Sinti e Rom trentini alla giornata della memoria



Cari colleghi, care colleghe,
di seguito l'annuncio dell'iniziativa che l'Associazione Sinti del Trentino
(sezione dell'Opera Nomadi nazionale) ha organizzato in vista della Giornata
della memoria per ricordare le vittime dell'Olocausto, tra le quali vi furono
anche un milione di Sinti e Rom. In allegato la lettera che l'associazione ha
spedito al Presidente del Consiglio provinciale Giacomo Bezzi per invitarlo
alle due iniziative.
Vi ringrazio per l'attenzione e vi auguro buon lavoro.
Mattia Pelli
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Giornata della Memoria

Proiezione del film-documentario

sull'olocausto di Sinti e Rom:



Porrajmos

Una persecuzione dimenticata





 e dell'intervista a Mirko Levak, un rom sopravvissuto ad Auschwitz.



Prima della proiezione il gruppo folk tzigano di Trento suonerà musiche
 tradizionali sinte.



Interventi di Marco Gabrielli -presidente Ass. Sinti del Trentino

                     David Knight -operatore della coop. Kaleidoscopio

                   Mattia Pelli -giornalista



MARTEDI' 25 GENNAIO

ore 20.30

Sala SOSAT, via Malpaga 17

Trento



Alle ore 17.00 si svolgerà una cerimonia di commemorazione delle vittime
 dell'olocausto presso la lapide affissa sul Palazzo della Provincia, in
 piazza Dante, con un momento di raccoglimento in cui verrà deposta una
 corona di fiori.



ASSOCIAZIONE SINTI DEL TRENTINO

Opera Nomadi

http://sintitrentino.clarence.com <http://sintitrentino.clarence.com/>    
 sintitrentino at virgilio.it <mailto:sintitrentino at virgilio.it>


Associazione Sinti del Trentino

Il 22 dicembre scorso si è costituita, alla presenza del presidente nazionale
Massimo Converso, l'Associazione Sinti del Trentino. Composta da Rom e Sinti
del campo nomadi di Trento, da operatori della cooperativa Kaleidoscopio e da
cittadini, è nata come sezione dell'Opera Nomadi, l'associazione nazionale
per la tutela dei diritti sociali e della cultura Rom e Sinti.

Giornata della Memoria

Proiezione del film-documentario

sull’olocausto di Sinti e Rom:



Porrajmos

Una persecuzione dimenticata





 e dell’intervista a Mirko Levak, un rom sopravvissuto ad Auschwitz.



Prima della proiezione il gruppo folk tzigano di Trento suonerà musiche
tradizionali sinte.



Interventi di Marco Gabrielli -presidente Ass. Sinti del Trentino

                     David Knight -operatore della coop. Kaleidoscopio

                   Mattia Pelli -giornalista



MARTEDI’ 25 GENNAIO

ore 20.30

Sala SOSAT, via Malpaga 17

Trento



Alle ore 17.00 si svolgerà una cerimonia di commemorazione delle vittime
dell’olocausto presso la lapide affissa sul Palazzo della Provincia, in
piazza Dante, con un momento di raccoglimento in cui verrà deposta una
corona di fiori.



ASSOCIAZIONE SINTI DEL TRENTINO

Opera Nomadi

<http://sintitrentino.clarence.com/>http://sintitrentino.clarence.com
<mailto:sintitrentino at virgilio.it>sintitrentino at virgilio.it











PORRAJMOS - Una persecuzione dimenticata

In occasione delle celebrazioni per la Giornata della Memoria 2004, il 25
gennaio 2004 al Teatro Verdi di Milano, Opera Nomadi presenta il
documentario “Porrajmos – una persecuzione dimenticata”, realizzato grazie
al contributo economico dell’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane), e prodotto da Dropout Officina dell’Immagine. di Altrocinema
A sessantanni dall’olocausto, lo sterminio degli zingari rimane una storia
tutta da scrivere. L’ebraica Shoah in lingua romanes e' Porrajmos, che
similmente indica annientamento, distruzione, divoramento. Cinquecentomila,
forse un milione, furono i Rom e i Sinti sterminati dai nazifascisti, a cui
vanno aggiunti quelli uccisi in strada, o comunque perseguitati nei
territori occupati di tutta Europa. L’assenza, nel nostro paese, di una
esplicita legislazione razziale relativa agli zingari non deve trarre in
inganno: anche il fascismo fu responsabile di persecuzioni e deportazioni,
sia nei confronti di Rom e Sinti insediati sul territorio nazionale, sia
nei confronti di quelli che si trovavano nei paesi occupati dal nostro
esercito. Il documentario apre sottolineando il rifiuto, la rimozione, che
molti anziani continuano ad opporre al tentativo dei più giovani di
indagare ed elaborare la memoria della Porrajmos. Giorgio Bezzecchi,
segretario nazionale dell’Opera Nomadi, Rom hervato, sta studiando la
persecuzione zingara. I suoi familiari non parlano, se pure hanno vissuto
la persecuzione sulla loro pelle, a cominciare da Mirko, il padre, fino
alla zia ormai morta, al nonno, deportato in Germania e mai più tornato.
Parlano poco anche i Gage', gli italiani, a tutti i livelli: istituzionale,
accademico, storico. I silenzi generano incubi, e Giorgio sogna di
incontrare alcuni perseguitati, che gli testimoniano le crudeltà della
guerra, della deportazione, dei lager. Un sogno che accresce il desiderio
di capire, e porta Bezzecchi a incontrare Giovanna Boursier, una storica
che si e' occupata della Porrajmos e che lo aiuta nella ricostruzione
storica. La storiografia, però, non e' sufficiente a esprimere “cos’e' il
dolore”. Solo chi ha vissuto, forse, può fornire un sentore.
Ecco quindi che a rendere vive le circostanze illustrate, intervengono le
memorie dei sopravvissuti: Dolores, Adelaide e Candida, tre anziane Sinti
che vivono a Mantova, aprono le testimonianze, intercalate all’incontro fra
la Boursier e Bezzecchi. e' poi la volta di Milenko, di sua sorella Maria e
suo marito, Mate - Rom hervati - i cui ricordi si fanno più precisi e
drammatici, anche perché i tre provengono da una zona disgraziata: il
confine fra Italia ed ex Jugoslavia.
Terminato l’incontro con la storica, Giorgio capisce che molto va ancora
fatto per sollevare la Porrajmos dall’oblio; comprende meglio anche i
silenzi dei suoi parenti di fronte a eventi tanto paurosi. Anche perché,
alla fine, Mirko decide non senza sforzo di raccontare a tutta la famiglia
la “sua” personale Porrajmos. Chiude il film l’intervento fuori campo di
Renato Sarti, regista e drammaturgo che da anni lavora sul recupero della
memoria storica, e che nella sede milanese dell’Opera Nomadi, devastata da
un’incursione neofascista la notte del 30 dicembre scorso, interpreta
alcune perle del peggior armamentario. razzista e del bestiario dei
pregiudizi di ieri e di oggi. Perché purtroppo, ancora oggi, a distanza di
tanti anni dal delirio eugenetico nazifascista, quello dei Rom e dei Sinti
e' di gran lunga il gruppo etnico maggiormente discriminato a livello
sociale e razziale. Per la ricerca storiografica Opera Nomadi si è avvalsa
degli studi di Giovanna Boursier (storica e collaboratrice del quotidiano
Il Manifesto), del supporto della Fondazione CdEC (Centro di Documentazione
Ebraica Contemporanea) e della collaborazione di Marcello Pezzetti, storico
della Shoah. Importanti suggerimenti sono inoltre stati forniti da Isabella
D’Isola, docente di Filosofia e Storia. La stesura del soggetto e il
coordinamento degli autori sono stati affidati a Francesco Scarpelli e
Paolo Poce, che firmano anche la regia del documentario, prodotto da
Dropout.

Regia: Paolo Poce, Francesco Scarpelli.

Ideato scritto e realizzato da: Alked Derhemi, Paolo Poce, Erica Rossi,
Francesco Scarpelli.

Montato da Tiziana Cantarella.

Riprese e direzione della fotografia: Massimo Schiavon.

Riprese audio: Giovanni Korfias.
Musiche: Andrea Viti.
Graphic Designer: Luca Criscuolo.
Ricerca Iconografica: Sara Criscuolo.
Produzione esecutiva: Elisabetta Massera, Daniele Gentili.
Hanno collaborato alla ricerca: Giovanna Boursier, Isabella D’Isola,
Roberta Migliavacca.