articolo per uno dei prossimi numeri di Rocca (rocca at cittadella.org)



(Anticipato, d'intesa con la redazione di Rocca)

 

Chi pianta datteri

Enrico Peyretti

 

        Bontà - L’amore è una cosa molto grande. Basterebbe la bontà, l’essere buoni con gli altri, fare spazio, favorire. Anche criticare e correggere, con bontà. La bontà è l’unica cosa che resta quando moriamo. L’eredità più preziosa degli scomparsi. L’anima sopravvive o no? Certo sopravvive la bontà, lo spirito santo che è in noi, anche nel meno buono di noi. E passa ad altri. Il resto muore.

        Chiesa - Dove ci sono superiori e inferiori non c'è la chiesa di Cristo. Egli ha detto: «Guardate i capi delle nazioni che le dominano e si fanno pure riverire, ebbene tra voi non è così». Questa è la prima forma propria della chiesa, la sola o quasi data da Gesù. Certo, ci sono anche servizi e incarichi: di curare l’unità presiedendo alla carità, di annunciare il vangelo al mondo, di insegnare e trasmettere la fede nelle generazioni, di animare la preghiera e illuminare gli spiriti secondo la luce data a ciascuno, di ammonire e profetare. Ma nessuno vale più di un altro. Non ci sono «due generi di cristiani» (Graziano canonista), clero e laici. Ogni funzione è una concentrazione, non un potere esclusivo. Nessuno è più sacro di altri. Cristo è vivo e presente, non ha bisogno di vicari, ma di testimoni. Quanto uno sia più santo, solo il Padre che è nei cieli lo sa, non è un titolo che possiamo dare noi.

        Chiesa ecumenica - Constatiamo sempre più la realtà di una chiesa popolare ecumenica, meno preoccupata di appartenenza cattolica o protestante, ma comunicante con entrambe le tradizioni, e sensibile alle altre religioni. Sono piccole comunità o reti di cristiani che non rinnegano la chiesa in cui sono nati alla fede, alla quale anzi sono intimamente grati, ma pregano e celebrano l’eucaristia anche con le altre chiese, si curano della fede più che della sua organizzazione, si impegnano più a testimoniarla nella storia che a darle una identità ecclesiastica, credono che il vangelo e non la legge ci libera dal male, sanno che la chiesa è mistero «senza confini» (sorella Maria di Campello) nei cuori umani, non vogliono che le chiese cristiane cerchino sistemazioni e concordati con i poteri politici, ma esercitino la loro libertà profetica per la giustizia e la pace sulla terra, con la speranza tesa oltre la storia.

        Datteri - I risultati non si vedono. È normale. Si preparano solamente. Anche in modo solitario, quando insieme non è possibile. Uno semina, un altro raccoglie. Chi pianta datteri, dice un proverbio arabo, non mangia datteri. Quando li mangi è perché altri li ha piantati per te.

Dio - Penserai a Dio nella malattia? Ma, a quel punto, ti darà già tanto da pensare la malattia. Tutto il tempo e la mente se li prende lei. È nella salute che si ha da pensare a Dio.

         Giudizio - È più vergognoso essere ricco o essere povero? Dalla risposta si giudica tutta una società, una civiltà.

Morire - Ognuno nasce morente, e muore nascente.

Rischio - Se non incontro chi mi contraddice, rischio di credere che la mia ragione sia totale. Ogni parola un po’ vera che ascoltiamo e diciamo, ha un suo contrario vero, perché conosciamo la verità solo per frammenti di verità. Eppure, su quel frammento a volte ci è chiesto di scommettere tutto, per non perdere anche quello.

Umanità - Perché l’umanità è così bella nei bambini e così mascalzona negli adulti? Allora, non c’è il peccato originale, ma il peccato successivo, ovvero il nostro peccato, che precede i nuovi nati, che li corrompe via via che crescono e si adattano. Dunque, il peccato è adattarsi. Il principio di ogni virtù è la non rassegnazione al mondo.

Vecchi e alberi - Ricordati di piantare alberi quando invecchi. A settanta, a ottant’anni, metti in cantiere il futuro, quello che tu non vedrai. È questa la più preziosa eredità. Una proposta ai sindaci: regalino un albero da frutto o da verde ai cittadini che compiono 70 oppure 80 anni e lo piantino insieme a loro. Questo aiuta i vecchi a vivere e a morire bene, cioè con un significato: l’umanità ha sempre intuito che alla morte segue una vita più stabile di questa. L’albero che ci sopravvive, che servirà ad altri, è solo un simbolo di ciò, ma un bel simbolo.

        Virtù - Diciamo bene: “usare” pietà, misericordia, bontà. Vuol dire che abbiamo in noi queste virtù, forse dormienti, e si tratta di farne uso nel trattare gli altri, nell’agire con loro.