Jihad Issa notizie negative



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Purtroppo ancora notizie negative sulla vicenda giudiziaria
di Jihad Issa

Dopo l'autorizzazione provvisoria a permanere in Italia, concessa a Jihad
il 19 agosto u.s. dal Tribunale Civile di Roma, un altro Giudice del
medesimo Tribunale ha rigettato, a seguito dell'udienza del 02 settembre
u.s., il ricorso urgente presentato dalla difesa. Quest'ultimo serviva
infatti ad ottenere la sospensione dell'ordine di lasciare il territorio
dello Stato, in attesa del giudizio di merito sul riconoscimento del
diritto di asilo costituzionale. La motivazione è politicamente pesante
oltre che storicamente errata: da un lato considera già esistente uno Stato
Palestinese (!), dall'altro non riconosce l'esistenza di una crisi
umanitaria, più volte invece denunciata a livello internazionale finanche
dalle Nazioni Unite, che è in corso nei territori palestinesi occupati ai
danni della popolazione civile palestinese.

Contro questo grave provvedimento la difesa di Jihad sta inoltrando un
reclamo al Tribunale Civile di Roma.



Nello stesso tempo, non ricevendo risposta alcuna dalla Questura di Roma
all'istanza di revoca dell'espulsione avanzata dall'interno del CPT di
Ponte Galeria, Jihad si è visto costretto ad inoltrare anche ricorso
urgente al Giudice di Pace di Roma, affinché dichiarasse l'illegittimità
del decreto di espulsione ed il suo conseguente annullamento, riconoscendo
la sussistenza del rischio per la sua vita e quindi dei motivi di
protezione umanitaria ostativi all'espulsione ai sensi dell'art. 19 co. 1
del Testo Unico in materia di immigrazione. Dopo una prima udienza del 11
agosto u.s. di rinvio, all'esito dell'ultima udienza tenutasi il 5
settembre u.s. il Giudice di Pace, dr.ssa Conocchiella, ha incredibilmente
dichiarato inammissibile il ricorso proposto, in quanto "già altro Giudice
- all'udienza del 20 giugno 2005 - si era pronunciato sul merito
dell'espulsione subordinandola all'esito del procedimento di revoca
dell'espulsione giudiziaria".


Si tratta quindi di una situazione paradossale che determina un circolo
vizioso dal quale non si potrà uscire se non proseguendo e dando rinnovata
forza e vigore alla campagna già avviata per il riconoscimento dei motivi
umanitari che impediscono l'espulsione di Jihad dall'Italia.



Infatti, non potendo Jihad accedere alla procedura di riconoscimento dello
status di rifugiato politico in quanto pregiudicato, l'unica soluzione per
una positiva definizione della questione, è a questo punto il rilascio da
parte della Questura di Roma del permesso di soggiorno per motivi umanitari
a fronte "delle oggettive e gravi situazioni personali che non consentono
l'allontanamento dello stesso dal territorio nazionale" come richiesto
dall'art. 11 co. 1 lett. c-ter) del Regolamento della legge Bossi - Fini.


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