caro enrico oggi voto obama



caro Enrico ,
Diciamo le cose come stanno.
Quando si trattava di 
prendere posizione per il ritiro delle truppe italiane dall'Afghanistan 
tu eri sempre a tirarti indietro e ad agitare lo spauracchio della 
caduta di Prodi.
Per te la sopravvivenza di quel governo era più 
importante di una grande questione di principio e politica. Del NO ad 
una guerra ingiusta anche da un punto di vista moderatamente 
democratico.
La tua mancanza di fantasia è desolante: non riesci a 
schiodarti da quell'errore politicista (e di opportunismo) e a 
concepire possibili comportamenti e tattiche alternative.
Continui a 
valutare le cose dal punto di vista provincialissimo e limitatissimo 
della topografia politica italiana. Ti interessano gli schieramenti 
poco sensati di "destra-centro-sinistra". (Io li butterei nella 
spazzatura della Storia, ma quantomeno andrebbero ridefiniti...)
Ti 
propongo, per farmi capire, un esempio di flessibilità tattica.
Oggi 
posso votare Obama, che è il meno peggio rispetto a McBush.
Oggi voto 
Obama perchè non voglio l'attacco immediato all'Iran e la Georgia 
subito nella NATO.
Oggi voto Obama perchè non voglio il piano di 45 
nuove centrali nucleari USA (e quindi le 10 centrali nucleari in 
Italia).
Oggi voto Obama ed evito il peggio, mi dò tempo, mi dò 
respiro.
Domani stesso scendo in piazza, come ho fatto ieri, perchè 
cessi l'occupazione neocoloniale di Kabul (senza che questo debba 
necessariamente significare darla vinta ad Al Qaeda).
Non abbasso, ma 
alzo il tiro della protesta dal punto di vista dei miei valori-principi-
obiettivi.
A maggior ragione se ho di fronte un governo più permeabile 
alle mie istanze.
La "guerra unica al terrore" - oltretutto - è 
problema mondiale ben più grave ed importante delle tempeste italiane 
in un bicchiere d'acqua.
Obama, se vince, la chiude e circoscrive 
l'obiettivo militare all'"uccisione di Bin Laden", decidendo al 
contempo di trattare con talebani e sciiti iraniani.
Non è un risultato 
di poco conto.
Io credo di avervi contribuito, anche dall'Italia, con 
le mie prese di posizione chiare e nette; diversamente da te, che 
volevi stessimo zitti e buoni per non disturbare il manovratore. 
"Sopportare il male minore": è meglio che queste parole non siano 
ascoltate dalle nuove generazioni che si affacciano all'impegno storico 
della difesa del bene pubblico istruzione.
Poichè credo nella "Forza 
della Verità" farò il mio meglio per smascherarle di fronte ai giovani 
che lottano.
La "nonviolenza" come tu la proponi non ha alcun futuro. 
Non è affatto nonviolenza. Difatti è giustamente derisa. E ripudiata da 
chi avverte fame e sete di giustizia...
Il tono duro della mia risposta 
è adeguato alla tua supponenza ed incapacità di autocritica. Devi 
smetterla di impartirci lezioni. Devi smetterla di attribuirci la 
caduta di Prodi e la vittoria di Berlusconi.
Se oggi il Cavaliere perde 
di nuovo consensi è - come sempre - grazie al rilancio dei movimenti di 
base.
Quelli che - spariti gli "arcobaleno" - spero imparino la lezione 
e che non sbaraccheranno anche se dovesse rivincere quell'ameba 
incosistente e vuota di Veltroni...

Caro Giovanni Sarubbi, 
neppure io 
riesco a capire quello che scrivi. Non ho affatto difeso quella 
politica. Ho detto e penso che tra due mali, o due cose che non 
approvi, se è al momento impossibile ottenere il meglio, bisogna 
sopportare il minor male, costruendo il meglio per quando sarà 
possibile. Chi ha spinto a cadere il precedente criticabilissimo 
governo, ha ottenuto Berlusconi, che è peggio. Contenti? 
Ciao, Enrico 
"Se pensate che l'istruzione sia costosa, provate con l'ignoranza"
Non 
riesco a capire perché l'amico Enrico Peyretti si ostini a difendere 
una politica, quella seguita dalla cosiddetta sinistra Arcobaleno nei 
due anni dell'ultimo governo Prodi, quando da quella politica è venuto 
tutto il male possibile al popolo italiano e al mondo intero.
Credo che 
uno studioso della Bibbia come lui conosca quella parte del Vangelo 
dove Gesù per indicare i falsi profeti fa riferimento ai frutti che la 
loro parola e la loro azione produce. Ebbene i frutti prodotti da chi, 
come dice Peyretti, ha ""sopportato", soffrendo e protestando, e 
proponendo vie concrete per uscirne, la guerra in Afghanistan", sono 
stati dei frutti avvelenati ed è del tutto normale etichettare coloro 
che li hanno prodotti come "falsi 
profeti". E dove c'è falsità non c'è 
"verità", c'è poco da fare caro Enrico. Di fronte alla catastrofe 
provocata da una politica come quella 
seguita dalla cosiddetta 
sinistra Arcobaleno, dal PD e da tutte le altre forze del 
centrosinistra, c'è solo da tacere, ha ragione Peppe Sini. 
C'è da 
prendere atto del proprio fallimento politico, della propria pochezza 
di analisi della situazione e della propria incapacità a produrre una 
politica non dico a favore di quella che una volta si chiamava "classe 
operaia" ma neppure timidamente progressista, che in qualche modo 
riesca a mettere nell'angolo le forze più retrive e reazionarie del 
capitalismo che oggi invece sono al governo del nostro paese. 
Di 
questo si tratta e non di sapere se questo o quel dirigente politico 
sia stato o meno in buona fede o disquisire astrattamente su  quale sia 
la "verità" senza partire dai risultati che si sono ottenuti. 
Se un 
gruppo dirigente è stato in buona fede perché c'è tanta difficoltà a 
prendere atto che le politiche portate avanti per due anni sono state 
fallimentari? La buona fede delle persone si misura dalla loro capacità 
di prendere atto degli errori e dei frutti malefici che la politica che 
si è personalmente interpretata ha prodotto. Tutto il resto è sterile 
polemica che non aiuta minimamente i cittadini del nostro paese e 
l'intera umanità a venire fuori dalla situazione drammatica nella quale 
ci troviamo che è responsabilità comune, anche se a diversi livelli, 
dei cosiddetti gruppi dirigenti dei partiti di sinistra ma anche di 
tutti i cittadini.
Giovanni Sarubbi
Direttore www.ildialogo.org