Re: appello per la Difesa Popolare Nonviolenta



Un altro aspetto riguardante il servizio civile volontario rispetto a quello 
armato di cui non sento mai parlare è il trattamento economico: miseri  
450 euro mensili per il primo, circa 1000 per il secondo, quando 
ovviamente non decidono di fare le famose "missioni umanitarie 
all'estero".
Può sembrare un fatto di secondaria importanza e non è sul fattore 
venale in se stesso che voglio soffermarmi, ma invece è ugualmente 
importante se si intuisce che il governo veda il volontario civile come 
una figura di serie B e quindi svilita, per non parlare poi del giovane 
che abbia esigenze economiche: secondo voi prevarranno i suoi 
principi morali o l'esigenza di guadagnare di più?
Prima dell'abolizione della leva gli impiegati nel servizio civile 
superavano quello militare, una cosa tra l'altro impensabile solo 10 anni 
fa (anche per un motivo culturale: se non volevi fare il servizio militare 
non venivi considerato un "uomo" ma un debole), se le condizioni 
economiche però continuano a essere quelle di cui sopra dubito che il 
numero continuerà a essere a favore del servizio civile.

Ciao,
Davide

On 23 Aug 2005 at 0:27, Antonino Drago wrote:

> Nel luglio scorso abbiamo lanciato un appello, finalizzato a mantenere
> e potenziare la DPN nel Servizio civile nazionale; abbiamo proposto
> alcune precise richieste al Presidente della Repubblica, al Ministro
> Giovanardi e all'on. Realacci, promotore di un progetto di legge che
> vuole rinnovare il SC senza nominare la difesa civile non armata e
> nonviolenta prevista dalla legge 230/98 e dalla 64/01 (legge vigente
> sul SC). L'appello ha avuto un buon successo, essendo stato inserito
> nel sito del Centro Gandhi di Pisa, di Peacelink ed avendo avuto
> numerose adesioni, tra le quali il rilancio da parte di numerosi
> terziari francescani.
> 
> In particolare abbiamo proposto all'on. Realacci di aggiungere un art.
> 7 al suo progetto di legge che esplicitamente contempla la DPN.
> Interpellato in proposito, l'on. si è dichiarato d'accordo, anche per
> i suoi passati di obiettore di coscienza; ma poi ha dichiarato che gli
> è "difficile" modificare il suo progetto. La on. Valpiana, che ha
> avuto un colloquio con lui, ha chiarito che la difficoltà consiste
> nella perdita della precedenza nella lunga serie di progetti di legge
> pendenti alle Camere in questa legislatura. Da parte nostra vogliamo
> comunicare che :
> 
> 1) Ringraziamo l'on. Realacci per la pronta risposta e per la
> disponibilità dimostrata ad aderire alle finalità dell'appello.
> 
> 2) per la adesione dichiarata, ci farebbe piacere poter aggiungere il
> suo nome all'appello
> 
> 3) però il nostro interesse è quello di scongiurare un atto
> parlamentare che escluda la DPN dalle riforme parlamentari; per cui il
> nostro maggiore interesse è per una modifica del suo progetto nel
> senso indicato (aggiunta dell'art.7 suggerito da noi).
> 
> 4) Assieme a molti competenti, non riteniamo che in questa legislatura
> sarà possibile discutere dei progetti di legge pendenti e di quello in
> questione. Quindi in questa legislatura, l'atto di inserire l'art. 7
> avrebbe un valore simbolico, senza conseguenze parlamentari rilevanti;
> ma con conseguenze molto importanti per il movimento per la DPN, che,
> a differenza di ora, si potrebbe riconoscere nel progetto di legge in
> questione.
> 
> 5) La nostra preoccupazione maggiore non è tanto per questa
> legislatura, ormai al termine; ma per la prossima, per la quale l'on.
> Prodi ha dichiarato più volte che, se vincerà le elezioni, farà
> approvare il progetto di legge in questione. Per cui una  modifica,
> come da noi auspicata, del suddetto progetto per noi sarebbe la
> garanzia che la DPN rientra nei programmi non solo dell'on. Realacci,
> ma può rientrare anche nel programma di un probabile futuro governo
> dell'on. Prodi.
> 
> 6) Le nostre preoccupazioni prendono motivo anche da un quadro più
> ampio, di tutto il Terzo settore, sul quale già nel 2002 Giulio Marcon
> (Le ambiguità del Terzo Settore, Feltrinelli, Milano, p. 136)
> denunciava la esistenza di una lotta per l'egemonia che ha ben altri
> obiettivi che quelli del movimento di base degli ultimi decenni; e che
> quindi fa temere che il SC e la DPN verranno visti in funzione di
> obiettivi di crescita di progetti particolaristici, rispetto alla
> possibilità di iniziare per la prima volta in Italia una alternativa
> nella struttura della difesa nazionale.
> 
> Una lotta nazionale che ha coinvolto in maniera positiva centinaia di
> migliaia di giovani e che ha saputo portare avanti in maniera
> democratica, dal basso fino alle massime decisioni istituzionali, il
> tema politico del servizio civile e della DPN, attende che le forze
> politiche diano i loro contributo per realizzare una novità che è
> della massima importanza per il movimento per la pace e per un
> cambiamento nella società.
> 
> 
> 
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