Re: [pace] Appello: Rinunciare alla macchina per non finanziare la morte?



Caro Enrico,
non credo affatto che l'obiezione alle spese militari non serva, tuttaltro. In Italia abbiamo una legge sull'obiezione di coscienza al servizio militare, grazie (anche) ai primi obiettori, quelli che pagavano di persona col carcere. La campagna di Obiezione alle Spese Militari per la Difesa Popolare Nonviolenta (Campagna OSM-DPN) ha contribuito all'evoluzione della legge sull'obiezione di coscienza e all'istituzione statale di un comitato per la Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta. L'obiettivo ultimo, quello che farebbe concludere la campagna e' l'opzione fiscale, cioe' quel meccanismo che consentirebbe al cittadino, in sede di dichiarazione dei redditi, di scegliere tra la Difesa non armata e nonviolenta e la difesa militare. Quest'obiettivo non si raggiunge solo con la diffusione di idee, cultura, etc. ma anche grazie a chi quelle idee le prende e le incarna in azioni concrete, disposto a pagare di persona.


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Pace,
Davide

"Se Gesù non fosse vissuto davvero, non saremmo stati capaci di inventarlo. Nell'insieme coerente dei suoi insegnamenti e della sua vita, noi troviamo uno smascheramento ed un rifiuto del Sistema del Dominio che nessun uomo intrappolato nelle sue maglie avrebbe potuto articolare"
---Walter Wink

Il 18/12/06, Enrico Peyretti <e.pey at libero.it> ha scritto:
Caro Andrea Mazzi,
ti dico la mia simpatia e solidarietà, ma anche la mia perplessità. Non intendo insegnare. Quello che dico non è una sicurezza assoluta, ma ipotesi serie, da pensare.
Ho fatto l'obiezione alle spese militari (non si chiama obiezione fiscale perché non si rifiuta il fisco) per forse 18 anni, dall'inizio, nel 1982. Non serve. Non togli una lira alle armi. Lo stato sa già quello che vuoi dirgli, e non si scompone. Gandhi insegna che una campagna deve essere precisa e limitata. Se fallisce si cambia. Credo che, nonostante le enromi difficoltà, si può incidere 1) con la diffusione di idee, cultura, educazione, informazione di pace e nonviolenza (è quello che faccio) 2) con il tipo di acquisti che facciamo ("chi compra vota").
L'aborto è tristissima cosa. Solo la donna implicata sa se è in stato di impossibilità vera ad accogliere il figlio non cercato. La società deve aiutarla, e in questo la legge non è applicata abbastanza. Ma alla fine non può obbligarla a ciò che essa sente impossibile. Se non è sincera è responsabilità sua. Gli aborti avvenivano in clandestinità, assai più che ora, prima delle legge. Io se fossi medico non lo farei, non me la sentirei; ma altrettanto non mi sento di impedire e condannare con la forza della legge, questo che è oggettivamente un male, ma non so quanto lo è soggettivamente. A suo tempo votai nel referendum per mantenere la legge, perché doveva funzionare a ridurre e tendenzialmente eiliminare i casi di aborto. Se lo ritrovo ti mando un articolo.
Ci sono problemi difficili, senza certezze. Luminosi i princìpi, incerte le applicazioni.
Buona salute, buon coraggio, buona resistenza, buona speranza. Enrico Peyretti
----- Original Message -----
From: Andrea Mazzi
Sent: Monday, December 18, 2006 12:29 AM
Subject: [pace] Appello: Rinunciare alla macchina per non finanziare la morte?


Rinunciare alla macchina per non finanziare la morte?
 
E' arrivato. Dopo tanti anni, quando sembrava che si fosse dimenticato di me, è arrivato. Lo Stato ha deciso di intervenire per riprendersi i soldi delle tasse che non gli ho versato.
Poca roba, 50.000 lire nel '94, poi ancora nel '96, poi nel '99. Con sopratasse e interessi, ora sono circa 200 Euro in tutto.
E allora ha deciso che se entro il 28 dicembre non pago, non potrò più utilizzare la mia macchina. Tecnicamente si chiama 'fermo amministrativo'.
Ma quei soldi non li ho dati allo Stato perché ho fatto obiezione fiscale. Alle spese militari e a quelle abortive.
Quindi quei soldi li ho versati per iniziative che portassero la nonviolenza dove ci sono dei conflitti armati e il sostegno a donne incinte che altrimenti avrebbero abortito.
Come del resto da anni facciamo in tanti della nostra comunità Papa Giovanni XXIII.
Non possiamo sopportare che parte dei soldi delle nostre tasse sia utilizzato per dare la morte ad altre persone.
Che venga impiegato per costruire armi e mandare eserciti a tenere sotto controllo i poveri del mondo, per difendere gli interessi dei grandi della terra, a mantenere l'oppressione e l'ingiustizia.
O che venga usato per pagare a nostre spese un atto come l'aborto che provoca la morte ogni giorno di 450 bambine e bambini in Italia, e una ferita mortale per le loro mamme, che le segnerà per tutta la vita, quando per tante mamme incinte le istituzioni non hanno soldi da dare per permettere loro di continuare la gravidanza con serenità.
Che tutte queste azioni violente avvengano in palese violazione con la nostra Costituzione, che proclama il ripudio alla guerra in tutte le sue forme (art. 11), la tutela dei diritti fondamentali delle persone (art. 2) e la tutela dell'infanzia (art. 31).
Con un bilancio della Difesa che continua ad aumentare, uno schiaffo a tutti i poveri che invece anno dopo anno continuano a dover tirare la cinghia sempre di più.
Mentre tanti oggi in Italia protestano perché ci sono tasse che vanno a colpire i loro interessi (non dico legittimi o no, non è questo il punto), l'obiezione alle spese abortive e militari è un atto di disobbedienza civile per difendere i diritti degli ultimi della società, per far sentire la voce di chi è vittima della violenza nelle sue mille forme.
Giustamente Papa Benedetto XVI nel suo messaggio per la prossima giornata della Pace dice che sono attentati alla pace sia "le vittime dei conflitti armati, del terrorismo e di svariate forme di violenza" che "le morti silenziose provocate dalla fame, dall'aborto, dalla sperimentazione sugli embrioni", sottolineando quanto sia questi atti siano tutte minacce alla pace, da combattere insieme.

Tutto questo tra l'altro porta a delle contraddizioni assurde.
Da un lato le istituzioni prevedono l'obiezione di coscienza a certi atti, riconoscono quindi in questi casi che ci sono delle convinzioni profonde della persona che vanno rispettate. Ma poi se ne dimenticano quando si tratta di finanziare gli stessi atti.
Quindi se fossi un ginecologo, da un lato la legge mi dà il diritto di obiettare, e quindi di non partecipare e l'ufficio li ha presi!

Chiedo perciò a quanti amano la pace e la vita un sostegno.
Non so ancora con certezza cosa farò, ma sto esplorando le vie possibili per resistere.
Sarebbe soprattuto bello in questi giorni poter sentire attorno tanta solidarietà, da chi condivide che non è giusto pagare per la morte. E anche che ci fosse qualche personalità pubblica che si esprime su questo tema.
Non può essere qiuesto il momento propizio per associazioni, movimenti, autorità civili e religiose, persone impegnate in politica, neli mass- media  (è troppo pensare a ordini del giorno di solidarietà?) per schierarsi?
E magari anche per dare un sostegno economico, anche se simbolico.
Perché so già che non posso evitare in eterno le ganasce fiscali (se resisto ora, dopo verranno a farmi le trattenute automatiche sullo stipendio). Però quando andrò a pagare è importante che almeno in questa occasione le istituzioni si rendano conto che c'è anche qualcun altro che è disposto a mettere mano al portafoglio perché condivide questa causa.

Qualcuno risponderà?
                                                                        Andrea Mazzi