Contributo



In relazione al convegno: Per una rete nazionale contro le basi della guerra e la militarizzazione della società - 10 e 11 febbraio 2007 a Bologna - pongo delle questioni a mio avviso centrali:

1) Un punto specifico va attribuito alla base Vicenza e alla capacità di lottare espressa. 

2) Processo contro. Verificare l’esistenza delle condizioni per costituire un Comitato che abbia come suo fine quello di portare sotto processo le più alte cariche istituzionali susseguitesi a partire dal 1999 (bombardamenti italiani sulla Jugoslavia).  

3) Repressione. Trattare il tema dell’imputazioni di reato, ecc. a partire dal fatto che sono sotto processo le persone che bolccarono i treni della morte.

4) Nuove forme di iniziative e valorizzare quelle già in atto.
Creare un sito, costantemente da aggiornare, dove pubblicare tutte le iniziative a livello nazionale; condiviso e legittimato da tutte le realtà. 
Creare piccoli gruppi di discussione per lavorare su temi specifici.

Mani-festa-azione nasce come molto più di ciò che è diventata. Più che fare 4 passi nel centro storico di Roma. Ognuno ad esempio potrebbe creare e/o portare una propria cosa. Un simbolo, una spilla, una pentola, una persona in più (e dire: l’ho portato io, questo qui in più). Ideare uno striscione fatto in casa, distribuire dolciumi. Un foglio A3, ad esempio con su scritto: anno 2006: da coglioni a pazzi. 
Bisogna ruotarsi nelle manifestazioni: ruotare gli striscioni di apertura con quelli di chiusura così come le persone. I più rappresentativi e conosciuti così come anche tutti gli altri devono scambiare parole, discorsi, compagni di camminata e non stare solo con il proprio gruppo. La manifestazione deve essere innanzitutto arricchimento per chi vi partecipa. Non conflitto su questioni come: essere più avanti o più indietro di quell’associazione oppure uno in più o in meno del gruppo ‘rivale’...Deve essere un evento da raccontare, da far lievitare le idee, i contatti, le amicizie, la curiosità, i ricordi, le barzellette.
Dobbiamo bruciare in piazza le nostre bandiere. 
Il problema di oggi sembra sia diventato quello di non farci incriminare per un qualche reato; ma non è questo quello centrale. E’ un problema impostoci da altri. Non ci è proprio. Va soltanto tenuto in considerazione, altrimenti ci condiziona e ci fa ancora più danni di quanti nella realtà già non faccia. 
Il problema centrale è invece quello di riuscire a mettere in crisi facendo cose nostre.        

5) Abbiamo imparato qualcosa dalla Francia? Perché non sfruttiamo le loro capacità di mettere in crisi il sistema? Sappiamo tutto del loro modo di risolvere il problema della rappresentanza: hanno sempre gli stessi leader che li rappresentano oppure hanno sviluppato un sistema per andare avanti? 
Da Parigi, Anna Maria Merlo su il manifesto del 9/1/7 ha scritto dei Flash-mob = mobilitazioni improvvisate convocate via sms e lanciate attraverso blog. Facciamole in Italia. 
Lavoriamo sulle novità del Messico, del Brasile, ma in primo luogo di Spagna e Francia non solo per sapere cosa fanno ma come lo fanno e 'appropriarcene'. Far così nascere forme nostre che possano poi a loro volta contribuire, essere esportate,...

10/1/7 – Leopoldo BRUNO



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