[Stampa] Processo per le violenze alla scuola Diaz di Genova: tredici funzionari dello Stato condannati in primo grado. Il commento di Amnesty Italia



COMUNICATO STAMPA
CS148-2008

PROCESSO PER LE VIOLENZE ALLA SCUOLA DIAZ DI GENOVA: TREDICI FUNZIONARI
DELLO STATO CONDANNATI IN PRIMO GRADO. IL COMMENTO DELLA SEZIONE ITALIANA
DI AMNESTY INTERNATIONAL

Analogamente alla sentenza di primo grado sui fatti avvenuti nella caserma
di Bolzaneto, quella emessa ieri sulle violenze nella scuola Diaz conferma
che qualcosa di grave accadde a Genova nel luglio di sette anni fa.

Tredici funzionari dello Stato sono stati condannati per le brutalita'
commesse nei confronti di decine di persone inermi. Amnesty International
vuole sottolineare che, se il processo e' giunto a tale conclusione, cio'
si deve alla tenacia dei pubblici ministeri e al coraggio delle vittime,
delle organizzazioni che le hanno sostenute e dei loro avvocati, che hanno
preso parte a centinaia di udienze in un contesto nel quale si e' piu'
volte cercato di aggirare l'obiettivo dell'accertamento della verita'.

Nonostante questo contesto, la sentenza di ieri afferma che, la notte tra
il 21 e il 22 luglio 2001, un gruppo di agenti di polizia e un loro
dirigente si sono resi responsabili di violenze brutali e gratuite
all'interno della scuola Diaz.

Amnesty International chiede ai vertici di polizia come intendano
commentare questa parte della sentenza.

Occorrerebbe chiedersi se una sentenza diversa, nella quale fossero state
accertate ulteriori responsabilita' penali nella catena di comando,
avrebbe potuto essere favorita da un diverso comportamento delle autorita'
italiane che mai, in questi sette anni, hanno voluto contribuire alla
ricerca della verita' e della giustizia. In questi anni non abbiamo
sentito una parola forte di condanna per il comportamento tenuto dalle
forze dell'ordine nel luglio 2001, non c'e' stata una commissione
d'inchiesta, non si e' risolto il problema dell'identificazione dei
funzionari delle forze dell'ordine, non sono stati istituiti organi di
monitoraggio indipendenti ne' meccanismi correttivi interni.

Davanti a questo quadro preoccupante, pesano le condanne e pesano le
assoluzioni. Amnesty International valutera' le une e le altre con
maggiore dettaglio nel momento in cui saranno note le motivazioni della
sentenza.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 14 novembre 2008

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Amnesty International Italia - Ufficio stampa
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