Progetto saltimbanchi, diario di bordo, 1



Conoscete Andreas? Andreas l'astronauta? L'acrobata, giocoliere, l'artista di strada? No? Permettete allora che lo presenti e Vi assicuro che non sto andando off-topic.
Andreas e' un artista di strada tedesco ma che vive in Italia da parecchi anni. Noi, della Cooperativa Owen di San Giorgio Jonico, l'abbiamo conosciuto 9 anni fa quando il Teatrino del Baobab (Rosalba ed Aldo, per intenderci) portarono lui ed altri validissimi artisti di strada da tutto il mondo nella provincia e per conto della Provincia (Amm. Provinciale) di Taranto, allora retta da un centro sinistra leggermente piu' lungimirante rispetto agli anni bui che sono venuti dopo e che, speriamo di portarci alle spalle.
Con Andreas, pero', il rapporto di amicizia e' continuato ed abbiamo apprezzato molto la sua professionalita' (mentre gli altri riposavano o stornellavano, lui, d'estate, faceva meditazione e poi allenamento sulla corda o con il monociclo), la sua dolcezza e la sua fermezza. Abbiamo imparato a riconoscere da lontano il rombo e l'enorme sagoma del suo camion - carrozzone, un enorme residuato bellico (sembra) adibito a casa viaggiante, laboratorio teatrale, camerino ed officina: sembra davvero uscito da un film di Fellini ma con uno Zampano' allegro e solare.
Di Stefano, purtroppo, non so nulla ma garantiscono Andreas ed i Berretti Bianchi, saranno loro, se ne avranno voglia, a raccontarci qualcosa di piu'.
Io, per ora, e su espressa richiesta di Andreas, faccio da tramite per inoltrare i suoi messaggi.
Bisogna dire, inoltre che Andreas ed altro suo degno compare, tale Alberto " Granpie' ", non eran nuovi a questa esperienza in Palestina: l'hanno fatta almeno un'altra volta.
Sono sicuro che parallela cronaca di quest'iniziativa la troverete grazie ai messaggi dei Berretti Bianchi sulle varie ml cui la inviero' ma, ripeto, questa e' la versione on-line di Andreas e Stefano ed io ho solo corretto qualche errore e ve la rimando.
Alla prossima puntata, le repliche possono essere inoltrate - solo per questa volta - a me o alla lista perchè non so ancora se Andreas vuole rendere pubblico il suo account di posta.
Bartolomeo Antonio Scalzi
Via Lecce, 18
Tel 0995925565
e-mail: vincisca at tin.it
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74027 San Giorgio Jonico TA

MESSAGGIO ORIGINALE

Toc toc, permesso... ciao a tutti,

Non vorrei disturbare, qui cerchero' di scrivere delle nostre esperienze quest'anno in Palestina, un progetto di presenza, testimonianza, di scambio.
Quest'anno siamo di nuovo in due teatranti presenti nella Westbank, Cisgiordania, associati ai Berretti Bianchi, corpi civili di pace.
Chi volesse sapere di piu' sul progetto lo puo' trovare sul sito dei berretti: www.berrettibianchi.org
Comunque eccoci qua, siamo arrivati senza problemi nella zona di Bethlehem, dove ci concentriamo per le prossime due settimane.
Viviamo nell'ostello di un centro culturale/giovanile (IBDAA) all'interno del campo profughi di Deheisheh e siamo venuti qui per lavorare con e per i bambini.
Con i nostri interlocutori INAD Teatro e IBDAA siamo riusciti di organizzare un programma fitto di spettacoli e workshop nelle scuole, asili e nei centri giovanili della zona. avremo almeno due o tre spettacoli al giorno, e abbiamo gia' iniziato a lavorare l'altro ieri. Come programma staremo qui fino al 5 aprile e dopo ci sposteremo nella Westbank per un altra settimana.
Come introduzione dovrei parlare molto per creare almeno una vaga impressione della situazione qui.
Cerchero' di essere breve, caso mai non esitate a risponderci e a fare delle domande.
Dehesheih e' un campo che risale alla guerra del '48 e si estende su un'area di un chilometro quadrato, ci vivono circa 20.000 persone e la meta' saranno bambini.
Nel suo interno si trovano almeno una ventina di organizzazioni, che collaborano e che si aiutano a vicenda. IBDAA e' una di quelle e ci aiuta con i contatti nella zona. L'altro nostro contatto e l'INAD teatro, che ci porta piu' nelle istituzioni d'infanzia come asili, scuole, orfanotrofi, ospedali.
La zona di Bethlehem (120.000 abitanti) e' ormai circondata da tempo e non ci sono piu' movimenti di merci e persone in maniera libera: una semplice constatazione, che per noi non significa molto, ma per chi vive qui comporta delle conseguenze notevoli, sopratutto come vivere, lavorare, guadagnare e trovare una prospettiva per se', per i figli. Insomma, non c'e' nessun tipo di circolazione libera.
Chi vive qui non puo' uscire senza permesso di Israele, ne' verso Israele, ne' verso la Westbank, ne' verso altri paesi arabi. Chi viene da fuori sono volontari come noi, gente delle chiese o lavoratori delle varie ONG. Sara' ancora peggio fra breve, quando il muro sara' completato: 8 m di altezza di cemento che circonda la zona, che diventa una prigione a cielo aperto. Si, ci saranno delle porte, aperte 3 volte al giorno: alle 7, alle 12 e alle 7 di sera: se non ce la fai aspetti la prossima apertura. Chi puo' se ne va, chi non puo' diventa depresso, stressato, non riesce a portare avanti nessun tipo di progetto personale. C'e' chi non vuole andarsene, un bel po' di gente che resiste, che lavora per aprire delle prospettive.
So che si rischia di diventare banali quando si cerca di mettere in poche parole una situazione talmente complessa.
Non si puo' ignorare che la gente in Israele ora sia piu' tranquilla, visto che non ci sono piu' tanti attentati, sono contento per loro. comunque non posso neanche ignorare chi e' l'oppressore e chi e' l'oppresso in questo caso, e che la gente in Israele, cioe' la stragrande maggioranza, non sa, e non vuole sapere, o pensa che va bene cosi', e quindi sicuramente non fara' niente per cambiare le cose.
La comunita' internazionale non applichera' sanzioni per forzare Israele ad abbattere il muro, per esempio, e quello che rimane sono le iniziative piccole, della societa' civile che possono essere solo iniziative piccole e non cambieranno un gran che, pero' possono essere un elemento vitale nella sopravvivenza della popolazione qui.. spiragli di luce.. insomma il nostro intervento va visto sotto questi aspetti.
La direttrice del primo asilo alla mia domanda come andava, mi rispondeva con lacrime negli occhi, bene,
dormiamo, mangiamo, non c'e' molto da fare. Tanti bambini sono diventati molto aggressivi, agitati e mostrano segni di inquietudine. Diceva che tante famiglie vivono molto stress a casa, perche' l'uomo non porta a casa abbastanza per vivere, e non sa come fare, la moglie neanche sa come fare e quindi la tensione si riversa sui bambini che si sfogano tra di loro, nell' asilo hanno grossi problemi ad accogliere e a dare sostegno comunque a questa situazione, che secondo lei sta peggiorando notevolmente, ultimamente.
Il nostro intervento da clown trova il suo posto in questa situazione difficile. Facciamo uno spettacolo che dura 40 min, pero' posso assicurarvi che siamo abbastanza ridicoli e riusciamo a farli ridere con le nostre scemenze.
Sono contento che siamo venuti qui, per quanto piccolo possa essere il nostro intervento.. spiragli di luce..
Andreas e Stefano
Berretti Bianchi onlus
Corpi Civili di Pace
per contatti:
tel.: 00972 528 662760