Domande malate



Ieri sera a Roma ho ascoltato alla Sala Capranica, non era la prima volta, Heidi Giuliani. Ad un certo punto, questa donna piccola e tenace, ha detto che la nostra democrazia è malata ed esportarla significa esportare la malattia, il virus. Mario Nesi, responsabile a sinistra del passato governo (oggi nello Sdi), intervistato oggi sul Corriere, ammette l'assenso alla Tav nel 2001, per poi dire che c'era stato poco tempo per migliorare, mentre questo governo ha avuto anni e non ha fatto nulla. Pace e democrazia in Iraq, poi ci si ripensa, dobbiamo andarcene: e in Kosovo D'Alema cosa ha esportato ? I migranti vanno accolti: Livia Turco e Giorgio Napolitano ci hanno pensato, a modo loro, con i cpt, o no?
La scuola è vecchia, prima della Moratti l'aveva rinnovata Berlinguer, o no?
La privatizzazione e la flessibilità sono sorelle a Treu, o no?
Il federalismo è stato approvato e ideato dalla Lega: non è stata la sinistra a schierarsi a favore con un referendum ?
Domande senza risposta, innumerevoli.
Stamattina fa freddo e piove forte a Roma, svegliandomi ho ripensato ad Heidi, ho cercato di coprirmi i piedi e la copertina corta mi ha allora lasciata senza calore le spalle, la metafora sembra banale ma è terribilmente vera. Come vogliamo metterla con questo centro sinistra candidato, con questo Bertinotti europeo ed equilibrato?
Quale "Unione"?
C'è molto poco tempo, della" banda" attuale mi sembra davvero superfluo parlare: vogliamo prendere una volta ancora distanze siderali dai "violenti ribelli", ieri di Genova oggi di Venaus, per non parlare della "malattia"? Siamo col fango fino al collo : scende dalle montagne o è tutto letame? Doriana Goracci