24/10 Roma: convegno sulla Pace




La pace: una sfida per l'Unione

il nemico a geometria variabile

lunedì 24 ottobre ore 15,00

Roma
Palazzo Marini
Sala delle Colonne,  via Poli 19

Promuovono:

On. Elettra Deiana (Prc)  . On.  Silvana Pisa (Ds)
deputate del Forum dei parlamentari pacifisti


¨              sarà presente Sahar Saba dell'associazione Rawa per i
diritti delle donne afghane.

        Relazioni:

¨      Lucio Caracciolo
¨      Mario Buscemi
¨      Fabrizio Battistelli
¨      Khaled Fouad Allam
¨      Lisa Clark
¨      Marcello Flores
        Intervengono:
¨            On. Laura Cima, On. Pietro Folena
¨            On. Ugo Intini, On. Ramon Mantovani
¨            Sen. Francesco Martone, Sen. Giorgio Mele
¨            On. Marco Minniti, On. Fabio Mussi
¨            On. Lapo Pistelli.
¨              Coordina: Aldo Garzia
¨              sarà presente Sahar Saba dell'associazione Rawa per i
diritti delle donne afghane.



Gli attacchi terroristici di Londra hanno riaperto anche a sinistra la
riflessione su quale possa essere la risposta a una minaccia - reale o
percepita - indifferenziata, complessa, multiforme e hanno con più forza
posto la necessità di capire a fondo e portare alla luce l'intreccio tra
guerra e terrorismo. Intreccio che, nelle ragioni politico-militari e nelle
strategie di dominio degli Stati Uniti, rimane sempre occultato.
Al di là delle cause immediate, non c'è dubbio che la  percezione sociale
del fenomeno terrorismo assuma una dimensione individuale e immanente del
tutto assente fino a qualche tempo fa, tale che il termine "difesa" viene
ravvisato oggi come un bisogno primario di ciascun individuo e sradicato
dalla dimensione politico-strategica che le era tradizionalmente proprio.
Ma se negli Stati Uniti gli echi di questo mutamento della "difesa" si sono
in parte riversati nel dibattito pubblico in Europa e specialmente in
Italia nulla di tutto ciò è avvenuto, pur se il nostro "pensiero" militare
ha subito un' evoluzione analoga. Basta una lettura veloce al documento
dello scorso maggio intitolato "Concetto strategico del Capo di stato
maggiore della difesa" per rendersene conto. Da quel documento e dagli atti
compiuti negli ultimi anni dalla nostra amministrazione della Difesa,
emerge una linea di continuità subalterna alle scelte statunitensi. Una
filosofia strategico-militare su cui si sono confrontati punti di vista
differenti, come dimostra la recente disputa intercorsa tra l'ex capo di
stato maggiore dell'Esercito, Fraticelli e il capo di stato maggiore della
Difesa, Di Paola, riportato sulle pagine dei giornali.
A tutto ciò si aggiunga, almeno per quanto riguarda l'Europa, che molti
passaggi decisionali nel campo della sicurezza e in parte della difesa si
stanno spostando dai singoli stati alle istituzioni sovranazionali europee
con un processo di sostanziale opacizzazione di scelte anche fondamentali
come dimostra il recente documento (marzo 2005) "Conceptual Framework on
the ESPD dimension to the fight against terrorism" elaborato durante le
presidenza lussemburghese dell'Unione.
Tutto ciò rende più difficile, ma non per questo meno necessario, riportare
al primato della politica e al privilegio della discussione pubblica il
confronto su questi temi, con la consapevolezza che oggi più che mai per
sottrarsi al paradigma della guerra e per rispondere alla sfida della pace
servono atti coraggiosi di rottura con il pensiero dominante, se non unico,
che vuole la guerra permanente come unica alternativa possibile alla
minaccia immanente del terrorismo e il terrorismo come unica causa della
guerra.