Fwd: INDIGNAZIONE A SENSO UNICO





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Da: mario bonica <ibacon at libero.it>
Data: 22 agosto 2006 22:56:27 CET
Oggetto: INDIGNAZIONE A SENSO UNICO

INDIGNAZIONE A SENSO UNICO

Le reazioni e le polemiche suscitate dal provocatorio parallelismo delle stragi israeliane con quelle naziste dimostrano ancora una volta quanto sia profonda anche a sinistra una forma di pensiero asimmetrico del tutto speculare alla forma asimmetrica delle nuove guerre. Marco d’Eramo, sul Manifesto di oggi, 22 agosto, parla di malattia senile, di Alzheimer, a proposito del non ricordo recente di cosa fosse il nazismo storico, quello vero: affermazione del tutto condivisibile, soprattutto se la si estende alla facile rimozione del ricordo di fatti ancor più recenti quali le stragi di Sabra e Chatila, il massacro di Jenin, le distruzioni sistematiche delle abitazioni e delle colture palestinesi, la vergogna del muro. Altrimenti, se ci si ferma solo alla prima parte della rimozione, più che di malattia dell’Alzheimer bisognerà fare riferimento alla terribile malattia del pensiero asimmetrico e dell’indignazione a senso unico. Prima di scandalizzarci per una similitudine chiaramente provocatoria, faremmo bene a non dimenticare quanto sia scandaloso chiamare “eccesso di difesa” il massacro pressoché premeditato di centinaia di bambini libanesi e la devastazione premeditata anch’essa di un intero paese. Certo, non ha alcun appiglio storico reale il paragone tra Jenin e Marzabotto, ma che Jenin ieri e Qana oggi siano un crimine inaccettabile bisognerà pure che lo si urli oltre il muro assordante di silenzio eretto da decenni da un’Europa complice del disastro mediorientale compiuto da Israele e USA. E poiché questa stessa Europa ha consentito ai vari governi israeliani (e purtroppo anche alle comunità ebraiche) l’uso strumentale della Shoah quale copertura di qualsiasi abuso nei confronti del popolo palestinese, trovo assolutamente legittima la provocazione strumentale di chi nega l’esistenza della Shoah o paragona le stragi naziste ai crimini di guerra israeliani. Dirò di più - nel secondo caso, la provocazione si basa proprio sul rovesciamento, purtroppo legittimo, del ruolo storico di chi fu vittima in carnefice, come a dire: tu israeliano di oggi mi spari addosso con la giustificazione che ieri sei stato vittima dei nazisti, ma poiché oggi la vittima sono io, palestinese, e tu stai distruggendo il mio popolo, oggi il carnefice sei tu e quindi tu sei l’equivalente del tuo persecutore nazista. Ecco che la provocazione dell’UCOII, anziché suscitare tanto scandalo, avrebbe potuto e dovuto costituire un’occasione per soffermarsi a riflettere su quello che, in fondo, è diventato il vero paradosso storico della questione israeliana: per garantire il diritto di Israele ad esistere in casa d’altri, si nega da mezzo secolo il diritto a rimanere a casa propria e ad avere quindi un proprio stato al popolo palestinese. Che ne dite, sinceri e onesti ebrei arabi musulmani cristiani ma comunque sinceri e onesti, se ripartissimo dalle origini del paradosso mediorientale, proprio sfruttando quella che voi chiamate l’odiosa provocazione dell’UCOII ma che, da persone oneste e sincere, riconoscerete essere la logica risposta all’ancor più odiosa strumentalizzazione dell’olocausto e a quella vomitevole (a dir poco) accusa di antisemitismo nei confronti di chiunque osi denunciare i crimini israeliani, accusa reiterata senza pudore anche di fronte al massacro di centinaia di bambini?
Bisognava scandalizzarsi prima e denunciare uno per uno gli errori-orrori dei vari governi israeliani, se si voleva davvero aiutare il popolo d’Israele a realizzare una convivenza pacifica col mondo arabo e musulmano. Scandalizzarsi ora per una provocazione verbale legittima scaturita dalla realtà di stragi e massacri di civili in nessun modo giustificabili – significa di fatto incentivare il governo israeliano a proseguire su questa china (voluta da Bush e compagni) che non porta a nessuna pace e che può solo garantire la negazione finale di due popoli e l’incendio di tutto il medioriente.

Mario Bonica
http://blog.libero.it/Bonica