Comunicato stampa: Da Bergamo un appello per il ritiro delle truppe dall'Afghanistan]



Da un cittadino di Curno, in provincia di Bergamo, è partito il 28
maggio scorso un appello per il ritiro delle truppe dall'Afghanistan.
Nato in risposta al ritiro di Don Tonino Dell'Olio del proprio sostegno
al primo appello già firmato da lui, padre Alex Zanotelli e Gino Strada,
ha finora raggiunto quasi 600 firme.
Firme di cittadini comuni, firme di associazioni e di comitati, firme di
pacifisti importanti. Firme anche di bergamaschi, tra di essi quelle di
Marco Sironi, ex segretario provinciale del Partito della Rifondazione
Comunista e di Gianni Ballini, segretario del Circolo di Bergamo Centro
dello stesso partito. E tra le associazioni del nostro territorio
ricordiamo l'Associazione "Sguardi oltre il confine" e il gruppo
dell'Isola Bergamasca di Emergency.
A livello nazionale abbiamo fra gli aderenti Gino Strada, fondatore di
Emergency, padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, Giulietto
Chiesa e Vittorio Agnoletto, parlamentari europei, pacifisti fortemente
impegnati nella realizzazione della Pace. Come associazioni ricordiamo
il Partito Umanista, la Lega per il Disarmo unilaterale, il Social Forum
della Valpolcevera, il Coordinamento Bastaguerra, il Comitato ATTAC di
Firenze, l'Associazione Progetto Gaia, l'Associazione Mondo Senza
Guerre, la Casa della Legalità di Genova, l'Associazione Un Altro mondo
ONLUS, oltre a diversi circoli del Partito della Rifondazione Comunista
e a diversi gruppi territoriali di Emergency.
Oggi l'appello è stato reinviato a tutti i deputati e senatori del
centro sinistra con la richiesta di non utilizzare le somme risparmiate
dall'eventuale ritiro per finanziare altre missioni.
Per aderire all'appello inviare una email ad
outafghanistan at comune.re.it. Ettore Lomaglio Silvestri
promotore dell'Appello



APPELLO VIA LE TRUPPE DALL’AFGHANISTAN


Vorremmo, se ci consentite, dire la nostra sulla questione Afghanistan.
La pace è spesso stata considerata un valore, quindi un fine, un qualcosa
da raggiungere, e per cui qualsiasi mezzo è consentito.
Per questo motivo esiste, nel campo militare, il motto "si vis pacem para
bellum", ossia "se vuoi la pace prepara la guerra", considerando la guerra
come deterrente e quindi come mezzo per raggiungere una pace.
Per Gandhi e per tutti i veri pacifisti, tra cui ci sono anche io, la pace
è un principio, ossia un metodo di vita, un modo di essere che
naturalmente porta alla pace.
Quindi vale il principio "si vis pacem, para pacem", se vuoi la pace
prepara la pace. Si dice anche che si è in guerra non solo quando la
guerra è in atto, ma anche quando la guerra è in potenza, ossia quando si
lavora per prepararsi alla guerra.
Per questo motivo noi viviamo in uno stato di perenne guerra, in quanto
determinate ed istituzionalizzate parti dei nostri popoli sono addestrate
per andare in guerra.
Ponendo dette premesse e per sintetizzare, posto come dovuto ed
indiscutibile il ritiro delle nostre truppe dall'Iraq, teatro di guerra
che non ci appartiene, oggi si discute se bisogna continuare a permanere
in Afghanistan.
Si giustifica tale presenza come necessaria ponendo la questione che gli
afghani hanno bisogno del nostro aiuto non militarmente ma civilmente.
Ma questo non comporta assolutamente la presenza dell'esercito in
Afghanistan.
Come dice Gino Strada, se gli afghani hanno bisogno di ospedali, perché
mandargli carri armati?
Allora, invece di mandare militari, mandiamo personale civile, medico,
infermieristico, strutture mediche, esperti politici o quant'altro, ma non
militari in armi.
A questo punto sentiamo il dovere morale e il diritto civile di chiedere a
chi abbiamo eletto a rappresentarci al Parlamento e che è pacifista per
principio, di porre in atto quanto necessario affinché il finanziamento
della missione in Afghanistan non venga reinserito nella prossima Legge
Finanziaria ed a consentire che il risparmio  in termini economici vada ad
incrementare la spesa per il sostegno della cooperazione internazionale,
come appunto quella di Emergency.
IO VIVO IN PACE E VOGLIO LA PACE

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In memoria di Abbas al Shalhoub di anni uno, deceduto a Cana per mano
degli israeliani, insieme a tutti gli altri bambini che, come lui, non
hanno nessuna colpa del male dei grandi.

IO VIVO IN PACE E VOGLIO LA PACE

Ettore Lomaglio Silvestri
promotore del comitato
Amico di Emergency
traduttore junior per l'Emergenza Libano dei Traduttori per la Pace