Re: [pace] La finanziaria casareccia-memorie d'agosto



Caro Leo, ho letto con interesse, come sempre, quello che hai scritto in merito alla finanziaria e con una faccia di bronzo, rimando a te e agli amici in lista delle cose che avevo scritto ad agosto nell'angoletto che la Ex Comit ora Intesa, mi ha riservato.Non mi sembrano, malgrado la "forma e l'apparenza" così lontane nella sostanza le nostre posizioni.
Un abbraccio.
Doriana
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Un 16 agosto del 2006: somme e detrazioni

Domani accompagnerò una cara non più giovane amica a Roma, presso la sua banca. L'ho già fatto due anni fa, poco prima che lei comprasse una seconda casetta quì a Capranica. Continuo così a rinfrescarmi la memoria, leggo ogni tanto il sole 24 ore: le notizie finanziarie me le danno i conoscenti...Mi raccontano le loro dis-avventure con i mutui, i prestiti, gli investimenti, i conti da aprire o da chiudere, le corrispondenze di cui non ci capiscono niente. Io sono l'esperta (?). E' inutile che faccio finta di non esserlo, 31 anni non passano scivolando sulla pelle. Una volta ancora capisco quanto sia importante capire e leggere tra le righe, i movimenti economici e politici, ahimè internazionali, per sapere se basteranno i soldi per fare la spesa.Non si tratta di perdersi secondo me tra previsioni e statistiche, si tratta di fare ordine tra i nostri conti. Abbiamo una casa? Paghiamo un affitto? Abbiamo dei soldi accantonati? Temporaneamente, stabilmente?E' necessario chiedere un prestito?Avere un conto?Una carta di prelievo o credito? Anche per i nostri figli?Bene, dobbiamo fare questi famosi conti, spiegando con chiarezza a chi ci è di fronte, cosa possiamo spendere e quello che ci è indispensabile, senza variabilità.L'ansia e l'inquietudine di una società senza certezze se non quella della violenza del potere e del consumo, sono già spropositate. Per me è necessario ed indispensabile sapere che avrò un tasso fisso per il mutuo, una rata fissa da pagare per un mio bisogno, un tasso fisso che mi dia degli interessi per il periodo che investo. Non "forse" avrò, pagherò, ricaverò, salderò... Accompagno, discuto, scrivo e telefono alle "banche" per quelli che navigano nella paura di sbagliare, nella timidezza o rabbia dell'incontro con l'operatore. Le mie origini paterne di contadini toscani mi hanno dato questa certezza: guardare il cielo e poi la terra. I racconti dei nonni, del loro orto di guerra, della terra che forniva fruttaverduraecompanatico, non li ho scordati. Mi sono comprata un piccolo orto in paese, una mano di migliaia di euro. Metterò fiori e semi, c'è già una vite abbandonata, una volta c'erano forse due galline, ora l'attraversano i gatti che si ciondolano al sole. Sta lì, me lo guardo e appena potrò comincerò a far respirare le zolle. Preferisco questa creatività a quella dei fondi. Se, quando entrai alla Comit, in borsa c'erano solo i ricchi o i maniacodipendenti della borsa, oggi in banca ci devono stare sembra proprio tutti, i poveri e i ricchi, e quelli che stanno nel mezzo, che sono proprio tanti.Non si tratta altro che di aprire il nostro portafoglio, vedere quello che abbiamo e forse potremo avere e fare le somme e le sottrazioni, spiegarle ai nostri figli, agli amici, a chi ci è caro, giovane o anziano, spiegando a loro chiaramente, spieghiamo a noi stessi. Scambiarci i timori e le competenze, comunicare, chiedere, ascoltare, scambiare.Aprire la porta, prima che ce la sfondano. Mi piacerebbe assai sapere quello che vi accade in mezzo a questo agosto.Raccoglieremo qualcosa in autunno?Se volete, entriamo nel "particolare", che mi appare cosi comunemente "collettivo".

Doriana



Citando "bruno.leopoldo at libero.it" <Bruno.Leopoldo at libero.it>:

La finanziaria che verrà (al di là di cifre e tagli)

La legge finanziaria - in approvazione parlamentare per fine anno - è frutto principalmente degli incontri settimanali e del lavoro congiunto di Tommaso Padoa Schioppa e Mario Draghi. L’uno nominato Ministro dell’economia a far parte del governo di centrosinistra; l’altro nominato Governatore della Banca d’Italia da parte dell’ex governo di centrodestra. Due monetaristi gestiscono oggi l’intera economia italiana.

Karl Polanyi ne “La grande trasformazione” del 1944, avvertiva del pericolo che bisognava riaccogliere l’economia nella società, piuttosto che far guidare la società dall’economia. Siamo andati oltre la produzione di beni e servizi, e la stessa economia. Le società sono guidate dal monetarismo e dalla rendita finanziaria.

In Italia, perfino il Presidente dell’Associazione industriali -Luca Cordero di Montezemolo – non risulta essere un proprietario d’impresa; è venuto alla ribalta quando ha organizzato - per conto dello Stato - i mondiali di calcio del 1990.

Si regolamentano solo braccia e cervelli, le cosiddette “risorse umane”. E’ un peccato invece che nessuno più ricorda che i mercati sono due. Sì, insieme a quello del lavoro c’è anche il mercato degli impieghi del capitale. Il rapporto sarebbe fra capitale e lavoro, ma si disciplina solo l’attività lavorativa. Con decisioni d’imperio o utilizzando il metodo della concertazione, il mercato del lavoro – come sappiamo - viene sottoposto a continue...riforme. Si sente mai qualcuno parlare delle risorse limitate che possiedono in pochi, cioè di come utilizzare al meglio il capitale, per il bene della comunità?

Governo, partiti, sindacati, industriali, economisti perché non si dibatte di come impiegare – nell’interesse di tutti i cittadini - i capitali? Tale “dimenticanza” fa sì che nelle decisioni economiche, a prescindere dal modo di pensare di ognuno, venga a mancare qualsiasi briciola di obiettività concettuale.

Tornando ai classici, finanche Adam Smith oggi sarebbe fuori dall’ordine dei discorsi vista la sua attenzione rivolta alla qualità delle necessarie attività istituzionali dello Stato. E John Keynes entrerebbe a far parte del mondo della follia se potesse ripetere una famosa frase: “Questa società possiede i mezzi umani e tecnici per abolire la miseria nella sua forma più materiale e rozza. Non conosciamo nessuna epoca in cui questa possibilità sia stata grande come oggi. Alla sua attuazione si frappone solo l’ordinamento proprietario”.

In un articolo di fondo, Loris Campetti fa notare su “il manifesto” del 23/9/6: “La sconfitta di Berlusconi e il cambio di governo non sono stati accompagnati da una modifica sostanziale dell’agenda di politica economica”. A mio parere, da maggio a tutt’oggi, non si scorge un’inversione di marcia e non arrivano nemmeno segnali di discontinuità. La rimozione di qualsiasi dibattito, la cappa di silenzio che avvolge i capitoli di spesa relativi alle guerre in atto, la dice lunga sull’affidabilità dei rappresentanti di sinistra in Parlamento.

Nel XX secolo, il welfare state era in primo luogo il tentativo di comprendere e regolare i soggetti e le classi subalterne all’interno delle esigenze di sviluppo del capitale. Inoltre, intendeva contribuire alla creazione di una domanda adeguata alla produzione industriale. E le conquiste erano il frutto delle lotte sociali.

Nel XXI secolo, né l’individuo consumatore né la società civile sono titolari di alcuna possibilità di scelta economica e politica. Vige il “si salvi chi può”. L’effettivo potere nel mondo è in mano a 500 multinazionali che, secondo la Banca mondiale, nel 2005 hanno controllato più del 52 per cento del Prodotto mondiale lordo. Infine - come dimostrato dall’imposizione della guerra continua e umanitaria - al potere politico basta e avanza esser titolare di un simulacro di legittimazione.

29/9/6 – Leopoldo BRUNO