LIBERARE GLI IMMAGINARI DELLA SPERANZA



Sperando di convincere qualcun/a alla
partecipazione...

tratto dal sito:
http://saveriani.bs.it

LIBERARE GLI IMMAGINARI DELLA SPERANZA
Dai segni del potere al potere dei segni
23-28 AGOSTO 2005
FRASCATI, ROMA
CENTRO GIOVANNI XXIII°

Programma del 44° Convegno Nazionale di Cem Mondialità

È alla speranza che ogni educazione deve essere
orientata per poter costruire un futuro diverso. A
coloro che sembrano rassegnarsi a nient'altro che a
uno scontro di civiltà, il 44° Convegno Nazionale del
Cem viene a raccontare le “speranze sepolte” perché
vengano risvegliate, liberate dall'oblio e dalle
deformazioni, per essere nuovamente rilanciate come
utopie concrete, già vissute ma capaci ancora di
“trainare” i popoli e le culture verso il domani.

Materia prima di tutti gli immaginari sono i simboli,
i segni, le icone, ma anche personaggi ed eventi che
appena vengono evocati hanno il potere di “bucare lo
schermo”, non quello televisivo, bensì quello delle
coscienze: cioè il diaframma protettivo della
razionalità. La forza dei simboli è appunto quella di
entrare dentro la casa mentale di ciascuno di noi.
Liberare gli immaginari della speranza viene dunque ad
indicare una duplice scommessa: se già storicamente
sono esistiti esempi della civiltà del convivere,
della “cultura della compresenza”, è tuttavia nostro
compito inventarne altri nel tempo presente

Martedì 23.8.2005
Ore 9.00 Accoglienza convegnisti (per tutto il giorno)
Ore 17.00 Apertura del Convegno
Introduzione di Antonio Nanni
Tavola rotonda con Patrizia Canova, Antonella
Fucecchi, Lino Ferracin e Nadia Savoldelli.
Presentazione Laboratori di Rita Vittori
Ore 21.30 Al Cinema per … a cura di Patrizia Canova

Mercoledì 24.8.2005

Ore 9.30 Relazione sul tema del Convegno del Prof.
Aldo Bonomi
Introduce e modera il dibattito Roberto Morselli
Ore 15.00 Laboratori
Ore 21.00 Gruppi CEM a confronto a cura di Lucrezia
Pedali
Ore 22.00 Danze popolari condotte da Sigrid Loos,
Marina Pecorelli e Patrizia Zocchio

Giovedì 25.8.2005

Ore 9.00 e 15.00 Laboratori
Ore 21.30 Momento dello Spirito : Suoni e silenzio del
sacro. Gli strumenti a percussione nelle diverse
culture per rivolgersi all'Invisibile (racconto sonoro
ideato e condotto da Luciano Bosi). Introduce p.
Arnaldo De Vidi

Venerdì 26.8.2005

Ore 9.00 Laboratori
Pomeriggio libero
Ore 21.30 Spazio della narrazione . Conduce Roberto
Papetti

Sabato 27.8.2005

Ore 9.00 e 15.00 Laboratori
Ore 21.30 Vetrina dei laboratori . Coordinano Davide
Bazzini e Stefano Goetz
A seguire, Musica Musica! Con gli artisti presenti al
convegno

Domenica 28.8.05

Ore 9.30 Testimonianza sulla speranza
con don Tonio Dell'Olio
Conclusione del Convegno
Ore 12.00 Pranzo finale

Tutte le sere

Spazio bambini

Tutti i giorni

“Baghdad e la sua gente” a cura di Karim Metref
Mostra fotografica, video, libri ed altro sulla guerra
in Iraq, ma anche sui “conflitti dimenticati”
Un artista al lavoro. Silvio Boselli racconta (a modo
suo) il Convegno

LABORATORI DI RICERCA INTERCULTURALE

1. A.A.A. Altri immaginari cercasi - Suoni e visioni
dal Mondo
Patrizia Canova e Luciano Bosi
Un viaggio intorno a 3 A (Africa, Asia, America), alla
scoperta dei molteplici immaginari visivi e sonori che
caratterizzano questi continenti. Partiremo dai suoni,
dai ritmi, dai film e dalle visioni generati dalla
creatività e dalla ricerca di autori, per provare a
indagare le culture altre a partire dai loro alfabeti
e cercando di superare il confine troppo spesso
marcato dell'eurocentrismo.

Le parole chiave che ci guideranno nel nostro viaggio
virtuale: molteplicità, mescolanze, intrecci, identità
meticce, ma anche unicità e originalità culturale...

La scommessa: quella di provare ad ampliare gli
immaginari sulle culture del mondo, cercando di
leggere i segni che nel cinema e nella musica
costruiscono universi di senso.

Metodologia . Si alterneranno momenti di ascolto di
musiche tradizionali e meticce e di visione di
sequenze filmiche dei tre continenti indagati, a
momenti di produzione sonora, visiva e audiovisiva.

2. Foglie di té e creative commons

Alessio Surian

Se gli Internet Café si diffondono oggi come a suo
tempo si è diffuso l'eternit, il convegno annuale CEM
è forse il posto giusto dove dar vita ad un Internté ,
una piccola comunità dove condividere domande e
conoscenze sui saperi e le pratiche che ci sembrano
essenziali nelle esperienze educative e nel connettere
relazioni locali-globali. Un luogo dove possano
coabitare teiere, mappe, sguardi in ascolto e pratiche
on-line, dove esercitare pensiero critico rispetto
all'erosione dell'idea di educazione come spazio
pubblico e di comunità. Dove chiedersi se le pratiche
hacker e le licenze Creative Commons possano essere un
argine al dilagare di GATS, TRIPS e Bolkenstein, ma
anche dove decifrare i segni di un cammino pedagogico
tracciato, soprattutto dai movimenti senza , nelle
cinque edizioni del Forum Sociale Mondiale.

Metodologia . Un worldmusicjukebox lancerà di volta in
volta una carta da decifrare. Attraverso simulazioni,
camminate, esperienze narrative e partecipative, il
laboratorio sarà un'occasione per abitare territori di
confine fra strumenti e metodi educativi accomunati
dalla tensione a democratizzare i percorsi di
apprendimento

3.  Il giardino segreto

Nadia Savoldelli, Marina Pecorelli
Il corpo si muove, entrando ed uscendo da se stesso,
tra coni di luce e cerchi d'ombra nello spazio. Il
mondo delle ombre non è solo ciò che si oppone alla
luce, la parte oscura, inquietante, è anche quello
fuggevole dei sogni e dei misteri; è quello del
giardino segreto che, con la nostra vita frenetica,
proiettata all'esterno, trascuriamo. Gli adulti che
ridiventano bambini non riacquistano la loro infanzia,
ma forse ritrovano quel giardino abbandonato .

Indagando l'energia che illumina o rabbuia, avvicina o
allontana, ci rapportiamo alle nostre paure ed ai
fantasmi per trovare nuove luci, apparenze e
immaginari a cui incantarsi, per trovare altre forme
di sogno e di pensiero.

Metodologia . Attività nei linguaggi del corpo, nel
teatro, nella danza contemporanea, nel teatro
d'ombra….

4.  Donne alla ricerca di una vita ... speziata

Sigrid Loos, Rita Vittori

È possibile aiutare gli altri a crescere, se abbiamo
consapevolezza del cammino fatto e di quello che ci
rimane da fare. Per questo noi donne abbiamo bisogno,
ogni tanto, di ritirarci su un'isola immaginaria e
acuire la nostra capacità di vedere dentro e fuori di
noi, ascoltare il futuro nelle pieghe del presente,
annusare l'aria per sapere che direzione prendere
nella nostra vita. Come tante maghe Tilo scopriremo la
magia delle spezie: cannella bruna per rinsaldare i
legami, chiodo di garofano per la compassione, pepe
nero e zenzero per sapere quando dire no…

Metodologia . Rivolto a donne di ogni età e
provenienza, un percorso di ricerca sensoriale
attraverso giochi di interazione, narrazioni
biografiche, danze, esplorazioni olfattive,
degustative e… altro.

5. Immaginare la pace: parole che curano
Salvatore Catalano, Gianni D'Elia

Il laboratorio farà riferimento alle 10 parole della
Nonviolenza proposte nel 2003 dal Movimento
Nonviolento: Forza della verità, coscienza, amore,
festa, sobrietà, giustizia, liberazione, potere di
tutti, bellezza, persuasione .

Cosa rappresentano queste parole nel nostro
immaginario? Come queste parole, alte e allo stesso
tempo semplici e misteriose, possono diventare parole
orientatrici nella nostra società sempre più
contrassegnata dai simboli del consumo, della
competizione, della violenza?

Metodologia . Attività varie, finalizzate al
coinvolgimento e alla partecipazione su più livelli:
cognitivo, emotivo, corporeo. Attraverso il ricorso a
pratiche narrative e autobiografiche, scegliendo
alcune parole, si cercherà di indagare l'immaginario
collettivo e individuale alla ricerca di connessioni
invisibili e di apertura di nuove possibilità (in
ambito educativo e sociale).

6. “Come l'acqua per… la musica” - Cucinare, suonare,
abitare il corpo

Patrizia Zocchio, Pippo Biassoni

Preparare insieme semplici piatti significa
condividere uno spazio/tempo e la manipolazione
consente il libero fluire dei pensieri: perdersi con
gli altri in storie e racconti. Se è presente il
cioccolato, parole come mondialità e solidarietà,
ricordo e presente, seduzione e potere emergono
prepotenti. Gli ingredienti si fondono con la musica
nella dimensione del fare, nella produzione di suoni:
si esplora e si è esplorati, si prende coscienza di
sé, per scoprire che l'idea è Zen musicale.

Metodologia . I tre ambiti – cucinare, suonare,
abitare il corpo – favoriscono l'esplorazione
dell'immaginario alla ricerca di una coscienza critica
che aiuta ad elaborare ed essere attori del proprio
futuro. La dimensione corporea - giochi, danze… -
creano empatia, fanno comunità, mettono in relazione
di reciproco aiuto e ampliano le proprie possibilità.

7. Giocattoli e poesia
Roberto Papetti, Roberto Morselli

C'è poesia ogniqualvolta c'è qualcosa che ditta dentro
, o ispira, o costringe a dire, ed è necessario uno
strumento per dare corpo linguistico all'immateriale,
visibilità all'invisibile, consistenza al soffio
immaginale. La poesia segna una differenza, cioè fa
intendere che il linguaggio non è dogma, non è
imposizione assoluta e che la comunicazione può avere
piani diversi e che tutti i linguaggi hanno valore.

Metodologia . Il nostro lavoro si svilupperà a partire
dalla poesia I giusti di J. L. Borges, uno strumento
assai bello, più di un programma o un manifesto, per
produrre affezioni di pace e un buon lavoro educativo.
Ci caleremo dentro i versi, le parole, i ritmi per
tracciare mappe, produrre oggetti, provocare
esperienza di gioco, scatenare riflessioni, inventare
testi, ascoltarne il suono.

8. Officina per la manutenzione dell'anima... in tempi
di crisi....

Lidia Maggi

Questo laboratorio si propone essere uno spazio di
spiritualità, un piccolo contenitore dove provare a
riprendere contatto col divino dando voce a quelle
parti di noi soffocate dall'incredulità, dalla fatica
di credere. Un luogo dove poter sperimentare diversi
linguaggi per dire Dio. Un posto protetto per
rivisitare immaginari tradizionali del sacro ed
interrogarli alla luce del nostro vissuto e della
nostra identità di genere.

Metodologia. Un ambulatorio dell'anima, una chiesa
dove inventarci nuovi gesti, nuove immagini, nuove
liturgie, nuove parole per sentire il divino. A
momenti di confronto e di dibattito vorremmo
affiancare esperienze di spiritualità. Compagne di
strada diventeranno alcune donne della Bibbia.

9. Il Libro e la spada. Immaginari teologici e vita
politica
Jacopo Tondelli, Francesco Grandi

Ecco un laboratorio sul rapporto tra immaginari
teologici e vita politica. Non semplicemente su
religione e politica, ma sugli immaginari che ai
linguaggi e agli orizzonti teologici attingono, anche
se incardinati in un contesto che si predica laico.(…)
Il laboratorio toccherà il (falso) paradigma del
conflitto tra civiltà, la questione migratoria, il
rapporto con il libero mercato,

Metodologia . Utilizzeremo materiale da noi raccolto
in Israele cercando di evidenziare, tra l'altro, il
nucleo teologico che soggiace all'interesse del mondo
per il Medio Oriente. Impiegheremo un metodo casistico
che consenta di fare emergere saperi, idee e vissuti,
per poterli criticamente rielaborare.

10. Intercultura: narrazione, de-costruzione e
strategia di mediazione

Adel Jabbar

Una mattina, alle prime luci dell'alba, in una città
in cui mi trovavo di passaggio, affacciandomi alla
finestra mi trovai di fronte una bellissima palma,
pianta che appartiene al paesaggio del paese dove ho
trascorso la mia infanzia. Questo mi fece pensare che
anche una palma è un simbolo interculturale. Si può
parlare di intercultura anche partendo da tracce molto
reali, concrete, che troviamo quotidianamente nel
nostro spazio ambiente. Il termine intercultura è
sempre più ricorrente e soggetto a interpretazioni
varie e diversificate.

È opportuno e utile pervenire ad una maggiore
chiarezza e condivisione di questo concetto, partendo
dall'acquisizione delle numerose esperienze elaborate
negli ambiti sociali e educativi.

Metodologia . La narrazione sarà il fulcro e il filo
conduttore dell'attività di laboratorio, che intende
fornire:

chiavi di lettura delle problematiche inerenti al tema
dell'intercultura;
metodologie per la de-costruzione dell'immaginario
rispetto alla diversità;
elementi per l'elaborazione di una strategia di
mediazione interculturale
11. Chiudi gli occhi e sogna … (per adolescenti)

Cristina Carniel & C.

Abbiamo già viaggiato – negli anni passati - tra miti,
simboli e significati, sentendoli a volte chiari, a
volte antichi, a volte trasformati dal tempo.
Quest'anno vorremmo dare spazio al nostro inconscio,
ai nostri sogni, alle nostre visioni, scoprendo
attraverso essi la nostra storia personale e
collettiva, fors'anche il racconto dell'intera
umanità.

Proviamo ad esplorare la nostra idea eterna o forse no
racchiusa nel nostro immaginario: è come un vaso che
non si può svuotare né riempire mai completamente.
Inventeremo la sua forma, perché non sia la stessa di
prima, perché persista nel tempo e perché possa
cambiare.

Metodologia . Il laboratorio sarà uno spazio
esplorativo, di ascolto, riflessione e confronto su
ciò che ci è vicino e lontano, famigliare e pauroso...


12. Nel segno di Zorro (per bambini)
Maria Maura, Renzo La Porta, Celine Dissard

“I bambini e le bambine hanno smesso di costruirsi i
propri giocattoli? Questa è un'ingiustizia!” gridò
l'eroe balzando a cavallo. E aggiunse: "Voi tutti,
seguitemi!", mentre con la spada in pugno era già
pronto a lasciare la sua Z sulle cattive etichette di
quei giocattoli che - vestite di fascino -
nascondevano crude verità... ce la faranno i nostri
eroi?

Metodologia . Costruzione, di giocattoli, visione di
giocattoli da tutto il pianeta terra, ascolto di
opinioni ed esperienze, gioco autogestito, pause
biscotti, teatro dell'immedesimazione per esplorare il
mondo delle relazioni dal punto di vista dei
giocattoli…e poi trovare nuovi giocattoli, tutti da
inventare immaginare.


Relatore
Aldo Bonomi
Sociologo e direttore del consorzio A.A.STER.
Fondatore e animatore del Consorzio AASTER
(Associazione Agenti di Sviluppo del Territorio). Ha
realizzato numerose ricerche sulle problematiche del
territorio, dello sviluppo e delle forme di
convivenza. Tra i suoi volumi più recenti.
“Il trionfo della moltitudine” (Bollati-Boringhieri,
1996), “
Il capitalismo molecolare“ (Einaudi, 1997),
“Manifesto per lo sviluppo locale” con Giuseppe De
Rita (Bollati-Boringhieri, 1998),
“Il distretto del piacere” (Bollati-Boringhieri 2000),
“La Comunità maledetta” (Edizioni di Comunità,
2002),“La montagna disincantata”(CDA Vivalda Editori,
2002),
“Per un credito locale e globale”
(Baldini-Castoldi-Dalai, 2003),
“La città infinita” con Alberto Abruzzese (Bruno
Mondatori, 2004,
“Che fine ha fatto la borghesia?” con Massimo Cacciari
e Giuseppe De Rita (Einaudi 2004),
“Il passaparola dell'invisibile” (Editori Laterza
2004),
Attualmente è direttore della rivista Communitas .
È stato opinionista del Corriere della Sera e
attualmente scrive su Il Sole 24 Ore .
Nella sua ordinaria attività di ricerca e consulenza,
intrattiene relazioni correnti con l'Unione Europea,
con diversi Ministeri italiani, nonché con istituzioni
locali, organismi del terzo settore e con le
principali rappresentanze degli interessi.

Dossier, liberare gli immaginari della speranza e
articolo su Aldo Bonomi (di Francesco Lauria)

DOSSIER
Liberare gli immaginari della speranza



Per Charles Peguy la Fede è una sposa fedele, la
Carità è una madre, mentre la Speranza è come una
bambina da nulla. Eppure, dice, è proprio questa virtù
bambina , che attraverserà il mondo, e trascinerà con
sé le due sorelle. Lei si metterebbe a saltare alla
corda in una processione, tanto è felice. È un nulla,
come quella piccola gemma della quercia centenaria che
spunta al fiorire d'aprile. Lei, la virtù più piccina
trascina tutto, perché solo lei vede quello che sarà e
solo lei ama quello che sarà. Un immaginario
insuperabile. ( Antonio Nanni )


La piccola speranza (passim)

La fede che preferisco,
dice Dio, è la speranza.
Una fiamma tremolante
ha attraversato
lo spessore dei mondi.
Da quella volta
che il sangue di mio figlio
colò per la salvezza
del mondo.
Ciò che mi stupisce,
dice Dio, è la speranza.
E ne rimango
scombussolato.
Questa piccola speranza
che ha tutta l'aria
d'un nulla.
Questa bambina speranza.
Immortale.
Sperare è difficile.
L'inclinazione a disperare,
questa è la grande tentazione.
La piccola speranza procede
tra le sue due grandi sorelle,
la fede e la carità,
neppure si fa attenzione a lei.
E il popolo crede volentieri
che sono le due grandi
a trascinare la piccola
per mano.
Ma è quella in mezzo
a trascinare
le sue grandi sorelle.
Senza di lei,
loro non sarebbero niente.
È lei, la piccola,
che trascina tutto.
Lei vede ciò che sarà.
Lei ama ciò che sarà.
La mia piccola speranza
si leva ogni mattina.
È colei che tutte le mattine
ci dà il buongiorno.

(Charles Péguy)

Aldo Bonomi: lo studioso "partecipante" alla ricerca
della speranza nella crisi fluttuante della
post-modernità.

di Francesco Lauria



Aldo Bonomi (Sondrio, 1950) è uno studioso della
"coscienza di luogo".

Gli piace ricordare che i suoi solerti detrattori
accademici lo accusano di "pensare con i piedi" e lui
di questo ne ha fatto invece un vanto.

Egli, seguendo la strada di Giuseppe de Rita - che ha
sempre indicato come il suo maestro -, è uno studioso
della "sociologia dell'incontro e del racconto".

Una sociologia del racconto che Bonomi sviluppa grazie
allo strumento della "ricerca-azione", o meglio la
"conricerca".

Questo strumento presuppone l'immedesimazione profonda
dello studioso con l'oggetto della propria
osservazione, osservazione che Bonomi immerge
nell'analisi delle rotture (anche potenzialmente
feconde) della post-modernità.

Uno dei campi di ricerca di Bonomi in questi ultimi
anni è stata infatti la crisi del capitalismo ( Il
capitalismo molecolare , Einaudi, Torino 1997).

Ma la peculiarità della ricerca del sociologo lombardo
sta nel fatto che egli ha saputo confrontare la crisi
del capitalismo con il problema della crisi della
comunità, o meglio dell'io nella moltitudine ( Il
trionfo della moltitudine , Bollati Boringhieri,
Torino 1996).

Il libro di Bonomi ad oggi ancora più noto è
certamente Il distretto del piacere (Bollati
Boringhieri, Torino 2000", provocatoria, coraggiosa ed
urtante analisi partecipata delle contraddizioni e
delle emozioni (tristi?) di quello che è il mercato
del sesso, dell'ovvietà e della globalizzazione che si
agita nelle (nostre?) notti della riviera romagnola.

Un testo certamente interessante, ispirato e a due
facce è La comunità maledetta - Viaggio nella
coscienza di luogo - " (Edizioni di Comunità,
Segrate-Milano 2002) frutto di uno studio compiuto
attraverso l'esperienza delle Agenzie della Democrazia
Locale nella ex Yugoslavia (Adl) e dei loro volontari,
in particolare nel territorio della città Prijedor,
fino a pochi anni fa uno di quei luoghi davvero
maledetti, buchi neri d'Europa.

In quei luoghi la crisi dell'umanitario (altro tema
caro ad Aldo Bonomi) ha trovato una risposta alle
proprie evidenti contraddizioni grazie ai
"ricostruttori di comunità del post-conflitto" e cioè
i volontari (autoctoni o stranieri) dell'Adl di
Prijedor, appunto uno dei luoghi più violentemente
segnati dai massacri etnici nell'entità serba di
Bosnia (Repubblica Srpska).

La coscienza di luogo - o meglio la riscoperta
autentica di essa, poiché la falsa coscienza di luogo
ha sviscerato il conflitto - ha permesso a Prijedor di
trasformarsi, non senza fatica, da città "maledetta" a
"città del ritorno", comunità che ritrova le proprie
"sane" contraddizioni nella multietnicità.

Bonomi ricerca nella "comunità maledetta" il "sottile
filo che unisce l'implosione del locale con
l'esplosione del globale" ed in questo senso allarga
il campo dell'analisi dalla città bosniaca ai flussi
globali che hanno permesso il trionfo
dell'individualismo e di ricreare la "falsa coscienza
di luogo basata sui fondamenti di sangue e suolo" ,
cioè il jus sanguinis, jus soli che è all'origine di
innumeri conflitti. Egli individua due figure
potenzialmente positive che poi sono l'analisi dei
suoi studi più recenti: esse sono il "capitalista
personale" ed il volontario. Strumenti di
ricostruzione della modernità o meglio nella
post-modernità.

Di qui i suoi ultimi lavori scientifici e l'animazione
del Consorzio AASTER (Agenti di Sviluppo del
Territorio).

I volumi più recenti: La città infinita (con Alberto
Abruzzese, Bruno Mondadori, Milano 2004), Che fine ha
fatto la borghesia? (con Massimo Cacciari e Giuseppe
de Rita, Einaudi, Torino 2004), Il passaparole
dell'invisibile (Laterza, Bari 2004) sono tutti
rivolti all'analisi delle "monadi nomadi", e cioè di
quegli elementi e quelle figure multiformi e
"multiattive" che sono al lavoro per ricostruire la
socialità nella modernità strappata del mondo del
capitalismo globale.

Significativi i titoli che Aldo Bonomi ha voluto dare
ai primi due numeri di Communitas - la nuova rivista
che egli dirige e che ha ideato insieme al settimanale
Vita -: “La società delle paure (fare comunità nella
diaspora)" e "La crisi dell'umanitario (mettersi in
mezzo ai tempi della globalizzazione)". I titoli dei
primi due numeri della rivista sono, appunto, i due
principali e convergenti filoni della sua analisi
sociale. Si tratta di un'analisi anti-ideologica,
certamente fuori dagli schemi più comodi e
rassicuranti, ma non priva di riferimenti e di
"amici".

Vogliamo menzionare due amici, per tutti. Il primo
guardando lontano: l'opera, quasi umilmente profetica
di Adriano Olivetti; il secondo più prossimo: le
analisi e le intelligenti, concrete, provocazioni di
Massimo Cacciari. Un Massimo Cacciari di cui Aldo
Bonomi ricorda e fa propria questa frase sulla
politica: "far politica oggi significa dire al
prossimo che non è solo".

C'è un segno di speranza. Un filo teso e conviviale
che porta al tema e al titolo del prossimo convegno
nazionale di Cem Mondialità che si svolgerà a Frascati
tra il 23 ed il 28 agosto appunto: "Liberare gli
immaginari della speranza".


©Cem Mondialità













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