI SENTONO PARTE DI UN MONDO CHE GLI E' NEGATO, SI SENTONO PARTE DI UN MONDO GLOBALE CHE COME E' ORA NON E' A LORO MISURA: E NON GLI STA BENE COSI COME E'!
LO VOGLIONO DIVERSO.
E L'APPETITO VIEN MANGIANDO MICA SOLO AL CAPITALE!
Il QUALE CAPITALE ORMAI SI E' MANGIATO QUASI TUTTO IN UN MONDO GLOBALE DI AFFAMATI.
vittoria
L'Avamposto egli Incompatibili
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pag doc.politici

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