TOPO SEVESO RIGIOCA A NASCONDINO!



Nei primi giorni di aprile  feci circolare un'appuntamento
significativo, segnalatomi da Nicoletta Poidomani del movimento Facciamo
Breccia, che si sarebbe svolto a Milano dal titolo Topo Seveso. Alcuni
strorcero il naso, ritenendo non pertinente il tema alla lista o al
sito, magari che tratta di pace e per di più le autrici erano tutte
femministe, roba da prendere con le pinze, altro che la diossina.

Allora purtroppo le riflessioni sono diventate News, stiamo messi come
allora, giocano con la vita e la morte delle persone insieme alla
diossina e alla disinformazione.
Per questo, vi invito a leggere o rileggere il tema proposto solo pochi
giorni fa. Seguono le ultime notizie di Rai news.Magari inoltrate.
Doriana Goracci
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Vi ricordate di Seveso (10 luglio 1976 - tragedia negli impianti chimici
dell'ICMESA)? La fuga di diossina? L'avvelenamento di una zona enorme
fatta di terra e persone? Qualcun* ricorda che la gente fu avvertita del
disastro dopo molti giorni e per un po' si tentò di sminuire, sviare,
coprire...? Ricordate dei feti delle donne incinte, tutte contaminate,
che si erano ammalati, deformati in una Italia dove ancora l'aborto
legalizzato, la legge 194, non esisteva? Molte donne, divenute
contenitori di morte, loro stesse contaminate, abortirono in paesi
stranieri e a pochissime fu permesso di abortire in Italia.

Che poi la faccenda degli aborti fu molto più complicata. Non si
conoscevano gli effetti della diossina sui feti, gli unici dati che si
avevano riguardavano gli effetti dell'agente Orange in Vietnam, e la
cosa più folle è che perché le donne potessero fare l'aborto
terapeutico dovevano dimostrare che era a rischio la loro sanità mentale
caso mai gli fosse nato un figlio deforme. Per questo dovevano fare il
colloquio con uno psichiatra che decideva per loro. Quei colloqui erano
pura follia!

Le polemiche furono condite con la stessa retorica del periodo
medioevale, nazista o quella di oggi in cui il papa continua a lanciare
strali contro le femministe (le donne da amare sarebbero solo quelle
vittime. Le altre,  le femministe moderne che a suo dire tenterebbero di
somigliare agli uomini - quanta ignoranza dentro il vaticano -, invece
sono da mandare al rogo...).

In tant* dissero che la faccenda di Seveso e della diossina erano
gonfiate apposta per permettere che si arrivasse alla legalizzazione
dell'aborto (e stiamo parlando solo di aborto praticato per fini
terapeutici). Poi, molto poi, si arrivò alla legge 194, ma tant*, tropp*
furono quell* che continuarono a insistere sul tema della difesa della
vita.

Anche se era deforme e mostruosa, anche se era morta. Perchè di vite
deformi e morte si sarebbe trattato se quelle donne avrebbero portato le
gravidanze a compimento. Ma allora, come ora, la chiesa e i cattolici
serrarono le fila e fecero un'altra delle loro innumerevoli - mai
finite - crociate sulla pelle delle donne. Di questi temi e di quello
che è rimasto o è ancora rispetto a Seveso si discute in una iniziativa
a cura del Collettivo MaiStat@Zitt@, sabato 14 aprile a Milano.

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TOPO SEVESO*

Produzioni di morte, nocività e difesa ipocrita della vita
Il disastro dell’Icmesa del luglio 1976 diede vita a discussioni e
battaglie sociali su armi chimiche, produzioni nocive e diritto
d’aborto; e sin da allora le parole ‘nocivo’ e ‘vita’ furono a loro
volta armi da usare in modo strumentale per nascondere le responsabilità
e i danni reali.

Anche oggi residui tossici, armi chimiche, materiali altamente
contaminanti
e grandi opere dall'impatto ambientale devastante garantiscono la
prosperità al mercato neoliberista e producono morte.

E oggi come allora le istituzioni ignorano deliberatamente il rischio
quotidiano
per la salute della popolazione, e parlano di "difesa della vita" solo
quando
si tratta di attaccare il diritto delle donne all'autodeterminazione.

Quali sono stati gli esiti di quelle battaglie? Cosa è cambiato in
trent'anni in materia di tutela e di consapevolezza dei rischi? Cosa
significa oggi 'nocività’, e che importanza assumono le lotte
territoriali contro il Tav, gli inceneritori, le trivellazioni
petrolifere, le basi militari?

* Il Topo Seveso (Mus sevesinus) è un topo geneticamente mutato dalla
contaminazione la diossina, scoperto nel 1995 da ricercatori che
studiavano gli effetti del veleno sugli animali nell’area dell’Icmesa.

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Allarme diossina a Treviso. A rilanciarlo sono i quotidiani locali. Al
centro delle polemiche finisce l’Arpav, l'agenzia per l'ambiente del
Veneto.

Oggi La Tribuna di Treviso titola in prima pagina “Incubo diossina,
bufera sull’Arpav”. In procura, secondo il giornale, si lavora
sull’ipotesi di disastro ambientale.

Il Gazzettino parla di “Paura diossina: “Ora diteci la verità” “. Nelle
zone più a rischio, alcuni cittadini “restano chiusi in casa”.

E sono proprio i cittadini i protagonisti del racconto dell’incendio alla
fabbrica della De Longhi. Su YouTube compaiono numerosi video girati da
semplici testimoni. Così come su un blog, Time To Lose, sono mostrate le
foto del fumo sprigionato dalla fabbrica in fiamme.

Eppure ieri il direttore generale dell'agenzia regionale per
l'Ambiente, Andrea Drago, ha assicurato che  l’Arpav è "chiusa la fase
di emergenza" e che ci si trova "all'interno delle condizioni di
normalità".

Le sue parole hanno smentito quanto dichiarato dal consulente del
ministero dell'ambiente per l'episodio di Treviso, Stefano Racanelli,
secondo il quale le concentrazioni di diossina registrate nel punto più
vicino all'incendio della De Longhi sono state "da 1000 a 2000 volte
superiori al limite normale che deve essere presente nell'aria”.