[Nonviolenza] Telegrammi. 5163



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5163 del 7 aprile 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:

1. Un curriculum
2. Pasquale Pugliese: Sorda alla ragione. La logica perversa della deterrenza invece della costruzione della pace con mezzi pacifici
3. Camillino Triscotti: Autorevoli studiose e studiosi di Arendt, di Capitini, di Gandhi, di Gramsci, di Levinas, di Weil candidate e candidati nella lista "Pace Terra Dignita'" alle elezioni europee
4. Raniero La Valle: "Audiatur et altera pars"
5. Maurizio Acerbo e Elena Mazzoni: Ringraziamo papa Francesco...
6. Enrico Peyretti presenta "De senectute" di Norberto Bobbio (1996)
7. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
8. Perche' occorre scrivere ora a Biden per chiedere la liberazione di Leonard Peltier
9. Omero Dellistorti: Cucina
10. Ripetiamo ancora una volta...
11. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
12. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
13. Segnalazioni librarie
14. La "Carta" del Movimento Nonviolento
15. Per saperne di piu'

1. DE NOSTRI TEMPORIS STUDIORUM RATIONE. UN CURRICULUM

"Ai miei tempi non si camminava che sulle metamorfosi"
(Voltaire, Il toro bianco)

Ho fatto il muratore, ho fatto il cavallaro, e mo' fo l'assassino.

Ho girato Francia e Spagna, ho girato Persia e Cina, con queste mani ne ho strozzati piu' di mille.

Ho strillato dio lo vuole, ho strillato patria o morte, ho ammazzato urlando forte o restandomene zitto.

Le so tutte le osterie, le so tutte le palestre, sto sempre in televisione.

So il rosario e le bestemmie, vo coi santi e coi ghiottoni, piglio voti a destra e a manca.

E mo' che m'hanno eletto presidente ho deciso che si fa la guerra atomica.

Finalmente finira' tutto 'sto schifo, finalmente la vendetta e' tutta mia, finalmente tutto il mondo sara' niente.

2. RIFLESSIONE. PASQUALE PUGLIESE: SORDA ALLA RAGIONE. LA LOGICA PERVERSA DELLA DETERRENZA INVECE DELLA COSTRUZIONE DELLA PACE CON MEZZI PACIFICI
[Riceviamo e diffondiamo]

"La pace non si costruisce con i sentimenti e le buone parole, la pace e' soprattutto deterrenza e impegno, sacrificio", ha detto la presidente del consiglio Giorgia Meloni in visita al contingente italiano in Libano alla vigilia di Pasqua. Siamo d'accordo con lei sul fatto che la pace non si costruisca a parole, con i soli "buoni sentimenti", ma necessiti di "impegno" e "sacrificio", purche' questi siano orientati alla costruzione di mezzi funzionali al fine, ossia mezzi di pace per fini di pace, come previsto dalla Costituzione italiana e dalla Carta delle Nazioni Unite e come suggerisce la ragione umana. Mentre la "deterrenza" va esattamente nella direzione opposta: e' la corsa agli armamenti che, mentre prepara la guerra - e ottiene la guerra - risucchia e brucia nelle spese militari infinite risorse sottratte alla sicurezza sociale e al progresso civile.
La deterrenza militare, e dopo Hiroshima nucleare, e' fondata sull'obsoleto e inefficace principio del "se vuoi la pace prepara la guerra", ripetuto ormai ossessivamente a tutti i livelli nazionali e internazionali. Lo abbiamo scritto piu' volte: e' un vuoto e irrazionale ossimoro, che non ha nessuna aderenza con la verita' dei fatti. I governi nel loro complesso - come certifica anno dopo anno il SIPRI, l'autorevole Istituto di ricerca di Stoccolma - non hanno mai speso cosi' tanto per la guerra e, di conseguenza, la guerra dilaga ovunque. Nel 2022 i paesi Nato hanno speso per preparare la guerra 1230 miliardi di dollari, ossia il 55% dei 2240 miliari di dollari spesi globalmente in armamenti, a fronte degli 86,4 miliardi spesi dalla Russia. Ma questo non ha impedito (non e' stato un deterrente!) a quest'ultima di invadere l'Ucraina, oltre a farci precipitare a soli 90 secondi dalla mezzanotte nucleare nell'Orologio dell'Apocalisse, monitorato dagli Scienziati atomici. Sostenere il contrario, dunque, e' abuso della credulita' popolare, a beneficio dei profitti dell'industria degli armamenti, a rischio della sopravvivenza dell'umanita'.
Lo scriveva gia' Aldo Capitini, il filosofo della nonviolenza, nel 1968, in riferimento alla precedente corsa agli armamenti: "Si sa che cosa significa, oggi specialmente la guerra e la sua preparazione: la sottrazione di enormi mezzi allo sviluppo civile, la strage degli innocenti e di estranei, l'involuzione dell'educazione democratica ed aperta, la riduzione della liberta' e il soffocamento di ogni proposta di miglioramento della societa' e delle abitudini civili, la sostituzione totale dell'efficienza distruttiva al controllo dal basso". La deterrenza e' la logica perversa della preparazione continua della guerra come orizzonte permanente, che implica la costruzione del "nemico" per definizione, che ammorba le coscienze, militarizza la societa', trasforma l'informazione in propaganda, la cultura in indottrinamento, la costruzione di ponti di dialogo in tradimento.
La deterrenza e' rinuncia alla costruzione della "pace positiva", ossia - come insegnava il recentemente scomparso Johan Galtung, fondatore del Peace studies internazionali - non la mera assenza di guerra, ma la costruzione di un sistema di sicurezza globale che si dota di strumenti e saperi capaci di intervenire e operare la trasformazione nonviolenta dei conflitti nelle varie fasi: prima che degenerino in violenza, attraverso la prevenzione, l'eliminazione, la riduzione delle cause della violenza; durante la violenza, attraverso l'interposizione, la mediazione, il dialogo tra le parti; dopo la violenza, attraverso la riconciliazione, la ricostruzione, la risoluzione. E' la costruzione della pace con mezzi pacifici, che richiede "impegno" e "sacrificio", appunto, ma funzionali.
La deterrenza nucleare e', inoltre, vietata dal diritto internazionale, perche' armi e deterrenza nucleari sono stati messi fuorilegge dal Trattato TPNW delle Nazioni Unite, in vigore dal 2021. Il TPNW proibisce agli Stati di sviluppare, testare, produrre, realizzare, trasferire, possedere, immagazzinare, usare o minacciare di usare gli armamenti nucleari, o anche permettere alle testate di stazionare sul proprio territorio. Trattato che il nostro Paese non ha ancora ratificato, pur avendo sul proprio territorio decine di testate nucleari, tra le basi militari statunitensi di Ghedi ed Aviano, che ne fanno primario target nucleare, come si evince anche dalla terrificante e realistica simulazione messa a punto dall'Universita' di Princeton nel 2019, secondo la quale gia' nelle prime ore di guerra con epicentro l'Europa morirebbero oltre 90 milioni di persone.
Infine, meglio non dimenticare che la deterrenza, cioe' la corsa agli armamenti, avrebbe gia' portato alla guerra nucleare tra Nato e Patto di Varsavia se il presidente sovietico Michail Gorbacev non avesse deciso di spezzare l'escalation, praticando attivamente il suo contrario: il disarmo unilaterale. Ben tre anni prima dell'abbattimento del Muro di Berlino, Gorbacev aveva sottoscritto con il presidente indiano Rajiv Gandhi l'articolata Dichiarazione di Delhi, che si concludeva con questo impegno: "La costruzione di un mondo libero dalle armi nucleari e nonviolento esige una trasformazione rivoluzionaria della mentalita' degli uomini, l'educazione dei popoli nello spirito della pace, il rispetto reciproco e la tolleranza. Occorre vietare la propaganda della guerra, dell'odio e della violenza e rinunciare agli stereotipi della mentalita' di chi vede un nemico in altri paesi e popoli" (Dichiarazione di New Delhi, 27 novembre 1986).
Gorbacev era pienamente consapevole del fatto che, per preservare la sopravvivenza dell'umanita', fosse necessario cambiare radicalmente strada nel rapporto tra gli Stati e vi mise mano attraverso un'evoluzione graduale del bipolarismo da antagonistico a cooperativo verso un sistema fondato sull'"interdipendenza", partendo dalla progressiva dismissione del proprio apparato bellico, nucleare e non solo. Come, anche allora, indicavano i movimenti pacifisti e nonviolenti. Ma oggi folli Stranamore sono tornati al potere ovunque, da Mosca a Washington, passando per un'Europa (e un'Italia), sorda alla ragione e incapace di mettere in campo un'azione di pace con mezzi pacifici.

3. LETTERE DALLA MONTAGNA. CAMILLINO TRISCOTTI: AUTOREVOLI STUDIOSE E STUDIOSI DI ARENDT, DI CAPITINI, DI GANDHI, DI GRAMSCI, DI LEVINAS, DI WEIL CANDIDATE E CANDIDATI NELLA LISTA "PACE TERRA DIGNITA'" ALLE ELEZIONI EUROPEE
[Dal nostro vecchio amico Camillino Triscotti riceviamo e diffondiamo]

Leggo che si stanno raccogliendo le firme per poter presentare una lista pacifista alle elezioni europee di giugno.
Leggo che animatore della lista e' Raniero La Valle, una delle figure piu' illustri del movimento per la pace nel nostro paese.
Leggo che tra le persone che si candiderebbero con questa lista vi sono anche autorevoli studiose e studiosi di Hannah Arendt, di Aldo Capitini, di Antonio Gramsci, di Mohandas Gandhi, di Emmanuel Levinas, di Simone Weil e di altre pensatrici e pensatori che hanno dato un grande contributo al rischiaramento dell'umanita', alla lotta per la dignita' umana, alla resistenza contro ogni barbarie, contro ogni oppressione, contro ogni violenza.
Mi sembrerebbe una buona cosa che persone profondamente consapevoli della lezione e del lascito di queste pensatrici e questi pensatori, e che quindi si sentano impegnate e impegnati a proseguirne la lotta per il bene comune dell'umanita', fossero elette al Parlamento Europeo.
La lista si chiama "Pace Terra Dignita'": credo che ogni persona impegnata per la pace dovrebbe firmare affinche' possa presentarsi alle elezioni.
Si firma presso i Comuni, ed anche presso i tavoli che i sostenitori stanno organizzando in varie citta' d'Italia in queste settimane di aprile.
*
Per la pace, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e raggiunga, per la difesa dell'intero mondo vivente.
Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. L'ORA. RANIERO LA VALLE: "AUDIATUR ET ALTERA PARS"
[Ringraziamo di cuore Raniero La Valle per averci messo a disposizione questo intervento.
Raniero La Valle e' uno dei piu' illustri maestri della cultura della pace; ha promosso "Pace Terra Dignita'", l'unica lista pacifista alle elezioni europee di giugno, lista per la quale si stanno raccogliendo le firme in questi giorni]

I profeti di sventura che preannunciano la guerra in Europa per contrastare le mire di Putin, dicono che la Russia, dopo aver debellato l'Ucraina, avrebbe l'intenzione di ricostituire la grande Russia degli Zar e dell'Unione Sovietica. Poiche', come dicevano i latini, "audiatur et altera pars", e' bene sapere che cosa ha detto Putin il 27 marzo parlando a braccio in un incontro coi piloti dell'aeronautica militare nella regione occidentale di Tver.
"Nel 2022 per la difesa gli Stati Uniti hanno speso 811 miliardi di dollari, e la Federazione russa 72 miliardi; 72 e 811: la differenza e' evidente, piu' di 10 volte. Il 39 per cento della spesa globale per la difesa e' degli Stati Uniti, e la Russia il 3,5 per cento. E tenendo presente questo rapporto noi combatteremmo contro la Nato? E' semplicemente una sciocchezza. Se dopo il crollo dell'Unione Sovietica, come proposto dalla Russia, si fossero costruite relazioni di sicurezza completamente nuove in Europa, non sarebbe successo niente: terremmo semplicemente conto dei nostri interessi nel campo della sicurezza, di cui parliamo anno dopo anno, da decennio a decennio. Pertanto cio' che dicono sul fatto che attaccheremo l'Europa dopo l'Ucraina e' una totale assurdita'. Non avremmo mai fatto nulla in Ucraina se non ci fosse stato un colpo di Stato, e poi le operazioni militari nel Donbass. Pertanto e' una totale assurdita' la possibilita' di un attacco ad altri Paesi, alla Polonia, agli Stati baltici, e stanno spaventando pure i cechi. Sciocchezze... Domanda: i Paesi della Nato stanno pianificando di fornire i loro caccia all'Ucraina: i media stanno discutendo del fatto che gli aerei F-16 saranno utilizzati nella zona dell'operazione militare speciale contro truppe e strutture russe, anche dal territorio dei Paesi della Nato. Ci sara' permesso di colpire questi obiettivi negli aeroporti della Nato?".
Dunque Putin, dal quale dovrebbe venire la guerra in Europa, e' il primo a non crederci. E allora perche' sobillare l'Europa ad armarsi, precipitarla in una cultura di guerra?

5. RIFLESSIONE. MAURIZIO ACERBO E ELENA MAZZONI: RINGRAZIAMO PAPA FRANCESCO...
[Ringraziamo Maurizio Acerbo ed Elena Mazzoni per questo intervento.
Maurizio Acerbo e' segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra europea, e candidato della lista "Pace Terra Dignita'" alle elezioni per il Parlamento Europeo.
Elena Mazzoni e' responsabile Ambiente di Rifondazione Comunista, e candidata della lista "Pace Terra Dignita'" alle elezioni per il Parlamento Europeo]

Ringraziamo Papa Francesco che anche oggi ha pronunciato parole in cui possono riconoscersi credenti e non credenti.
Ringraziamo Papa Francesco per essere tornato a chiedere il cessate il fuoco immediato a Gaza e per aver espresso il no all'allargamento del conflitto dopo l'attacco terroristico israeliano all'ambasciata iraniana a Damasco. Ringraziamo Papa Francesco per aver chiesto anche una pace giusta in Ucraina, per aver ricordato le giovani vite dei soldati ucraini, che da due anni muoiono in un conflitto che poteva essere evitato, cosi' come quelle degli operatori e delle operatrici di pace volontari, uccisi a Gaza.
Da Papa Francesco arrivano parole di umanita' e saggezza sulla pace giusta, che contrastano con la deriva guerrafondaia dei governi dell'Unione Europea e di tutto l'Occidente, complici con i crimini di Netanyahu.
Papa Francesco e' l'unica voce di un Capo di Stato occidentale che non segue la via della guerra e del riarmo.
La nostra difesa dei principi di laicita' dello Stato non ci impedisce di riconoscere che le parole del Pontefice sono in sintonia con la nostra Costituzione, mentre questo governo, come e piu' di quelli che lo hanno preceduto, persegue una politica che ne rappresenta la negazione.
Ringraziamo Papa Francesco anche per aver ricordato che non e' giusto non riconoscere a lavoratrici e lavoratori il giusto salario.
Si tratta di una critica diretta non solo al padronato che sfrutta ma anche al governo che nega l'approvazione di una legge per il salario minimo, come quella di iniziativa popolare che abbiamo depositato in Senato con 70.000 firme.
Noi di Rifondazione Comunista abbiamo aderito al progetto della lista Pace Terra Dignita', promossa da Michele Santoro e Raniero La Valle, proprio perche' riteniamo che bisogna portare nella campagna elettorale e nel parlamento europeo la voce di chi non condivide la deriva guerrafondaia da tmpo purtroppo maggioritaria e trasversale nelle istituzioni.

6. MAESTRI. ENRICO PEYRETTI PRESENTA "DE SENECTUTE" DI NORBERTO BOBBIO (1996)
[Dal libro di Enrico Peyretti, Dialoghi con Norberto Bobbio (Claudiana, Torino 2011) riprendiamo questo testo li' ripubblicato come Appendice 6 alle pp. 223-225.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' candidato alle elezioni europee nella lista "Pace Terra Dignita'"]

Vecchi da vivere (sul "De senectute") (1).
*
E' un autoritratto umano (molto umano) e intellettuale, che pareggia quegli occhi di Rembrandt riprodotti in copertina. Parlo del libro De senectute, in cui Norberto Bobbio riassume e ripensa tutto il suo lavoro filosofico (sul quale qui non mi soffermo), ma soprattutto esprime con grande finezza l'umanita' dei vecchi. Il filosofo affermato si fa parola dei tanti vecchi messi a tacere, inascoltati, in una societa' dove un'avida fretta toglie valore al tempo vissuto e raccolto nell'anima, dove le "trasmissioni" si aggrovigliano in quantita' cancerosa mentre la "comunicazione" personale trova pochissimo spazio.
Questo libro di Bobbio maturava da anni in lui. La meditazione su se stessi e' una via centrale della filosofia, da sempre. E' singolare che il pensatore del diritto e della politica raccolga ora, a 87 anni, la sua riflessione sulla condizione umana di chi, come appunto i vecchi, si avvia ad uscire dalle vicende storiche per entrare (se qualcuno la coltiva) nella dimensione della memoria. Ma da tempo il suo pensiero politico si e' incentrato sui diritti umani, quindi sulle esigenze neglette della persona umana come misura della politica e della storia. Ormai, in una citta' come Torino, per ogni giovane ci sono due anziani. Questa categoria, che puo' arrivare ad avere peso politico, non incide pero' sulla cultura di massa. Non e' certo augurabile che questa prenda le peggiori caratteristiche della mentalita' "da vecchi", malinconica se non rancorosa, ostile ai cambiamenti, brontolona, tutta volta all'indietro. Ma oggi siamo nell'eccesso opposto: tutto rifugge dal pensare il tempo, che ci consuma pero' anche ci ricolma, e la morte che si avvicina. Siamo trattati come condannati alla decadenza che non devono sapere della loro condanna. Siamo in una societa' cosmetica, con gli aspetti ora patetici e un po' raccapriccianti, ora comici, di ogni artificio cosmetico. La vecchiaia e' emarginata, compatita perche' ignora le novita' o tarda ad accettarle, quando non e' offesa, persino in Senato (si veda p. 19) (2).
Un merito di questo libro di Bobbio e' il porre problemi che la vita stupida e frenetica vuole ignorare. Sono i problemi-limite: il male, il senso dell'esistenza, la morte. E' piu' importante porli che risolverli, questi problemi. Anche perche' nessuna risposta li chiude, neppure quelle che accogliamo come le piu' illuminanti. Sono interrogativi piu' grandi di ogni risposta intellettuale. Infatti, Bobbio da' la sua risposta di agnostico e "perplesso" (come si definisce da tanti anni), ma senza alcuna sicumera. Vero compito del filosofo, di cui la societa' non sa di avere tanto bisogno, e' proprio il porre problemi, combatterne la dimenticanza, denunciare l'ovvio, piu' che dare risposte, che pure un filosofo cerca. Essenziale alla filosofia e' la lotta al "pensiero unico" (come Ignacio Ramonet ha definito l'attuale dominio del liberismo), ad ogni idolatria.
Qualche anno fa Carlo Maria Martini cito' condividendolo un pensiero di Bobbio, secondo il quale la differenza piu' importante non e' tra chi crede e chi non crede, ma fra chi pensa e chi non pensa. Lui e' uno che pensa e dunque fa pensare. Afferma en passant che "non ha molto senso porsi domande a cui non e' possibile darsi una risposta" (p. 12), ma in realta' queste domande le pone in tutto il loro peso, piu' di altri filosofi. Si vedano, per esempio, le domande sull'etica e sul male in Elogio della mitezza (ed. Linea d'ombra, 1994), sulla possibilita' della pace in tanti altri suoi scritti. Si dice pessimista, parla di impotenza della nostra ragione (De senectute, p. 13), ma non cessa di osservare e ragionare sulle cose di tutti.
In un incontro nel Centro Studi Piero Gobetti, che e' ora il suo luogo principale di studi e dialoghi, Bobbio ha detto che questo libro e' il bilancio di un vecchio consapevole che il futuro non gli riserva nulla. Si e' detto deluso del lungo tentativo di elevare il tono della vita politica italiana. Deluso e' sempre chi non si appaga del poco, di cose limitate. Ha parlato della vecchiaia come tempo della memoria, nella quale egli ritrova tante persone incontrate e scomparse, che cosi' gli pare di fare rivivere per un momento, e che non siano morte del tutto (cfr p. 30). Forse ha pensato, anche senza farla sua, alla teoria di Aldo Capitini (su cui ha scritto belle pagine) della "compresenza dei morti e dei viventi" (3).
Alla morte, anzi al "Dopo la morte", Bobbio dedica parole sincere: "Per il non credente l'argomento principale e' la coscienza della propria pochezza (...), un atto di umilta' di fronte al mistero degli universi mondi" (p. 36). Per il credente - diremmo in dialogo - l'argomento e' che Dio ci puo' ri-cordare (tenerci in cuore), e cosi' farci rivivere, analogamente ma ben piu' veramente di come noi ri-cordiamo i nostri morti. Ma questa fede non riduce per nulla l'attenzione ad ogni altro sguardo, anche perplesso, anche negativo, su quel nostro misterioso passaggio. Infatti, c'e' fra tutti noi umani una solidarieta' di destino per la quale abbiamo bisogno davvero di tutti gli altri, anche nella differenza, nella contraddizione e nel conflitto, purche' non ci neghiamo il rispetto e l'ascolto attento. Infatti, chi cerca ha in realta' gia' trovato, e chi ha trovato - anzi, ricevuto - ancora e sempre cerca, se intende la fede non come risposta teorica, ma come tensione viva.
*
Note
1. Da "Rocca", primo dicembre 1996, e "il foglio" n. 234, dicembre 1996.
2. Bobbio si riferisce al voto dei senatori a vita nell'elezione del Presidente del nuovo Senato, nel 1994, che parve per un momento determinante per far vincere il candidato dell'opposizione di centro-sinistra, Spadolini. Egli cita alcune espressioni di derisione e disprezzo che comparvero sui giornali e che opponevano duramente il "nuovo" al "vecchio". Il disprezzo per l'eta' serviva al disprezzo politico per la storia della repubblica democratica e costituzionale: "una vecchia Italia che non vogliamo piu'"; "ora il 25 aprile e' passato e con lui gli spettri e gli incubi (...) ma l'eredita' maligna del loro tempo non e' liquidata ancora". Un atteggiamento simile si e' riscontrato di nuovo nel Senato eletto nel 2006, dove in alcuni casi e' stato determinante per il centro-sinistra il voto dei senatori a vita. Per squalificarne la funzione politica, si vuole contrapporre in modo totalmente alternativo l'elezione popolare all'eccezionale merito civile di lunghe vite, proprio mentre la "democrazia elettorale" (pur sempre insostituibile e decisiva) e' in grave "crisi di carattere qualitativo" (cfr l'analisi di Paul Ginsborg, La democrazia che non c'e', Einaudi 2006, pp. 36-41). Bobbio diceva di avere dedicato uno spazio della sua libreria alla "vecchiaia offesa", che e' pure il titolo di un paragrafo del suo De senectute.
3. E' questo il titolo del libro piu' importante di Capitini, del 1966, ora in Scritti filosofici e religiosi, a cura di Mario Martini, ed. Protagon, Perugia 1994, pp. 255-458. Bello il "saluto al morto" (p. 422) che sintetizza l'idea di Capitini.

7. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
*
Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
*
Donna, vita, liberta'.

8. REPETITA IUVANT. PERCHE' OCCORRE SCRIVERE ORA A BIDEN PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Perche' tra meno di un anno negli Stati Uniti d'America ci saranno le elezioni presidenziali.
Ed e' abitudine dei presidenti al termine del mandato di concedere la grazia ad alcune persone detenute.
Quindi e' in questi mesi che Biden decidera' in merito.
E quindi e' adesso che occorre persuaderlo a restituire la liberta' a Leonard Peltier.
*
Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 48 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 48 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.

9. NELLA CITTTA' DOLENTE. OMERO DELISTORTI: CUCINA

- Ma che sta combinando, scusi?
- Non lo vede? Cucino.
- Ma qui, in mezzo alla strada...
- Un posto vale l'altro, ho acceso questo fuoco, ho il mio pentolone...
- E cosa cucina di bello?
- Teste, teste umane.
- Cosa?
- Teste umane. Le teste della gente che il suo governo ha fatto morire vendendo le armi a quegli scellerati che fanno la guerra.

10. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

11. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)

Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.

12. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)

Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
*
E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

13. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Stefano Petrucciani, Introduzione a Adorno, Laterza, Roma-Bari 2007, pp. IV + 186.
- Stefano Poggi, Introduzione a Labriola, Laterza, Roma-Bari 1982, pp. IV + 156.
*
Classici
- Luis de Gongora, Sonetti funebri, Einaudi, Torino 1970, 1979, pp. 92. Prefazione di Jorge Guillen, traduzione di Piero Chiara, testo originale a fronte.
- Francisco de Quevedo, Sonetti amorosi e morali, Einaudi, Torino 1965, 1971, pp. 90. Prefazione e traduzione di Vittorio Bodini, testo originale a fronte.
*
Maestre
- Lea Melandri, Le passioni del corpo. La vicenda dei sessi tra origine e storia, Bollati Boringhieri, Torino 2001, pp. 192.
- Lea Melandri, Amore e violenza. Il fattore molesto della civilta', Bollati Boringhieri, Torino 2011, pp. 166.

14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

15. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5163 del 7 aprile 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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